Correre più forte, pesare meno: la mia lotta con i km e i kg

Piotrekpp

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, oggi è stata una di quelle giornate in cui il peso sembra un macigno sulle spalle, non solo sulle gambe. Mi sono svegliato presto, il cielo era grigio come il mio umore, e ho infilato le scarpe da corsa per affrontare i soliti chilometri. Corro per il parco vicino casa, tra gli alberi spogli e le panchine vuote, e ogni passo mi ricorda perché ho iniziato questa lotta: voglio volare sul traguardo, non arrancare. Ma il corpo non risponde come vorrei, non ancora.
La bilancia stamattina segnava 78 kg. Non è male, lo so, sono sceso dai 85 di qualche mese fa, ma quei numeri mi fissano come un rimprovero. Ogni chilo perso è una vittoria, eppure mi sembra di essere sempre a metà strada. Il mio obiettivo è 72 kg, un peso che mi permetta di spingere più forte in allenamento e di non sentirmi un sacco di patate al trentesimo chilometro di un lungo. Ma la strada è lunga, e non parlo solo dei percorsi che traccio sull’asfalto.
Il piano alimentare è diventato una specie di mantra triste. Colazione con fiocchi d’avena e un cucchiaino di miele, niente di più. A pranzo, petto di pollo e verdure al vapore, che ormai mangio più per abitudine che per gusto. Cena leggera, una fettina di pesce e un’insalata che guardo con sospetto, come se fosse lì per giudicarmi. Ho tagliato il pane, i dolci, tutto quello che una volta mi dava un po’ di conforto dopo una giornata storta. A volte mi manca il sapore di una pizza, ma poi penso al cronometro e stringo i denti.
Gli allenamenti sono il mio rifugio e la mia condanna. Corro cinque giorni a settimana, alternando lunghi lenti a interval training che mi lasciano con il fiato corto e le gambe molli. Ieri ho fatto 12 km a ritmo medio, ma il vento contrario mi ha fatto sentire come se stessi spingendo un muro. Poi ci sono i pesi, due volte a settimana: squat, stacchi, poco volume ma abbastanza da ricordarmi che il corpo deve cambiare. Non è palestra vera e propria, solo un angolo di casa con un bilanciere e qualche disco, ma funziona. O almeno spero.
Non so se sono sulla strada giusta. A volte mi guardo allo specchio e vedo solo i difetti: le cosce ancora troppo pesanti, la pancia che resiste. Altre volte penso che forse sto esagerando, che potrei godermi di più il viaggio. Ma poi ricordo il motivo: la maratona di primavera. Quei 42 km sono lì, in agguato, e io voglio arrivarci leggero, forte, pronto. Non è solo una questione di peso, è una questione di testa. Ogni chilogrammo perso è un pezzo di me che lascio andare, per diventare quello che voglio essere.
Scusate lo sfogo, oggi sono un po’ giù. Voi come fate a tenere alta la motivazione quando tutto sembra fermo?
 
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Ragazzi, oggi è stata una di quelle giornate in cui il peso sembra un macigno sulle spalle, non solo sulle gambe. Mi sono svegliato presto, il cielo era grigio come il mio umore, e ho infilato le scarpe da corsa per affrontare i soliti chilometri. Corro per il parco vicino casa, tra gli alberi spogli e le panchine vuote, e ogni passo mi ricorda perché ho iniziato questa lotta: voglio volare sul traguardo, non arrancare. Ma il corpo non risponde come vorrei, non ancora.
La bilancia stamattina segnava 78 kg. Non è male, lo so, sono sceso dai 85 di qualche mese fa, ma quei numeri mi fissano come un rimprovero. Ogni chilo perso è una vittoria, eppure mi sembra di essere sempre a metà strada. Il mio obiettivo è 72 kg, un peso che mi permetta di spingere più forte in allenamento e di non sentirmi un sacco di patate al trentesimo chilometro di un lungo. Ma la strada è lunga, e non parlo solo dei percorsi che traccio sull’asfalto.
Il piano alimentare è diventato una specie di mantra triste. Colazione con fiocchi d’avena e un cucchiaino di miele, niente di più. A pranzo, petto di pollo e verdure al vapore, che ormai mangio più per abitudine che per gusto. Cena leggera, una fettina di pesce e un’insalata che guardo con sospetto, come se fosse lì per giudicarmi. Ho tagliato il pane, i dolci, tutto quello che una volta mi dava un po’ di conforto dopo una giornata storta. A volte mi manca il sapore di una pizza, ma poi penso al cronometro e stringo i denti.
Gli allenamenti sono il mio rifugio e la mia condanna. Corro cinque giorni a settimana, alternando lunghi lenti a interval training che mi lasciano con il fiato corto e le gambe molli. Ieri ho fatto 12 km a ritmo medio, ma il vento contrario mi ha fatto sentire come se stessi spingendo un muro. Poi ci sono i pesi, due volte a settimana: squat, stacchi, poco volume ma abbastanza da ricordarmi che il corpo deve cambiare. Non è palestra vera e propria, solo un angolo di casa con un bilanciere e qualche disco, ma funziona. O almeno spero.
Non so se sono sulla strada giusta. A volte mi guardo allo specchio e vedo solo i difetti: le cosce ancora troppo pesanti, la pancia che resiste. Altre volte penso che forse sto esagerando, che potrei godermi di più il viaggio. Ma poi ricordo il motivo: la maratona di primavera. Quei 42 km sono lì, in agguato, e io voglio arrivarci leggero, forte, pronto. Non è solo una questione di peso, è una questione di testa. Ogni chilogrammo perso è un pezzo di me che lascio andare, per diventare quello che voglio essere.
Scusate lo sfogo, oggi sono un po’ giù. Voi come fate a tenere alta la motivazione quando tutto sembra fermo?
Ehi, capisco benissimo quel peso che senti, non solo sulla bilancia ma proprio dentro. Ti leggo e sembra quasi di rivivere certe giornate storte che ho passato anch’io, quando ogni passo sembra una lotta e il traguardo un miraggio. Però, lasciatelo dire, stai già facendo un lavoro pazzesco: da 85 a 78 kg non è roba da poco, anche se ora ti sembra di arrancare. Quel “non ancora” che scrivi sul tuo corpo che non risponde mi colpisce, perché è lì che ti voglio spingere a guardare diversamente.

Io sono uno di quelli che ha sposato le diete low-carb, tipo Atkins all’inizio e poi un po’ di paleo per mischiare le carte. Non so se hai mai provato a buttarti su qualcosa del genere, ma per me è stato un game changer. La tua colazione con avena e miele? Sostituiscila con uova strapazzate e una manciata di spinaci, magari un filo d’olio d’oliva. A pranzo, quel pollo con verdure va benissimo, ma prova a buttare dentro un po’ di avocado o noci per tenere l’energia alta senza appesantirti. E la cena, con pesce e insalata, è già un’ottima base: magari aggiungi un cucchiaio di burro ghee, che dà sapore e ti sazia senza sensi di colpa. Tagliare pane e dolci è dura, lo so, anch’io sognavo la pizza nei momenti no, ma ti giuro che dopo un paio di settimane senza carboidrati il corpo si resetta e la voglia passa.

Sai qual è il trucco che mi ha salvato nei momenti di stallo? Spostare il focus dai numeri della bilancia a come mi sento quando corro. Tu parli di volare sul traguardo, e io ci credo che ce la puoi fare. Con meno carboidrati e più grassi buoni, le mie gambe hanno iniziato a rispondere meglio, soprattutto sui lunghi. Certo, i primi giorni senza zuccheri ero uno straccio, ma poi è come se il motore avesse trovato un altro carburante. I tuoi 12 km controvento? Prova a farli dopo una settimana di keto-adattamento, e vedi se quel muro si sposta un po’.

Sugli allenamenti, il mix che fai è tosto, e quel bilanciere in casa è un alleato prezioso. Io ho notato che con meno carboidrati i muscoli reggono meglio gli squat e gli stacchi, anche se all’inizio sembra impossibile. E la maratona di primavera? È un obiettivo che merita tutto questo, ma non lasciare che ti schiacci. Quei 72 kg arriveranno, passo dopo passo, ma non fissarti solo sul peso: pensa alla forza che stai costruendo, dentro e fuori.

Quando sono giù, io mi metto a cucinare qualcosa di low-carb che mi piace davvero: una carbonara con zucchine al posto della pasta, o una cheesecake senza zucchero che sa di premio. Non è solo questione di riempirsi lo stomaco, è un modo per ricordarmi che sto scegliendo questa strada, non subendola. Tu come stai tenendo botta? Raccontami, magari qualche idea tua mi torna utile nei miei giorni grigi. Forza, non sei solo in questa lotta!
 
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Ciao! Quel grigio che descrivi lo conosco bene, ma sai una cosa? Stai già spaccando, passare da 85 a 78 kg è una conquista vera, altro che macigno! Io quando mi sento fermo punto tutto sul conto calorie: oggi magari prova a scambiare l’avena con due uova e un po’ di feta, tieni i carboidrati bassi e vedi come voli al parco. La motivazione? Me la tengo viva pensando al cronometro che scende e alle gambe che girano leggere. Dai, la maratona ti aspetta, e tu stai diventando una macchina! Cosa ti tira su nei giorni no?
 
Ragazzi, oggi è stata una di quelle giornate in cui il peso sembra un macigno sulle spalle, non solo sulle gambe. Mi sono svegliato presto, il cielo era grigio come il mio umore, e ho infilato le scarpe da corsa per affrontare i soliti chilometri. Corro per il parco vicino casa, tra gli alberi spogli e le panchine vuote, e ogni passo mi ricorda perché ho iniziato questa lotta: voglio volare sul traguardo, non arrancare. Ma il corpo non risponde come vorrei, non ancora.
La bilancia stamattina segnava 78 kg. Non è male, lo so, sono sceso dai 85 di qualche mese fa, ma quei numeri mi fissano come un rimprovero. Ogni chilo perso è una vittoria, eppure mi sembra di essere sempre a metà strada. Il mio obiettivo è 72 kg, un peso che mi permetta di spingere più forte in allenamento e di non sentirmi un sacco di patate al trentesimo chilometro di un lungo. Ma la strada è lunga, e non parlo solo dei percorsi che traccio sull’asfalto.
Il piano alimentare è diventato una specie di mantra triste. Colazione con fiocchi d’avena e un cucchiaino di miele, niente di più. A pranzo, petto di pollo e verdure al vapore, che ormai mangio più per abitudine che per gusto. Cena leggera, una fettina di pesce e un’insalata che guardo con sospetto, come se fosse lì per giudicarmi. Ho tagliato il pane, i dolci, tutto quello che una volta mi dava un po’ di conforto dopo una giornata storta. A volte mi manca il sapore di una pizza, ma poi penso al cronometro e stringo i denti.
Gli allenamenti sono il mio rifugio e la mia condanna. Corro cinque giorni a settimana, alternando lunghi lenti a interval training che mi lasciano con il fiato corto e le gambe molli. Ieri ho fatto 12 km a ritmo medio, ma il vento contrario mi ha fatto sentire come se stessi spingendo un muro. Poi ci sono i pesi, due volte a settimana: squat, stacchi, poco volume ma abbastanza da ricordarmi che il corpo deve cambiare. Non è palestra vera e propria, solo un angolo di casa con un bilanciere e qualche disco, ma funziona. O almeno spero.
Non so se sono sulla strada giusta. A volte mi guardo allo specchio e vedo solo i difetti: le cosce ancora troppo pesanti, la pancia che resiste. Altre volte penso che forse sto esagerando, che potrei godermi di più il viaggio. Ma poi ricordo il motivo: la maratona di primavera. Quei 42 km sono lì, in agguato, e io voglio arrivarci leggero, forte, pronto. Non è solo una questione di peso, è una questione di testa. Ogni chilogrammo perso è un pezzo di me che lascio andare, per diventare quello che voglio essere.
Scusate lo sfogo, oggi sono un po’ giù. Voi come fate a tenere alta la motivazione quando tutto sembra fermo?
Ehi, capisco perfettamente quel macigno che senti, non è solo il peso, è tutto quello che ci gira intorno. Io sono passato da 80 kg a 68 con l’acqua come alleata, e ti assicuro che qualche giorno grigio l’ho avuto anch’io. La bilancia può essere una stronza, ma non dice tutto. Quei 7 kg che hai perso sono un segno che stai andando avanti, anche se non lo senti ancora nelle gambe.

Io ho trovato nell’akvaerobika una specie di reset. Non è solo il fatto che muovi il corpo senza sentirti schiacciato, è che l’acqua ti sostiene, ti dà una tregua da quel “sacco di patate” che dici tu. All’inizio mi sentivo ridicolo, tra pensionati e signore con la cuffia, ma poi ho visto i risultati: meno fatica a respirare, gambe più leggere, e la pancia che piano piano si ritirava. Non è una corsa contro il vento, è più come un flusso che ti porta avanti. Magari potresti provare, anche solo per cambiare ritmo.

La tua maratona di primavera è un gran obiettivo, e lo capisco: anch’io volevo sentirmi “pronto” per qualcosa. Per me era una gara di nuoto amatoriale, niente di che, ma mi ha dato la spinta. Quando la motivazione cala, penso a come stavo prima: fiato corto dopo due vasche, spalle curve. Ora sono un altro. Tu pensa a quel traguardo, a come ti sentirai a 72 kg, volando sugli ultimi chilometri. Non è solo il corpo, hai ragione, è la testa.

Il piano alimentare lo conosco bene, anch’io ho detto addio a pizza e dolci. Ti dirò, a volte mi premio con un pezzo di cioccolato fondente, piccolo eh, giusto per non impazzire. Forse un piccolo strappo ogni tanto potrebbe aiutarti a non vedere il cibo come un nemico. Forza, non mollare, sei più vicino di quanto credi!
 
Ciao Piotrek, leggere il tuo post è stato come guardarmi allo specchio in certi giorni più pesanti. Quel senso di lotta contro il corpo, il peso che sembra un’ancora, lo conosco bene. Anch’io ho i miei numeri che mi fissano dalla bilancia, anche se il mio percorso è un po’ diverso. Non corro come te, o meglio, non corro sull’asfalto: il mio modo di muovermi è infilarmi uno zaino in spalla e partire per le montagne, a volte per giorni interi. È la mia versione di “lotta con i km e i kg”, e ti assicuro che funziona, ma non senza i suoi momenti grigi.

Hai fatto un bel pezzo di strada, scendere da 85 a 78 kg non è poco, anche se capisco che quei 72 ti sembrano ancora lontani. Io sono partito da 82 un paio di anni fa, e ora sono stabile intorno ai 75. Non è stata una dieta ferrea come la tua – niente petto di pollo e verdure al vapore ogni giorno – ma piuttosto un cambio di prospettiva. Quando cammini per ore su un sentiero ripido, con il fiatone e il sudore che ti cola negli occhi, il corpo inizia a chiedere energia vera, non schifezze. Mangio pane integrale, frutta secca, qualche pezzo di formaggio magro quando sono in giro. A casa cerco di tenere tutto semplice: zuppe, legumi, un po’ di pesce. Non è un mantra triste, è più un patto con me stesso: mi nutro per stare bene, non per punirmi. Magari potresti provare a vedere il cibo come un alleato per la tua maratona, non solo come qualcosa da tagliare.

Le camminate lunghe mi hanno cambiato. Non parlo solo di peso – che comunque scende, perché bruci calorie senza nemmeno accorgertene – ma di resistenza. All’inizio facevo 10 km e mi sentivo distrutto, ora ne faccio 20 o 25 in un giorno, con dislivelli che ti spezzano le gambe, e il giorno dopo sono ancora in piedi. È un allenamento lento, non come i tuoi interval training, ma ti costruisce dentro. Le cosce si snelliscono, la pancia si tira un po’, e soprattutto la testa si libera. Quel vento contrario che descrivi io lo sento in alta quota, ma lassù, con il panorama che si apre, anche la fatica diventa un premio. Forse un weekend nella natura potrebbe essere una pausa dalla tua routine, un modo per ricaricare senza sentirti fermo.

La motivazione è una bestia strana. Quando mi pesa tutto, penso a come mi sentivo prima: affannato dopo mezz’ora di salita, con le ginocchia che protestavano. Ora porto uno zaino da 10 kg per tre giorni e non mi fermo. Tu hai la tua maratona, un traguardo concreto, e questo è oro. Quei 42 km non sono solo distanza, sono la prova che stai diventando quello che vuoi. Non fissarti troppo sullo specchio o sulla bilancia, guarda cosa riesci a fare: 12 km controvento non sono uno scherzo, e i pesi a casa stanno scolpendo qualcosa di forte. Sei sulla strada giusta, anche se a volte sembra di arrancare.

Per i giorni giù come oggi, ti dico quello che faccio io: esco comunque. Magari non per un trekking epico, ma anche solo un’ora tra gli alberi, senza bilancia, senza cronometro. Muoversi nella natura mi ricorda che il corpo non è un nemico da combattere, ma un compagno da portare in giro. Tu magari potresti provare a uscire dal parco, fare un giro più lungo, cambiare scenario. Non mollare, Piotrek, la primavera è più vicina di quanto sembri, e tu sarai pronto.
 
Ehi, ciao! Leggere il tuo post mi ha fatto quasi venire i brividi, sai? Quella lotta che descrivi, il peso che ti tiene giù, il fiatone che ti ricorda dove sei partito… mi ci rivedo, anche se il mio campo di battaglia è diverso. Tu corri contro il vento, io mi arrampico sui sentieri con uno zaino che sembra volermi schiacciare. Però, alla fine, siamo tutti e due lì a spingere, no? Complimenti per i tuoi 78 kg, scendere da 85 non è roba da poco, e pure se quei 72 ti sembrano lontani, fidati: il tuo corpo sta già cambiando, lo stai costruendo passo dopo passo.

Io sono un fanatico della palestra, ma ora sono in piena fase di taglio per la mia prima gara di bodybuilding. Altro che zuppe e passeggiate lente, qui si va di petto di pollo, albumi e broccoli al vapore, tutto pesato al grammo. La bilancia è il mio capo, e le serie in sala pesi sono la mia guerra quotidiana. Non è una passeggiata, te lo giuro: ci sono giorni in cui guardo il piatto e penso "ma chi me lo fa fare?". Però poi vedo i muscoli che iniziano a spuntare, la pelle che si tira, e capisco che ogni ripetizione mi sta portando più vicino al palco. Tu hai la tua maratona, io ho il mio specchio sul palco: due strade diverse, ma lo stesso fuoco dentro.

Il tuo trekking mi ha fatto pensare, però. Io sono sempre chiuso tra quattro mura a contare macronutrienti, ma forse un giorno in montagna potrebbe essere un bel reset. Bruciare calorie senza cronometro, solo io e il mio corpo contro la salita… quasi quasi mi tenti! Tu magari potresti provare a buttarti su qualche allenamento coi pesi, anche leggero, per dare una spinta in più alla tua resistenza. Non parlo di roba da gara, ma giusto per mischiare un po’ le carte: squat, stacchi, qualcosa che ti faccia sentire la forza che stai costruendo.

Quando la motivazione cala – e capita, eccome – io mi guardo indietro. Ero 82 kg pure io, ma flaccidi, senza forma. Ora sono a 75, e ogni vena che spunta è una medaglia. Tu pensa ai tuoi 12 km controvento: non sono numeri, è carattere. La bilancia può aspettare, quello che stai facendo è già un risultato. Muoviti, spingi, mangia per sostenere il tuo obiettivo, non per punirti. La primavera arriva, e tu sarai lì, pronto a spaccare. Forza, Piotrek, il traguardo è tuo!
 
Ehi, ciao! Leggere il tuo post mi ha fatto quasi venire i brividi, sai? Quella lotta che descrivi, il peso che ti tiene giù, il fiatone che ti ricorda dove sei partito… mi ci rivedo, anche se il mio campo di battaglia è diverso. Tu corri contro il vento, io mi arrampico sui sentieri con uno zaino che sembra volermi schiacciare. Però, alla fine, siamo tutti e due lì a spingere, no? Complimenti per i tuoi 78 kg, scendere da 85 non è roba da poco, e pure se quei 72 ti sembrano lontani, fidati: il tuo corpo sta già cambiando, lo stai costruendo passo dopo passo.

Io sono un fanatico della palestra, ma ora sono in piena fase di taglio per la mia prima gara di bodybuilding. Altro che zuppe e passeggiate lente, qui si va di petto di pollo, albumi e broccoli al vapore, tutto pesato al grammo. La bilancia è il mio capo, e le serie in sala pesi sono la mia guerra quotidiana. Non è una passeggiata, te lo giuro: ci sono giorni in cui guardo il piatto e penso "ma chi me lo fa fare?". Però poi vedo i muscoli che iniziano a spuntare, la pelle che si tira, e capisco che ogni ripetizione mi sta portando più vicino al palco. Tu hai la tua maratona, io ho il mio specchio sul palco: due strade diverse, ma lo stesso fuoco dentro.

Il tuo trekking mi ha fatto pensare, però. Io sono sempre chiuso tra quattro mura a contare macronutrienti, ma forse un giorno in montagna potrebbe essere un bel reset. Bruciare calorie senza cronometro, solo io e il mio corpo contro la salita… quasi quasi mi tenti! Tu magari potresti provare a buttarti su qualche allenamento coi pesi, anche leggero, per dare una spinta in più alla tua resistenza. Non parlo di roba da gara, ma giusto per mischiare un po’ le carte: squat, stacchi, qualcosa che ti faccia sentire la forza che stai costruendo.

Quando la motivazione cala – e capita, eccome – io mi guardo indietro. Ero 82 kg pure io, ma flaccidi, senza forma. Ora sono a 75, e ogni vena che spunta è una medaglia. Tu pensa ai tuoi 12 km controvento: non sono numeri, è carattere. La bilancia può aspettare, quello che stai facendo è già un risultato. Muoviti, spingi, mangia per sostenere il tuo obiettivo, non per punirti. La primavera arriva, e tu sarai lì, pronto a spaccare. Forza, Piotrek, il traguardo è tuo!
Ehi, che bella energia che trasmetti! Leggere del tuo percorso mi ha fatto quasi venir voglia di lasciare il tapis roulant e provare una salita in montagna come fai tu. Quel fuoco di cui parli, quella spinta a migliorare, è contagioso, sai? Anche io sono partito da un punto in cui guardavo allo specchio e non mi riconoscevo: 88 kg, fiato corto dopo due rampe di scale, e una sensazione di essere incastrato. Ora sono a 74, e ogni goccia di sudore versata correndo o saltando in una sessione di HIIT mi ricorda che sto costruendo qualcosa di mio.

Io sono tutto per il cardio, non c’è niente che mi fa sentire vivo come una corsa all’alba, il cuore che pompa e la musica nelle cuffie che mi spinge avanti. Oppure una lezione di Zumba, dove sudo litri e mi diverto come un matto. Il bello del cardio è che non solo brucia calorie, ma ti fa sentire leggero, dentro e fuori. Non fraintendermi, rispetto tantissimo il tuo lavoro in palestra, quel rigore coi pesi e i macronutrienti è una disciplina pazzesca! Io però sono più tipo da “metti le scarpe e vai”, senza troppe complicazioni. Mangio pulito, tanta verdura, proteine magre, carboidrati che mi diano energia, e sto attento a non cadere in trappole come snack zuccherati o bibite gassate. Quelle sì che possono fregarti, anche senza toccare alcol.

Il tuo consiglio di provare i pesi mi stuzzica, lo ammetto. Magari qualche squat o affondi per rinforzare le gambe, visto che corro tanto. Tu invece, se mai ti va di cambiare aria, prova una corsetta leggera o una sessione di ballo, giusto per mischiare un po’. Non c’è niente come sentire il corpo che si muove a ritmo e il fiato che si apre. E per la motivazione, hai ragione: guardare indietro aiuta. Penso a quando facevo fatica a correre 2 km, e ora che ne macino 10 senza morire mi sembra un miracolo. Tu con il tuo palco, io con i miei percorsi: siamo su strade diverse, ma la voglia di non mollare è la stessa. Continua a spingere, il tuo traguardo è sempre più vicino!
 
Ragazzi, oggi è stata una di quelle giornate in cui il peso sembra un macigno sulle spalle, non solo sulle gambe. Mi sono svegliato presto, il cielo era grigio come il mio umore, e ho infilato le scarpe da corsa per affrontare i soliti chilometri. Corro per il parco vicino casa, tra gli alberi spogli e le panchine vuote, e ogni passo mi ricorda perché ho iniziato questa lotta: voglio volare sul traguardo, non arrancare. Ma il corpo non risponde come vorrei, non ancora.
La bilancia stamattina segnava 78 kg. Non è male, lo so, sono sceso dai 85 di qualche mese fa, ma quei numeri mi fissano come un rimprovero. Ogni chilo perso è una vittoria, eppure mi sembra di essere sempre a metà strada. Il mio obiettivo è 72 kg, un peso che mi permetta di spingere più forte in allenamento e di non sentirmi un sacco di patate al trentesimo chilometro di un lungo. Ma la strada è lunga, e non parlo solo dei percorsi che traccio sull’asfalto.
Il piano alimentare è diventato una specie di mantra triste. Colazione con fiocchi d’avena e un cucchiaino di miele, niente di più. A pranzo, petto di pollo e verdure al vapore, che ormai mangio più per abitudine che per gusto. Cena leggera, una fettina di pesce e un’insalata che guardo con sospetto, come se fosse lì per giudicarmi. Ho tagliato il pane, i dolci, tutto quello che una volta mi dava un po’ di conforto dopo una giornata storta. A volte mi manca il sapore di una pizza, ma poi penso al cronometro e stringo i denti.
Gli allenamenti sono il mio rifugio e la mia condanna. Corro cinque giorni a settimana, alternando lunghi lenti a interval training che mi lasciano con il fiato corto e le gambe molli. Ieri ho fatto 12 km a ritmo medio, ma il vento contrario mi ha fatto sentire come se stessi spingendo un muro. Poi ci sono i pesi, due volte a settimana: squat, stacchi, poco volume ma abbastanza da ricordarmi che il corpo deve cambiare. Non è palestra vera e propria, solo un angolo di casa con un bilanciere e qualche disco, ma funziona. O almeno spero.
Non so se sono sulla strada giusta. A volte mi guardo allo specchio e vedo solo i difetti: le cosce ancora troppo pesanti, la pancia che resiste. Altre volte penso che forse sto esagerando, che potrei godermi di più il viaggio. Ma poi ricordo il motivo: la maratona di primavera. Quei 42 km sono lì, in agguato, e io voglio arrivarci leggero, forte, pronto. Non è solo una questione di peso, è una questione di testa. Ogni chilogrammo perso è un pezzo di me che lascio andare, per diventare quello che voglio essere.
Scusate lo sfogo, oggi sono un po’ giù. Voi come fate a tenere alta la motivazione quando tutto sembra fermo?
Ehi, capisco perfettamente quel peso che senti, non solo sulla bilancia ma anche dentro. Giornate così ci sono, e non sei solo. La tua storia mi colpisce: stai facendo un lavoro incredibile, passando da 85 a 78 kg e tenendo duro con allenamenti e alimentazione. È una maratona, non uno sprint, e tu lo sai meglio di chiunque.

Per la motivazione, ti racconto cosa funziona per me. Anch’io mi alleno a casa, niente palestra, solo il mio angolo con un tappetino e un paio di pesi. Un esercizio che mi ha cambiato la prospettiva è la plancia: semplice, brutale, ma ti fa sentire forte. Non serve attrezzatura, solo il tuo corpo e la tua testa. Prova a inserirla nei tuoi giorni di forza: inizia con 30 secondi, poi aumenta. Ti dà una spinta mentale, perché senti i muscoli che lavorano e il controllo che cresce. È come dire al tuo corpo: “Ce la faccio, punto”.

Un altro trucco? Cambia qualcosa di piccolo quando sei giù. Io a volte sposto il tappetino in un’altra stanza o metto una playlist diversa, e sembra sciocco, ma mi riporta al motivo per cui ho iniziato. Tu hai la maratona come traguardo, ed è una motivazione pazzesca. Magari segnati i progressi su un quaderno: non solo i chili, ma i km che fai più facilmente o i secondi in meno sugli intervalli. Quelle piccole vittorie contano.

Sul cibo, capisco il sacrificio. La pizza manca anche a me. Ogni tanto, però, mi concedo una cosa che amo, tipo una fetta di pane buono con un filo d’olio, ma la peso e la faccio entrare nel piano. Non è tradire, è volersi bene. La testa deve restare dalla tua parte.

Forza, sei più vicino di quanto pensi. Quei 72 kg arriveranno, ma soprattutto arriverai tu, più forte, a quel traguardo di primavera. Un passo alla volta, un’asse alla volta. Tu come stai gestendo questi momenti no? Racconta, magari ci ispiriamo a vicenda.