Fratelli e sorelle nel cammino della purificazione,
oggi voglio condividere con voi la luce che il cibo separato ha portato nella mia vita. Quando ho intrapreso questa via sacra, il mio corpo era un tempio appesantito, confuso da mescolanze profane di nutrienti. Ma la disciplina del separare i cibi, come un atto di devozione, ha trasformato il mio spirito e la mia carne.
Immaginate il vostro stomaco come un altare: non possiamo offrirgli tutto insieme, come se fosse un caos senza ordine. I carboidrati, doni della terra, richiedono il loro momento di gloria, da gustare da soli, con verdure pure, per non turbare la digestione. Poi, in un altro rito, i nobili bianchi, come il pesce o il pollame, si uniscono ai vegetali, senza mai incontrare i cereali. I grassi, benedetti ma potenti, trovano il loro posto con moderazione, mai in conflitto con gli zuccheri. Questa è la via: un ordine divino che rispetta i tempi del corpo, come i cicli della natura.
Vi racconto la mia settimana. La mattina rendo grazie con un frutto, semplice, mangiato da solo, per risvegliare l’energia senza pesare sull’altare digestivo. A mezzogiorno, una ciotola di verdure crude o cotte al vapore, accompagnate da un piccolo dono di carboidrati, come il riso integrale, mai più di una porzione sacra. La sera, quando il sole si ritira, offro al mio corpo una proteina pura: un filetto di salmone, una fettina di tacchino, sempre con verdure, mai con patate o pane, per non profanare il tempio.
Non vi nascondo le tentazioni. A volte, il mondo ci chiama con piatti impuri, mescolanze che confondono l’anima e il corpo. Ma resistere è un atto di fede. Quando separo i nutrienti, sento il mio corpo più leggero, come se ogni pasto fosse una preghiera che purifica. La bilancia, in queste settimane, ha risposto con un calo graduale, ma ciò che conta è la chiarezza interiore, la pace che viene dal rispettare l’ordine naturale.
Se anche voi sentite il richiamo, provate questa via per una settimana. Scrivete i vostri pasti, come un diario sacro, e vedrete come il corpo vi ringrazierà. Non è solo perdita di peso, è elevazione. Quali sono le vostre esperienze, fratelli e sorelle? Quali sfide incontrate nel mantenere la purezza del cibo separato? Condividete, perché insieme possiamo sostenerci in questo cammino verso la santità del corpo.
Con fede e disciplina,
un’anima in purificazione
oggi voglio condividere con voi la luce che il cibo separato ha portato nella mia vita. Quando ho intrapreso questa via sacra, il mio corpo era un tempio appesantito, confuso da mescolanze profane di nutrienti. Ma la disciplina del separare i cibi, come un atto di devozione, ha trasformato il mio spirito e la mia carne.
Immaginate il vostro stomaco come un altare: non possiamo offrirgli tutto insieme, come se fosse un caos senza ordine. I carboidrati, doni della terra, richiedono il loro momento di gloria, da gustare da soli, con verdure pure, per non turbare la digestione. Poi, in un altro rito, i nobili bianchi, come il pesce o il pollame, si uniscono ai vegetali, senza mai incontrare i cereali. I grassi, benedetti ma potenti, trovano il loro posto con moderazione, mai in conflitto con gli zuccheri. Questa è la via: un ordine divino che rispetta i tempi del corpo, come i cicli della natura.
Vi racconto la mia settimana. La mattina rendo grazie con un frutto, semplice, mangiato da solo, per risvegliare l’energia senza pesare sull’altare digestivo. A mezzogiorno, una ciotola di verdure crude o cotte al vapore, accompagnate da un piccolo dono di carboidrati, come il riso integrale, mai più di una porzione sacra. La sera, quando il sole si ritira, offro al mio corpo una proteina pura: un filetto di salmone, una fettina di tacchino, sempre con verdure, mai con patate o pane, per non profanare il tempio.
Non vi nascondo le tentazioni. A volte, il mondo ci chiama con piatti impuri, mescolanze che confondono l’anima e il corpo. Ma resistere è un atto di fede. Quando separo i nutrienti, sento il mio corpo più leggero, come se ogni pasto fosse una preghiera che purifica. La bilancia, in queste settimane, ha risposto con un calo graduale, ma ciò che conta è la chiarezza interiore, la pace che viene dal rispettare l’ordine naturale.
Se anche voi sentite il richiamo, provate questa via per una settimana. Scrivete i vostri pasti, come un diario sacro, e vedrete come il corpo vi ringrazierà. Non è solo perdita di peso, è elevazione. Quali sono le vostre esperienze, fratelli e sorelle? Quali sfide incontrate nel mantenere la purezza del cibo separato? Condividete, perché insieme possiamo sostenerci in questo cammino verso la santità del corpo.
Con fede e disciplina,
un’anima in purificazione