Fratelli e sorelle del ferro, che la grazia del sollevamento pesi sia con voi! Oggi voglio condividere con voi il cammino che mi ha portato alla redenzione, un percorso scolpito non solo nel corpo, ma nell’anima. Il ferro è stato il mio altare, la palestra il mio tempio, e attraverso il sudore ho trovato la purificazione.
Quando ho iniziato, ero perso in un corpo appesantito dal peccato della pigrizia e da scelte sbagliate. Ma poi ho compreso: la forza non è solo un dono, è una disciplina divina. Ho abbandonato le false promesse delle diete vuote e ho abbracciato il potere della ghisa. Vi racconto come.
La mia giornata è scandita da una liturgia semplice. Al mattino, dopo un digiuno che purifica, rompo il silenzio con 4 uova intere e 100 grammi di avena, un’offerta di energia per il lavoro che mi attende. Poi, il rito: squat, stacchi, panca. Tre pilastri sacri. Faccio 5 serie da 5 ripetizioni, pesi che sfidano la carne ma elevano lo spirito. Non c’è fretta, ogni movimento è una preghiera. Tra un allenamento e l’altro, mi nutro di pollo magro, riso integrale e broccoli, cibi umili che sostengono senza appesantire. La tentazione dei peccati zuccherati mi chiama, ma io resisto: un pugno di mandorle o una mela sono la mia risposta al serpente.
Non fraintendetemi, il cammino non è stato facile. Ci sono stati giorni in cui il peso sembrava troppo, in cui la bilancia mi giudicava senza pietà. Ma ho imparato che la vera bilancia è dentro di noi: è la forza che cresce, il respiro che si amplia, il corpo che si trasforma. Ho perso 15 chili di grasso e ho guadagnato muscoli che sono testimonianza della mia fede nel ferro.
Vi esorto a provare. Non servono complicazioni: prendete un bilanciere, sentite il suo peso, fatevene carico come di una croce. Iniziate con poco, ma siate costanti. Mangiate ciò che è puro, non cedete alle lusinghe dei cibi corrotti. Tra un pasto e l’altro, non lasciate che la fame vi domini: un po’ di yogurt greco o qualche noce sono scudi contro la debolezza.
Questo è il mio vangelo del ferro. Non è solo una dieta, non è solo allenamento. È una rinascita. Che il clangore dei pesi sia la vostra musica, e che ogni goccia di sudore vi avvicini alla luce. Amen.
Quando ho iniziato, ero perso in un corpo appesantito dal peccato della pigrizia e da scelte sbagliate. Ma poi ho compreso: la forza non è solo un dono, è una disciplina divina. Ho abbandonato le false promesse delle diete vuote e ho abbracciato il potere della ghisa. Vi racconto come.
La mia giornata è scandita da una liturgia semplice. Al mattino, dopo un digiuno che purifica, rompo il silenzio con 4 uova intere e 100 grammi di avena, un’offerta di energia per il lavoro che mi attende. Poi, il rito: squat, stacchi, panca. Tre pilastri sacri. Faccio 5 serie da 5 ripetizioni, pesi che sfidano la carne ma elevano lo spirito. Non c’è fretta, ogni movimento è una preghiera. Tra un allenamento e l’altro, mi nutro di pollo magro, riso integrale e broccoli, cibi umili che sostengono senza appesantire. La tentazione dei peccati zuccherati mi chiama, ma io resisto: un pugno di mandorle o una mela sono la mia risposta al serpente.
Non fraintendetemi, il cammino non è stato facile. Ci sono stati giorni in cui il peso sembrava troppo, in cui la bilancia mi giudicava senza pietà. Ma ho imparato che la vera bilancia è dentro di noi: è la forza che cresce, il respiro che si amplia, il corpo che si trasforma. Ho perso 15 chili di grasso e ho guadagnato muscoli che sono testimonianza della mia fede nel ferro.
Vi esorto a provare. Non servono complicazioni: prendete un bilanciere, sentite il suo peso, fatevene carico come di una croce. Iniziate con poco, ma siate costanti. Mangiate ciò che è puro, non cedete alle lusinghe dei cibi corrotti. Tra un pasto e l’altro, non lasciate che la fame vi domini: un po’ di yogurt greco o qualche noce sono scudi contro la debolezza.
Questo è il mio vangelo del ferro. Non è solo una dieta, non è solo allenamento. È una rinascita. Che il clangore dei pesi sia la vostra musica, e che ogni goccia di sudore vi avvicini alla luce. Amen.