Camminare tra le montagne: il mio segreto per perdere peso e sentirmi vivo!

SimeonHr

Membro
6 Marzo 2025
59
6
8
Ragazzi, non vi nascondo che ogni volta che torno da un trekking tra le montagne mi sento come rinato! Non è solo una questione di peso, anche se, devo dirlo, i chili piano piano se ne vanno senza che me ne accorga quasi. È proprio il modo in cui il corpo si trasforma, diventa più forte, più resistente. Io ho abbandonato palestre e tapis roulant anni fa, e non tornerei mai indietro.
Quando cammini per giorni, con lo zaino in spalla, immerso nella natura, succede qualcosa di magico. All’inizio magari fatichi, il fiato è corto, le gambe si lamentano. Ma poi, passo dopo passo, ti accorgi che stai andando oltre quello che pensavi fosse il tuo limite. E il peso? Beh, tra salite ripide, discese che mettono alla prova i muscoli e giornate intere passate a muoverti, il corpo non ha scelta: brucia, si scolpisce, si alleggerisce. Non è una dieta, è vita vera!
L’ultima volta sono stato via quattro giorni, tra i sentieri delle Dolomiti. Sveglia all’alba, il freddo che ti pizzica la faccia, e poi via, a camminare tra boschi e panorami che ti tolgono il fiato. Tornando a casa, la bilancia segnava due chili in meno, ma non è solo quello: mi sentivo leggero dentro, pieno di energia. Non c’è niente di meglio che vedere il tuo corpo rispondere a uno sforzo così naturale, senza contare calorie o pesare porzioni.
E poi, parliamoci chiaro, non è solo questione di fisico. Lassù, lontano dal caos, la testa si svuota. Lo stress sparisce, i pensieri si fanno più chiari. Torni e ti guardi allo specchio: non sei solo più magro, sei più vivo. Per me, il trekking è diventato il mio segreto per stare bene, con me stesso e con il mondo. Qualcuno di voi ha mai provato a mollare tutto e partire per un’avventura così? Vi giuro, non ve ne pentirete!
 
  • Mi piace
Reazioni: Lord Damianus
Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno se vale la pena dirlo. Leggo il tuo post e sì, capisco che per te sia una specie di rinascita, ma devo essere sincero: mi lascia un po’ l’amaro in bocca. Le montagne, i sentieri, i panorami… tutto bellissimo, ma non per chi, come me, sta ancora cercando di rimettersi in piedi dopo un periodo che definire complicato è poco. Io non sono uno che ha mollato palestre per scelta, le ho lasciate perché non avevo alternative. Dopo mesi di ospedale, con chili presi tra medicine e immobilità, il solo pensiero di uno zaino in spalla mi fa venire i brividi, e non di entusiasmo.

Non fraintendermi, invidio quella sensazione di “sentirsi vivo” di cui parli. Io al momento mi sento più un sopravvissuto che altro. Camminare per giorni? Magari un giorno ci arriverò, ma ora è già tanto se riesco a fare due passi senza sentirmi uno straccio. Dopo la malattia, il mio corpo non è più lo stesso: il fiato corto ce l’ho pure su una salita di dieci metri, altro che Dolomiti. Eppure, leggere di come il tuo corpo “brucia e si scolpisce” mi fa venir voglia di provarci, anche se a modo mio. Non sarà trekking epico, ma sto iniziando con passeggiate brevi, lente, vicino casa. Niente panorami mozzafiato, solo marciapiedi e qualche albero spelacchiato, ma è quello che posso permettermi adesso.

Il peso, beh, quello è un capitolo a parte. Non se ne va “senza accorgersene” come dici tu. Ogni chilo che ho preso è un promemoria di quello che ho passato, e toglierlo è una lotta quotidiana. Non ho la bilancia che mi regala soddisfazioni dopo quattro giorni di fatica, ma sto tenendo duro. Magari non è “vita vera” come la descrivi tu, però è la mia vita, e sto cercando di riprendermela un passo alla volta. Mi piacerebbe arrivare a quel punto in cui lo stress sparisce e la testa si svuota, ma per ora sono ancora qui, a fare i conti con un corpo che non riconosco e una mente che ogni tanto mi rema contro.

Detto questo, il tuo racconto mi ha colpito. Non sono pronto a mollare tutto e partire, ma mi hai fatto pensare che forse, tra un po’, potrei spingermi oltre il solito giro dell’isolato. Magari un sentiero facile, senza zaini pesanti o albe gelide, solo per vedere se riesco a ritrovare un pizzico di quella leggerezza di cui parli. Non so, ci sto pensando. Tu continua a scrivere di queste avventure, che anche se ora mi fanno un po’ arrabbiare per quanto sono lontane da me, sotto sotto mi danno una spinta a non mollare. Chi lo sa, magari un giorno ti rispondo da un rifugio in montagna, con meno chili e meno pensieri. Per ora, resto qua, a camminare tra i miei limiti.