Il mio coach online mi fa volare: resoconti e risate tra fibre e zoom!

il.valdo

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di fibre e zoom"! Eccomi qui, ancora in pista con il mio coach online che mi sta facendo volare – o almeno ci prova, tra una risata e un’insalata. Sono ormai al terzo mese della mia avventura con questo programma a distanza, e devo dire che ci sono giorni in cui mi sento una fenice che risorge dalle ceneri di una pizza mangiata male, e altri in cui vorrei solo urlare "ma chi me l’ha fatto fare?!".
Allora, vi racconto com’è andata l’ultima consulenza. Martedì, Zoom acceso, io con la mia tazza di tisana detox – che tra l’altro sa di prato bagnato, ma il coach dice che "fa miracoli" – e dall’altra parte il mio trainer, Marco, con la sua energia da "puoi farcela, sei un guerriero!". Mi chiede il resoconto della settimana: "Quanta acqua hai bevuto? Hai fatto i tuoi plank? E le verdure, le hai mangiate?". Io, con la faccia di chi ha appena ricordato che sì, le verdure le ho mangiate, ma forse anche quel mezzo pacchetto di biscotti al cioccolato non richiesto. Lui ride, io rido, e alla fine mi dice: "Tranquilla, l’importante è non mollare, e poi la fibra ti salverà!". Fibra, la sua parola magica. Credo che se gli dicessi che ho mangiato un’intera confezione di crusca mi farebbe un applauso virtuale.
I pro di questo formato? La comodità è pazzesca. Niente palestra, niente corse sotto la pioggia per incontrare un trainer, solo io, il mio pc e un piano personalizzato che mi arriva dritto sul telefono. Il dietologo, poi, è un genio: mi ha fatto scoprire combinazioni di cibi che non avrei mai provato – tipo il cavolo nero con un po’ di limone, che ora è il mio nuovo amore. E le videochiamate mi tengono responsabile: sapere che devo "render conto" mi dà la spinta per non sgarrare troppo. Inoltre, Marco è un motivatore nato, sembra che mi legga nel pensiero quando sto per cedere alla tentazione di un tiramisù.
I contro? Beh, a volte mi manca il contatto umano vero, tipo il "dai, un ultimo squat!" urlato in faccia da qualcuno in carne e ossa. E poi, diciamocelo, davanti allo schermo è facile fingere di ascoltare mentre penso a quanto vorrei una carbonara. Senza contare che la connessione ogni tanto salta e mi perdo pezzi tipo "ricordati di… bzzzt… importante!". Ma alla fine, si ride anche di questo.
Ultima chicca: mi ha dato un obiettivo per questa settimana, aumentare le porzioni di verdure a foglia verde e provare una ricetta nuova con i legumi. Ieri ho fatto una zuppa di lenticchie che sembrava un’opera d’arte – e sì, mi sono sentita un po’ chef stellata mentre la mangiavo. Insomma, tra alti e bassi, questo coaching online mi sta tenendo sulla strada giusta, e pure con il sorriso. Qualcuno di voi ha mai provato una cosa simile? Come vi trovate? Dai, raccontatemi, che qui tra una consulenza e l’altra ho bisogno di ispirazione!
 
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Ehi, salve a tutti voi guerrieri della fibra e delle videochiamate! Leggendo il tuo racconto, mi sono rivista in tanti momenti, soprattutto in quel mix di alti e bassi che solo chi è a dieta può capire. Io sono una di quelle che non molla, e se c’è una cosa che mi sta salvando in questo percorso è la mia testarda abitudine di fare i giorni di scarico. Sì, hai letto bene: 1-2 giorni a settimana li dedico a kefìr, verdure o frutta, e non nego che a volte mi sembra di essere una monaca in penitenza, ma i risultati li vedo eccome.

Tipo ieri, giornata di scarico totale: solo kefìr e qualche cetriolo per spezzare la monotonia. All’inizio è dura, te lo dico senza giri di parole. La testa ti urla "mangia qualcosa di decente!", lo stomaco brontola come un temporale in arrivo, e io lì, con la mia bottiglia di kefìr in mano, a ripetermi che ne vale la pena. Dopo le prime ore, però, passa. Ti abitui. E il giorno dopo? Mi sveglio leggera, come se avessi tolto un peso dallo stomaco – e non solo in senso figurato. La bilancia scende, il gonfiore sparisce, e mi sento pronta a ricominciare con più energia. È una specie di reset, capisci? Non sto dicendo che sia una passeggiata, ma con un po’ di forza di volontà diventa quasi una sfida personale.

Il mio trucco è organizzarmi. Se decido per le verdure, preparo tutto in anticipo: zucchine grigliate, spinaci al vapore, magari un po’ di carote crude per sgranocchiare qualcosa quando la fame morde. Con la frutta invece vado di mele o kiwi, che mi tengono sazia senza appesantire. Il kefìr lo bevo a piccoli sorsi durante la giornata, così mi sembra di "mangiare" qualcosa. E no, non è che sto lì a sognare pizze o tiramisù – ok, forse un po’ sì, ma tengo duro. Il segreto è non pensarci troppo e ricordarmi perché lo faccio: non solo per il peso, ma per sentirmi bene con me stessa.

Riguardo al tuo coach online, ti capisco alla perfezione. Anche io ho avuto un’esperienza simile tempo fa, e la comodità di non dover uscire di casa è impagabile. Però, come dici tu, manca quel contatto diretto, quel "forza, spingi!" che ti arriva dritto in faccia. Per questo i miei giorni di scarico sono una scelta mia, una cosa che mi impongo da sola, senza bisogno che qualcuno me lo ricordi via Zoom. E sai una cosa? Funziona. Magari potresti provarci anche tu, tipo un giorno a settimana, per dare una scossa al tuo piano. Non sto dicendo di abbandonare il tuo Marco – sembra uno tosto! – ma di aggiungerci un tocco personale.

La tua zuppa di lenticchie mi ha fatto venire voglia di sperimentare, comunque. Io di solito con i legumi sono un disastro, ma potrei provare a fare qualcosa di semplice durante un giorno "normale" dopo lo scarico. Tu come gestisci le tentazioni? Perché io, quando finisco un giorno di kefìr e verdure, devo trattenermi dal buttarmi su un piatto di pasta come se non ci fosse un domani. Dimmi un po’, hai qualche trucco per non cedere? E magari raccontami com’è andata con quelle verdure a foglia verde che ti ha dato come obiettivo. Qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Io ci sto provando, e anche se a volte vorrei mollare tutto per una carbonara, continuo a spingere. Forza, aspetto tue notizie!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "sopravvissuti del kefir e delle zucchine"! Leggerti mi ha fatto quasi venire i nervi, sai? Non perché non capisca, anzi, mi ci ritrovo fin troppo in quel tira e molla tra fame e bilancia. Io sono quella che dopo mesi a letto per una malattia schifosa si è ritrovata con chili di troppo che non riconoscevo nemmeno allo specchio. Ora sto cercando di rimettermi in carreggiata, ma è un casino, te lo dico senza filtri.

I tuoi giorni di scarico? Li conosco bene, ci sto provando anch’io, ma cavolo, non è che mi viene naturale sorseggiare kefir mentre sogno una lasagna! Tipo ieri, giornata di "pulizia": brodo di verdure e un po’ di mela per non svenire. La testa mi martellava, lo stomaco sembrava un gatto incazzato, e io lì a fissare il frigo come se potesse magicamente sputare fuori qualcosa di commestibile ma leggero. Però hai ragione, dopo un po’ ti passa. Oggi mi sono svegliata meno gonfia, con un filo di energia in più, e la bilancia non mi ha fatto venire voglia di spaccarla contro il muro. È un reset, sì, ma che fatica, accidenti!

Io mi organizzo come te, più o meno. Se scelgo verdure, faccio tipo un minestrone leggero o delle carote da sgranocchiare quando mi parte l’istinto di saccheggiare la dispensa. La frutta la tengo per i momenti di crisi: un kiwi o una pera, che almeno mi riempiono senza farmi sentire una balena. Il kefir lo odio e lo amo insieme – sa di punizione, ma funziona, dannazione. E sì, pure io sogno pizze e dolci, ma cerco di distrarmi, tipo guardando video di allenamenti che per ora posso solo sognarmi di fare.

Il coach online? Ne ho uno anch’io, e ok, è comodo, ma a volte mi manca qualcuno che mi urli in faccia di non mollare. Dopo la malattia, sto tornando a muovermi piano, tipo camminate lente o stretching che non mi spacchi in due. I giorni di scarico me li gestisco da sola, però, perché dopo tutto quello che ho passato voglio sentirmi io al comando, capisci? Non è facile, e a volte mi incavolo perché vorrei risultati ieri, ma sto imparando a darmi tempo.

La tua zuppa di lenticchie mi ispira, ma coi legumi sono una frana – l’ultima volta ho fatto un disastro che sembrava colla! Magari ci provo dopo un giorno di scarico, qualcosa di semplice per non sclerare. Le tentazioni? Un incubo. Finisco il kefir e vorrei buttarmi su un piatto di spaghetti come se fosse l’ultima cena. Il mio trucco è tenere le mani occupate: lavo i piatti, sistemo casa, qualsiasi cosa pur di non aprire quel maledetto frigo. Tu come fai? E quelle verdure a foglia verde? Io le ho provate, spinaci al vapore, ma dopo due cucchiai ero già stufa – dimmi che hai un segreto per renderle decenti!

Siamo tutti nella stessa giostra, vero? Io ci sto dando dentro, anche se a volte mi sale una rabbia che vorrei mandare tutto all’aria per un tiramisù. Dai, raccontami come te la cavi, che qui serve ispirazione! 💪😤
 
Ehilà, sopravvissuta del kefir e delle zucchine, ti capisco eccome quando parli di quel tira e molla con la bilancia e la fame che ti fa impazzire! Io sono quella che dopo anni di chili accumulati – non ti sto a raccontare il perché, ma diciamo che la vita mi ha messo ko – ha deciso di dare una svolta con la camminata nordica. Sì, hai letto bene, niente palestra o coach che ti urlano in faccia, solo io, due bastoncini e la voglia di riprendermi il mio corpo, passo dopo passo.

La tua giornata di "pulizia" mi ha fatto quasi ridere, perché ci sono passata: brodo che sa di niente, mele che ti guardano tristi e lo stomaco che ringhia come un lupo. Io quei giorni li facevo all’inizio, per sgonfiarmi un po’, ma poi ho capito che con la nordic walking potevo mangiare semplice senza morire di fame. Verdure sì, ma non solo minestroni acquosi: io faccio tipo carote e finocchi crudi da sgranocchiare mentre cammino, così mi tengo occupata e non penso alla lasagna. Il kefir? Mai stato il mio forte, preferisco uno yogurt magro, che almeno non mi sembra di bere una pozione amara.

La tecnica della camminata nordica è una figata, te lo dico senza giri di parole. Non è solo passeggiare, è un movimento che ti fa lavorare tutto: braccia, gambe, schiena. All’inizio ero scoordinata come un pinguino, ma dopo un po’ ci prendi il ritmo. I bastoncini sono fondamentali, non quei cosi da trekking, ma quelli leggeri, con l’impugnatura comoda – li ho presi online dopo mille ricerche, e ora sono i miei migliori amici. Ti muovi, bruci, e non ti ammazzi di fatica come con la corsa. Io partivo da camminate lente, tipo 20 minuti, e ora sto a un’ora senza nemmeno accorgermene. Dopo la malattia che ti ha steso, potrebbe essere una cosa da provare, no? Parti piano, senza strafare, e vedi come va.

Le tentazioni di cui parli, quelle pizze e tiramisù che ti chiamano, le conosco fin troppo bene. Il mio trucco è uscire a camminare quando mi parte la voglia: prendo i bastoncini e via, aria fresca in faccia e la testa si calma. Le verdure a foglia verde? Gli spinaci al vapore sono una noia mortale, hai ragione. Io li butto in padella con un filo d’olio e aglio, giusto per dargli un senso, oppure li mischio a un po’ di ricotta magra – non sarà una pizza, ma almeno non mi viene da piangere mentre li mangio.

La zuppa di lenticchie che ti ispira? Io la faccio leggera, con un po’ di sedano e carota, niente pasticci collosi. Dopo una camminata lunga, me la gusto senza sensi di colpa, perché so che me la sono meritata. Il coach online può essere utile, ma la nordic walking mi ha dato una marcia in più: non ho bisogno di qualcuno che mi controlli, sono io che decido quanto spingere. E i risultati? Lenti, sì, ma ci sono. Chili giù, fiato che torna, e la bilancia che non mi fa più venire voglia di urlare.

Tu che sei nella giostra con me, prova a infilarci un po’ di movimento così, senza complicarti la vita. Niente di estremo, solo due bastoncini e un parco vicino casa. E se il frigo ti fissa ancora, esci e cammina finché non ti passa. Raccontami come te la cavi tu, che qui ci si ispira a vicenda, altro che tiramisù!