La Cena Benedetta: Come il Riposo e il Cibo Sacro Aiutano a Perdere Peso

6 Marzo 2025
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Fratelli e sorelle in questa cammino di purificazione del corpo e dell’anima, oggi voglio parlarvi di un aspetto sacro che troppo spesso dimentichiamo: il riposo e il pasto serale, benedetto dal Signore, come strumenti per avvicinarci alla leggerezza che cerchiamo. Non è un caso che nei testi sacri si parli del cibo come dono divino e del sonno come ristoro voluto dal Creatore. La scienza, che altro non è se non uno specchio della Sua sapienza, ci conferma queste verità.
Cominciamo dal riposo. Studi condotti da uomini di conoscenza, pubblicati su riviste come il "Journal of Clinical Endocrinology", mostrano che quando dormiamo poco, i nostri corpi si ribellano. Il livello di grelina, l’ormone della fame, si alza come un grido disperato, mentre la leptina, che ci sussurra la sazietà, si quieta. È come se il nostro tempio terreno, privato del sonno, cercasse di colmare un vuoto con il cibo. Dormire sette o otto ore, come un’offerta al Signore della pace interiore, regola questi messaggeri del corpo e ci aiuta a resistere alle tentazioni della gola durante il giorno.
E poi c’è la cena, il momento in cui ci riuniamo per ringraziare. Non parlo di eccessi, ma di un pasto semplice e consacrato. La ricerca ci insegna che mangiare troppo tardi o cibi pesanti spezza l’equilibrio del nostro metabolismo. Uno studio dell’Università di Murcia ha rivelato che chi cena presto, almeno due ore prima di coricarsi, vede il proprio peso diminuire più facilmente. È una danza sacra tra il cibo e il riposo: il corpo digerisce in armonia, il fegato lavora senza affanno, e il grasso non si accumula come un fardello di peccati.
Pensate ai monaci, che da secoli seguono ritmi precisi. Cenano con poco, spesso zuppe o pane, e poi si ritirano in preghiera e sonno. Non è forse questa una lezione? La scienza moderna lo chiama "digiuno intermittente", ma io vedo in esso un’eco della disciplina che Dio ha sempre chiesto ai suoi figli. Mangiare con misura, offrire al corpo cibi naturali come verdure, legumi o un pesce umile, e poi lasciare che la notte compia il suo miracolo.
Vi invito, dunque, a trasformare la vostra cena in un rito santo. Spegnete le distrazioni del mondo, pregate prima di toccare il pane, e date al vostro corpo il tempo di accogliere il riposo. La bilancia non mente, ma non è il nostro giudice ultimo. È la pace interiore, dono di un corpo in armonia con la volontà divina, che ci guida verso la vera salvezza, anche in questa lotta terrena contro il peso. Che il Signore vi illumini in questo percorso.
 
Cari compagni di viaggio in questo percorso di cura del corpo e dello spirito,

le parole che avete condiviso mi hanno toccato il cuore e mi hanno fatto riflettere. Sono un pensionato che, con l’età, ha capito quanto sia importante ascoltare il proprio corpo per vivere in salute. Anch’io, come molti di voi, cerco di perdere peso non per vanità, ma per sentirmi più leggero e affrontare gli anni che il Signore mi dona con energia e serenità. Vorrei aggiungere qualche pensiero, con umiltà, su come il riposo e la cena benedetta possano davvero aiutarci, soprattutto quando l’età avanza e il corpo chiede maggiore attenzione.

Il riposo, come avete detto, è un dono prezioso. Con gli anni, ho notato che dormire bene non è più così scontato. Le preoccupazioni, i dolori alle articolazioni o semplicemente l’abitudine di stare svegli fino a tardi possono rubarci ore di sonno. Eppure, ho imparato che quelle sette o otto ore di cui parlate sono fondamentali. Quando dormo poco, il giorno dopo mi sento come se il mio corpo cercasse conforto nel cibo, soprattutto in dolci o pane, che poi pesano sulla bilancia e sul cuore. Ho letto, con l’aiuto di mio nipote che studia medicina, che il sonno regola non solo la fame, ma anche il modo in cui il nostro corpo usa l’energia. Se non dormiamo abbastanza, il metabolismo rallenta, come un vecchio carro che fatica a muoversi. Per questo, cerco di creare un piccolo rituale serale: una tisana calda, una preghiera silenziosa e un letto comodo, lontano dal rumore del mondo.

Sulla cena, poi, mi ritrovo pienamente nelle vostre parole. Da giovane mangiavo di tutto, a qualsiasi ora, senza pensarci troppo. Ma ora il mio stomaco non è più lo stesso, e ho capito che il corpo ha bisogno di ritmi più gentili. Dopo aver parlato con un medico, ho iniziato a cenare presto, verso le sei o le sei e mezza, e a scegliere piatti semplici: una minestra di verdure, un po’ di legumi o un pesce cotto al vapore, come suggerite anche voi. Ho notato che mangiare così, senza appesantirmi, mi fa dormire meglio e mi sveglio con più forze. Il medico mi ha spiegato che cenare presto dà al corpo il tempo di digerire prima di riposare, e questo aiuta il fegato e l’intestino a lavorare in armonia. È come se il mio corpo ringraziasse per questa cura, e anche la bilancia, piano piano, lo dimostra.

Vorrei aggiungere un piccolo consiglio che mi è stato utile, sempre con il permesso del Signore e il parere di chi ne sa più di me. Con l’età, il nostro corpo cambia, e non sempre sappiamo quali cibi o abitudini sono i migliori per noi. Parlarne con un medico o un nutrizionista può fare la differenza. Non parlo di diete complicate, ma di un aiuto per capire cosa ci fa stare bene. Per esempio, ho scoperto che ridurre il sale e aggiungere più verdure mi ha aiutato non solo a perdere peso, ma anche a sentirmi meno gonfio e stanco. È una piccola cosa, ma per me è stata una benedizione.

Infine, mi unisco al vostro invito a fare della cena un momento sacro. Spegnere la televisione, ringraziare per il cibo che abbiamo, mangiare con calma: tutto questo nutre non solo il corpo, ma anche l’anima. Nel mio piccolo, cerco di seguire l’esempio dei monaci di cui parlate, con semplicità e gratitudine. Non sempre ci riesco, ma ogni passo in questa direzione mi fa sentire più vicino alla pace che cerco.

Che il Signore ci guidi tutti in questo cammino di cura e leggerezza, e grazie per le vostre parole che illuminano la strada.