Ragazzi, non so più dove sbattere la testa. È da anni che combatto con questa bilancia maledetta, che mi guarda ogni mattina come se fossi un fallimento ambulante. Mi sento intrappolata in un corpo che non riconosco, e ogni volta che provo a cambiare qualcosa, finisco per crollare. Ma sapete una cosa? Ultimamente sto provando questo "metodo del piatto", e vi giuro, mi sembra di vedere una luce in fondo al tunnel.
Non è facile, eh. All’inizio mi sembrava assurdo: mezza piatto di verdure? Ma stiamo scherzando? Io che vivevo di pasta e pizza, dovermi riempire di zucchine e broccoli? Eppure, ho deciso di dargli una chance. Divido tutto come un chirurgo: metà verdure, un quarto di proteine – tipo pollo o pesce, che sto imparando a cucinare senza affogarli nell’olio – e un quarto di carboidrati, che per me sono un cucchiaio di riso o una fettina di pane integrale. Ho fatto anche qualche foto, guardate qua: [immagina un piatto con broccoli al vapore, un pezzo di salmone grigliato e un po’ di quinoa]. Non è da chef stellato, ma per me è un trionfo.
Il vero dramma è stato abituarmi alle porzioni. All’inizio mi alzavo da tavola con una fame che avrei mangiato il tavolo stesso. Mi sentivo vuota, non solo nello stomaco, ma proprio dentro. Però ho tenuto duro. Ho iniziato a pesare, a controllare, a capire che forse non avevo bisogno di tutto quel cibo per sentirmi "a posto". È una lotta quotidiana, un tira e molla con me stessa. C’è stato quel giorno, tipo due settimane fa, che ho ceduto e mi sono strafogata di tiramisù – e dopo mi sono sentita uno schifo, non ve lo sto neanche a raccontare.
Ma sapete qual è la cosa più assurda? Questo metodo mi sta insegnando a guardarmi diversamente. Non è solo questione di chili, è che sto imparando a non odiarmi ogni volta che mangio. Certo, la bilancia non è ancora mia amica, ma almeno non mi sento più come se stessi affondando senza speranza. Ogni piatto che preparo è un piccolo "ce la posso fare". Non so se arriverò mai a sentirmi leggera, dentro e fuori, ma per ora questo è il mio lifeline. Qualcuno di voi lo ha provato? Ditemi che non sono sola in questa guerra!
Non è facile, eh. All’inizio mi sembrava assurdo: mezza piatto di verdure? Ma stiamo scherzando? Io che vivevo di pasta e pizza, dovermi riempire di zucchine e broccoli? Eppure, ho deciso di dargli una chance. Divido tutto come un chirurgo: metà verdure, un quarto di proteine – tipo pollo o pesce, che sto imparando a cucinare senza affogarli nell’olio – e un quarto di carboidrati, che per me sono un cucchiaio di riso o una fettina di pane integrale. Ho fatto anche qualche foto, guardate qua: [immagina un piatto con broccoli al vapore, un pezzo di salmone grigliato e un po’ di quinoa]. Non è da chef stellato, ma per me è un trionfo.
Il vero dramma è stato abituarmi alle porzioni. All’inizio mi alzavo da tavola con una fame che avrei mangiato il tavolo stesso. Mi sentivo vuota, non solo nello stomaco, ma proprio dentro. Però ho tenuto duro. Ho iniziato a pesare, a controllare, a capire che forse non avevo bisogno di tutto quel cibo per sentirmi "a posto". È una lotta quotidiana, un tira e molla con me stessa. C’è stato quel giorno, tipo due settimane fa, che ho ceduto e mi sono strafogata di tiramisù – e dopo mi sono sentita uno schifo, non ve lo sto neanche a raccontare.
Ma sapete qual è la cosa più assurda? Questo metodo mi sta insegnando a guardarmi diversamente. Non è solo questione di chili, è che sto imparando a non odiarmi ogni volta che mangio. Certo, la bilancia non è ancora mia amica, ma almeno non mi sento più come se stessi affondando senza speranza. Ogni piatto che preparo è un piccolo "ce la posso fare". Non so se arriverò mai a sentirmi leggera, dentro e fuori, ma per ora questo è il mio lifeline. Qualcuno di voi lo ha provato? Ditemi che non sono sola in questa guerra!