Ciao a tutti, oggi voglio raccontarvi la mia esperienza con le insalate che saziano, seguendo il metodo Montignac, e metterlo a confronto con il classico conteggio delle calorie che ho provato per anni. Premetto che non sono una nutrizionista, parlo solo di quello che ho vissuto io, provando e riprovando sulla mia pelle.
Quando ho scoperto Montignac, la prima cosa che mi ha colpita è stata l’idea di non dover pesare tutto o morire di fame. Basta scegliere i carboidrati giusti, quelli con un indice glicemico basso, e il gioco è fatto. Le insalate per me sono diventate un alleato pazzesco. Non parlo delle solite due foglie di lattuga tristi con un pomodoro, ma di piatti veri, pieni di sapore e che ti lasciano soddisfatta per ore. Per esempio, una delle mie preferite è con lenticchie (IG 30, una bomba di fibre), rucola, un po’ di feta magra e qualche noce. Oppure, se ho voglia di qualcosa di fresco, mixo ceci (IG 35), cetrioli, cipolla rossa e un filo d’olio extravergine. Roba che ti riempie e non ti fa correre al frigo dopo un’ora.
Con il conteggio calorie invece era un altro mondo. Mangiavo insalate sì, ma sempre con quella calcolatrice in testa: 100 grammi di questo, 50 di quello, e guai a sgarrare di un grammo. Risultato? Dopo un mese ero stufa, nervosa e con una fame che non vi dico. Certo, i numeri sulla bilancia scendevano, ma a che prezzo? Con Montignac invece ho imparato a guardare la qualità, non solo la quantità. I carboidrati “cattivi” come il pane bianco o le patate fritte li ho messi da parte, e vi giuro, non mi mancano. Una volta ho provato a confrontare: un’insalata con patate (IG alto, sopra 70) mi lasciava affamata dopo poco, mentre una con quinoa (IG 53) mi teneva sazia fino a cena.
Vi lascio una mini-tabella che uso spesso per orientarmi: lenticchie IG 30, ceci IG 35, quinoa IG 53, farro IG 65 (questo lo uso meno), e poi evito riso bianco o mais che schizzano sopra 70. Non è scienza esatta, ma mi ha cambiato il modo di mangiare. Il bello è che non mi sento a dieta, eppure i jeans di due anni fa mi entrano di nuovo. Con le calorie invece era una lotta continua, e appena smettevo di contare tornavo al punto di partenza.
Insomma, per me Montignac vince sulle insalate sazianti. Non è solo una questione di peso, ma di come mi sento dopo: leggera, energica, senza quel senso di privazione. Qualcuno di voi ha provato? O magari siete team calorie e avete trucchi per non impazzire? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Quando ho scoperto Montignac, la prima cosa che mi ha colpita è stata l’idea di non dover pesare tutto o morire di fame. Basta scegliere i carboidrati giusti, quelli con un indice glicemico basso, e il gioco è fatto. Le insalate per me sono diventate un alleato pazzesco. Non parlo delle solite due foglie di lattuga tristi con un pomodoro, ma di piatti veri, pieni di sapore e che ti lasciano soddisfatta per ore. Per esempio, una delle mie preferite è con lenticchie (IG 30, una bomba di fibre), rucola, un po’ di feta magra e qualche noce. Oppure, se ho voglia di qualcosa di fresco, mixo ceci (IG 35), cetrioli, cipolla rossa e un filo d’olio extravergine. Roba che ti riempie e non ti fa correre al frigo dopo un’ora.
Con il conteggio calorie invece era un altro mondo. Mangiavo insalate sì, ma sempre con quella calcolatrice in testa: 100 grammi di questo, 50 di quello, e guai a sgarrare di un grammo. Risultato? Dopo un mese ero stufa, nervosa e con una fame che non vi dico. Certo, i numeri sulla bilancia scendevano, ma a che prezzo? Con Montignac invece ho imparato a guardare la qualità, non solo la quantità. I carboidrati “cattivi” come il pane bianco o le patate fritte li ho messi da parte, e vi giuro, non mi mancano. Una volta ho provato a confrontare: un’insalata con patate (IG alto, sopra 70) mi lasciava affamata dopo poco, mentre una con quinoa (IG 53) mi teneva sazia fino a cena.
Vi lascio una mini-tabella che uso spesso per orientarmi: lenticchie IG 30, ceci IG 35, quinoa IG 53, farro IG 65 (questo lo uso meno), e poi evito riso bianco o mais che schizzano sopra 70. Non è scienza esatta, ma mi ha cambiato il modo di mangiare. Il bello è che non mi sento a dieta, eppure i jeans di due anni fa mi entrano di nuovo. Con le calorie invece era una lotta continua, e appena smettevo di contare tornavo al punto di partenza.
Insomma, per me Montignac vince sulle insalate sazianti. Non è solo una questione di peso, ma di come mi sento dopo: leggera, energica, senza quel senso di privazione. Qualcuno di voi ha provato? O magari siete team calorie e avete trucchi per non impazzire? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!