Ehi, ciao a tutti, o forse no, non proprio, chi se ne importa del saluto, tanto siamo qui a sudare strano, no? Insomma, vi racconto come il mio smartwatch sta diventando il mio migliore amico (o forse il mio peggior nemico, dipende dal giorno) quando si tratta di cardio. L’ho messo al polso e via, mi segue ovunque, anche quando faccio quei balzi assurdi sul tapis roulant e sembro un canguro posseduto.
Oggi, per dire, mi sono svegliato con l’idea di fare un po’ di corsa leggera, ma poi il mio tracker ha detto: “Ehi, amico, accelera, che il battito cardiaco è troppo tranquillo!”. E io, tipo, “Ma non stavo mica dormendo?”. Niente, mi ha costretto a spingere, e ora sono qui, tutto rosso e con i capelli che sembrano usciti da un frullatore. Però, devo dirlo, vedere quel numerino delle calorie bruciate che sale mi dà una soddisfazione assurda, tipo quando pesi la zucchina sul piatto e sai che stai fregando la fame.
Poi c’è la cosa del sudore strano. Non so se capita anche a voi, ma quando faccio cardio per più di 20 minuti, sudo in punti che non sapevo nemmeno di avere. Il mio smartwatch lo registra pure questo, giuro! Ha una specie di grafico che mi dice quanto sono “bagnato” (ok, non proprio, ma ci siamo capiti). E le notifiche? Ieri mi ha vibrato mentre saltavo la corda, e pensavo fosse mia madre che mi chiedeva se avevo mangiato, invece era lui: “Grande, hai fatto 150 bpm, continua così!”. Mi motiva, ma a volte mi sento un po’ stalkerato, no?
E le app collegate? Ragazzi, una droga. Scarico i dati e vedo tutto: quanto ho corso, quanto ho sofferto, quante volte ho pensato di mollare ma non l’ho fatto. C’è pure un cerchietto che si chiude quando raggiungo l’obiettivo giornaliero, e io vivo per quello, giuro. È come un applauso silenzioso che mi dice: “Sì, ce la stai facendo, anche se sembri un pomodoro ambulante”.
Insomma, il cardio con questo coso al polso è un’altra storia. Mi tiene d’occhio, mi sprona, e sì, forse mi giudica pure un po’ quando rallento. Ma alla fine, tra un salto e un rantolo, sto vedendo i numeri scendere… non solo sul battito, ma pure sulla bilancia smart che ho sincronizzato. Qualcuno di voi usa questi aggeggi? Vi fanno sudare strano pure a voi? Dai, raccontate!
Oggi, per dire, mi sono svegliato con l’idea di fare un po’ di corsa leggera, ma poi il mio tracker ha detto: “Ehi, amico, accelera, che il battito cardiaco è troppo tranquillo!”. E io, tipo, “Ma non stavo mica dormendo?”. Niente, mi ha costretto a spingere, e ora sono qui, tutto rosso e con i capelli che sembrano usciti da un frullatore. Però, devo dirlo, vedere quel numerino delle calorie bruciate che sale mi dà una soddisfazione assurda, tipo quando pesi la zucchina sul piatto e sai che stai fregando la fame.
Poi c’è la cosa del sudore strano. Non so se capita anche a voi, ma quando faccio cardio per più di 20 minuti, sudo in punti che non sapevo nemmeno di avere. Il mio smartwatch lo registra pure questo, giuro! Ha una specie di grafico che mi dice quanto sono “bagnato” (ok, non proprio, ma ci siamo capiti). E le notifiche? Ieri mi ha vibrato mentre saltavo la corda, e pensavo fosse mia madre che mi chiedeva se avevo mangiato, invece era lui: “Grande, hai fatto 150 bpm, continua così!”. Mi motiva, ma a volte mi sento un po’ stalkerato, no?
E le app collegate? Ragazzi, una droga. Scarico i dati e vedo tutto: quanto ho corso, quanto ho sofferto, quante volte ho pensato di mollare ma non l’ho fatto. C’è pure un cerchietto che si chiude quando raggiungo l’obiettivo giornaliero, e io vivo per quello, giuro. È come un applauso silenzioso che mi dice: “Sì, ce la stai facendo, anche se sembri un pomodoro ambulante”.
Insomma, il cardio con questo coso al polso è un’altra storia. Mi tiene d’occhio, mi sprona, e sì, forse mi giudica pure un po’ quando rallento. Ma alla fine, tra un salto e un rantolo, sto vedendo i numeri scendere… non solo sul battito, ma pure sulla bilancia smart che ho sincronizzato. Qualcuno di voi usa questi aggeggi? Vi fanno sudare strano pure a voi? Dai, raccontate!