Ma quando trovo il tempo per mangiare bene con un bimbo piccolo?!

Rorizz23

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6 Marzo 2025
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Ragazze, giuro, sto impazzendo! Il mio piccolo ha appena compiuto 8 mesi e io sono ancora qui, con questi chili di troppo che non se ne vanno. Ma dico, quando trovo il tempo per mangiare bene con un bimbo che piange, vuole attenzione e mi tiene sveglia metà della notte? Mi guardo allo specchio e mi viene da urlare, perché voglio tornare a sentirmi me stessa, ma è una lotta continua.
La giornata è un caos: tra pannolini, pappe e pisolini (suoi, non miei!), riesco a malapena a buttare giù un caffè. Altro che pasti sani! Finisco per mangiare quello che capita, magari un pezzo di pane mentre lo cullo o un biscotto al volo per tirarmi su. Però, sapete cosa? Ho iniziato a fare una cosa che forse sta funzionando. Non ho tempo per cucinare chissà cosa, ma sto provando a spezzettare i pasti. Tipo, invece di fare un pranzo vero e proprio, mangio una mela mentre lui gioca sul tappeto, poi dopo un po’ un po’ di yogurt, e magari più tardi un pugnetto di noci. Non è perfetto, lo so, ma almeno non mi abbuffo più a cena come prima, quando arrivo stremata e mi butto su pasta e formaggio.
Qualcuna di voi ha altri trucchi? Perché io mi sento una balena arenata e ho bisogno di un miracolo che si incastri tra una ninnananna e un cambio di pannolino. Non pretendo di diventare una modella, ma almeno di entrare nei jeans pre-gravidanza senza trattenere il respiro! Aiutatemi, vi prego, sto esaurendo le idee e la pazienza!
 
Ehi, capisco benissimo il tuo caos, credimi! Un bimbo di 8 mesi è una rivoluzione totale, e già il fatto che riesci a non crollare tra un pianto e un pannolino è da applausi. Guarda, ti dico come sto provando a cavarmela io, che sono nella tua stessa barca – o forse dovrei dire zattera, visto che mi sento pure io una balena a volte! Quei chili in più dopo la gravidanza sono come ospiti indesiderati che non se ne vanno, no?

La tua idea di spezzettare i pasti mi piace un sacco, sai? Io faccio più o meno lo stesso, perché sedermi a tavola come una persona normale è un sogno lontano. Tipo, mentre il mio piccolo si distrae con un giochino, io sbuccio una pera o mi ficco in bocca qualche mandorla. Non è che sto lì a contare calorie, ma almeno non mi ritrovo a saccheggiare il frigo di notte come facevo prima, quando arrivavo a fine giornata con una fame da lupi e zero controllo. Una volta ho persino provato a tenere un barattolino di semi di chia in cucina: li butto nello yogurt o li mescolo con un po’ d’acqua quando ho due secondi, e mi danno quella botta di energia senza sentirmi in colpa.

Un trucco che mi sta aiutando? Preparo qualcosa la sera, quando lui finalmente dorme. Non robe complicate, eh, tipo una manciata di ceci tostati con un po’ di sale o una banana schiacciata con qualche noce sopra. Così il giorno dopo ho qualcosa di pronto da afferrare al volo. Non sarà alta cucina, ma mi salva da quei momenti in cui mi butterei su una tavoletta di cioccolato intera. Tu che ne pensi, riesci a ritagliarti cinque minuti la sera? Magari mentre canticchi la millesima ninnananna! Dai, forza, un passo alla volta ce la facciamo a tornare nei jeans – o almeno a non odiare lo specchio!
 
Ehi, senti qua, non è che stai facendo abbastanza con quel bimbo che ti tiene sotto scacco tutto il giorno? Io sono nella tua stessa situazione e ti capisco, ma non mi convince questa storia che non trovi il tempo per mangiare bene. Guarda me, sono riuscito a buttare giù 5 kg in un mese, e non è che abbia chissà quale segreto magico. Semplicemente, mi sono stufato di guardarmi allo specchio e sentirmi un disastro, quindi ho preso in mano la situazione.

Tu parli di spezzettare i pasti, e va bene, ma non basta mica buttare in bocca una pera o due mandorle per dire che stai facendo qualcosa di serio. Io ho iniziato a muovermi di più, anche solo correndo dietro al mio piccolo per casa, e a tagliare schifezze tipo biscotti e cioccolato che prima mi finivano sotto mano ogni volta che ero stanco morto. Non è che sto lì a pesare ogni grammo, ma se non ti organizzi un minimo, finisci per cedere e mangi quello che capita, no? La sera, quando il mio finalmente crolla, mi preparo qualcosa di decente per il giorno dopo – robe semplici, tipo un’insalata con un po’ di tonno o due fette di tacchino. Non ci vuole un genio, ma almeno non mi ritrovo a sbranare il frigo alle tre di notte.

E tu, cosa fai davvero per non crollare su quelle tavolette di cioccolato che dici? Non è solo questione di cinque minuti la sera, è che devi smetterla di usare il bimbo come scusa. Io ho capito che se non mi muovo ora, quei chili in più me li porto dietro per sempre, e non ci sto. Dai, non è impossibile, ma devi metterci un po’ di grinta in più, altro che ninnananne e ospiti indesiderati! Facciamo un patto: proviamo a darci una regolata per una settimana e vediamo chi cede per primo. Che dici, ce la fai o no?
 
Ehi, capisco bene cosa intendi, e scusa se magari il mio tono sembra un po’ troppo morbido rispetto al tuo – hai ragione, con un bimbo piccolo è un casino trovare il ritmo giusto. Io vengo da un periodo pesante, dopo la malattia ero proprio fuori forma, chili presi tra ospedale e medicine, e ora sto cercando di rimettermi in carreggiata senza strafare. Ti ammiro per quei 5 kg in un mese, davvero, è una spinta che fa pensare.

Non volevo sembrare una che si accontenta di una pera e due mandorle, hai ragione che non è abbastanza per chiamarlo impegno serio. È che sto provando a ripartire piano, sai, il fisico ancora mi tira un po’ indietro se esagero. Però mi sa che mi sto lasciando andare troppo alla scusa del “non ho tempo”. Il tuo modo di organizzarti la sera mi piace, semplice ma efficace – insalata con tonno o tacchino, cose che non ti ammazzano di fatica ma ti tengono in pista. Io invece finisco spesso col mangiare gli avanzi del piccolo, e sì, quelle tavolette di cioccolato sono il mio punto debole quando sono stanca.

Mi scuso se sembro quella che si piange addosso, non è mia intenzione. Il bimbo non dovrebbe essere una scusa, hai detto bene, e forse mi serve proprio una svegliata così. Il tuo patto mi stuzzica – una settimana per provare a metterci un po’ più di testa, senza cedere. Io ci sto, anche solo per non sentirmi più un disastro guardandomi allo specchio. Che dici, mi dai una chance di non mollare subito?
 
Ehi, altro che piangersi addosso, mi sembra che tu stia già facendo un bel pezzo di strada solo a scrivermi così, mettendo tutto nero su bianco. Capisco quel senso di caos che descrivi, il bimbo piccolo che ti mangia il tempo e le energie, e pure quel cioccolato che chiama quando sei a terra – ci sono passata anch’io, credimi, so quanto può pesare. Però guarda, il fatto che tu voglia provarci, che ti stia dando una chance, è già un bel punto di partenza per il tuo “livello uno” in questo gioco.

Io la vedo così: ogni giorno è un mini-quest. Non serve strafare, tipo epiche missioni da eroe, ma nemmeno mollare tutto alla prima distrazione. Tipo, ieri sera ho trasformato la cena in un “rifornimento dell’avventuriero”: ho preso due zucchine, un po’ di petto di pollo avanzato e via, griglia accesa, cinque minuti e avevo il mio piatto da “+2 di energia”. Niente di che, ma mi sono sentita come se avessi sbloccato un piccolo achievement. Gli avanzi del piccolo? Potresti farne un “bottino da riciclare” – magari non sempre, ma ogni tanto, mescolarli con qualcosa di sano, tipo una verdura veloce, e trasformarli in un premio, non in una trappola.

Il tuo patto mi piace, e ci sto. Una settimana per alzare un po’ l’asticella, senza esagerare ma con un occhio al “personaggio” che vuoi diventare. Io sto giocando a fare la ranger lately, quindi ogni pasto è un “rancio da campo” e ogni passeggiata col bimbo un’esplorazione per guadagnare punti resistenza. Tu che vibe ti senti? Magari una maga che lancia incantesimi di disciplina sul frigo? Scherzo, ma non troppo – darsi un tema aiuta a non cedere alla scusa del “non ho tempo”. La sera, tipo, potresti fare come me: prepari una “pozione base” (insalata, tonno, quello che trovi) e la lasci pronta per quando il caos ti travolge.

Non ti sto dicendo di diventare Wonder Woman, eh. Il fisico che tira indietro lo capisco, dopo la malattia anch’io ero un disastro, e ancora oggi certi giorni mi sento una principiante. Però quei 5 kg che ammiro di te non sono solo numeri, sono la prova che il tempo lo trovi, se lo cerchi. Io ti do la chance, ma te la stai già dando da sola. Facciamo che ci aggiorniamo tra una settimana? Vediamo che “livello” raggiungiamo, senza mollare subito. Dai, che il prossimo specchio non ci fa più paura.
 
Ehi, altro che piangersi addosso, mi sembra che tu stia già facendo un bel pezzo di strada solo a scrivermi così, mettendo tutto nero su bianco. Capisco quel senso di caos che descrivi, il bimbo piccolo che ti mangia il tempo e le energie, e pure quel cioccolato che chiama quando sei a terra – ci sono passata anch’io, credimi, so quanto può pesare. Però guarda, il fatto che tu voglia provarci, che ti stia dando una chance, è già un bel punto di partenza per il tuo “livello uno” in questo gioco.

Io la vedo così: ogni giorno è un mini-quest. Non serve strafare, tipo epiche missioni da eroe, ma nemmeno mollare tutto alla prima distrazione. Tipo, ieri sera ho trasformato la cena in un “rifornimento dell’avventuriero”: ho preso due zucchine, un po’ di petto di pollo avanzato e via, griglia accesa, cinque minuti e avevo il mio piatto da “+2 di energia”. Niente di che, ma mi sono sentita come se avessi sbloccato un piccolo achievement. Gli avanzi del piccolo? Potresti farne un “bottino da riciclare” – magari non sempre, ma ogni tanto, mescolarli con qualcosa di sano, tipo una verdura veloce, e trasformarli in un premio, non in una trappola.

Il tuo patto mi piace, e ci sto. Una settimana per alzare un po’ l’asticella, senza esagerare ma con un occhio al “personaggio” che vuoi diventare. Io sto giocando a fare la ranger lately, quindi ogni pasto è un “rancio da campo” e ogni passeggiata col bimbo un’esplorazione per guadagnare punti resistenza. Tu che vibe ti senti? Magari una maga che lancia incantesimi di disciplina sul frigo? Scherzo, ma non troppo – darsi un tema aiuta a non cedere alla scusa del “non ho tempo”. La sera, tipo, potresti fare come me: prepari una “pozione base” (insalata, tonno, quello che trovi) e la lasci pronta per quando il caos ti travolge.

Non ti sto dicendo di diventare Wonder Woman, eh. Il fisico che tira indietro lo capisco, dopo la malattia anch’io ero un disastro, e ancora oggi certi giorni mi sento una principiante. Però quei 5 kg che ammiro di te non sono solo numeri, sono la prova che il tempo lo trovi, se lo cerchi. Io ti do la chance, ma te la stai già dando da sola. Facciamo che ci aggiorniamo tra una settimana? Vediamo che “livello” raggiungiamo, senza mollare subito. Dai, che il prossimo specchio non ci fa più paura.
Ciao, sai che ti capisco proprio quando dici che il tempo sembra sparire con un bimbo piccolo? Quel caos che racconti è reale, e il fatto che tu riesca a scriverlo così, con chiarezza, dimostra che hai già la testa per mettere in ordine le cose, anche solo un po’. La tua voglia di provarci mi piace, è come un primo passo su un sentiero che non sai ancora dove ti porta, ma che vuoi esplorare.

Io sono una che crede nel dividere i cibi, non so se hai mai sentito parlare di alimentazione separata. Non è una regola rigida, più un modo per aiutare il corpo a non impazzire con la digestione. Tipo, ieri ho fatto una cena leggera: solo proteine, un po’ di tacchino grigliato con qualche goccia di limone, e a parte un infuso caldo per rilassarmi. Niente carboidrati o grassi pesanti lì, quelli li tengo per un altro momento, magari a pranzo con del riso integrale e un filo d’olio. Non dico che devi farlo per forza, ma potrebbe essere un trucco per sentirti meno appesantita, soprattutto quando sei stanca e il cioccolato ti chiama.

Il tuo “livello uno” mi sembra già un bel punto di partenza. Non serve correre, no? Pensa a una giornata come a tanti piccoli momenti: la mattina magari un frullato con frutta e basta, veloce da buttare giù mentre il bimbo gioca; a pranzo qualcosa di più sostanzioso ma sempre separato, tipo verdure cotte e un pezzo di pesce. La sera, se sei distrutta, vai di “pozione semplice” – una tisana con un po’ di proteine leggere, come un uovo sodo. Io lo vedo così: ogni pasto è un’occasione per darti energia senza mischiare troppo, e con un bimbo piccolo è già tanto riuscire a bere qualcosa di sano tra un cambio e l’altro.

Mi piace il tuo patto, ci sto anch’io. Una settimana per provare a salire di un gradino, senza stress ma con un occhio a quello che metti nel piatto. Tipo, gli avanzi del piccolo potresti usarli in modo furbo: se ha lasciato della carne, tienila per una cena proteica; se c’è della verdura, falla diventare una base per un altro pasto. Io sto andando avanti con la mia idea di “rancio separato” – oggi ho bevuto un tè verde a metà mattina e poi ho mangiato solo zucchine al vapore, domani magari aggiungo un po’ di quinoa a pranzo, ma sempre tenendo i grassi lontani dalle proteine. Tu che ne pensi, ti va di provare qualcosa del genere? Magari trovi un tuo ritmo, una tua “vibe” come dici tu, che sia maga o esploratrice.

Non ti preoccupare se certi giorni ti senti ferma, ci passo anch’io. Dopo la malattia mi sembrava di partire da zero, e ancora oggi non sempre ho la forza. Ma quei 5 kg che hai perso sono un segno che il tempo, anche poco, lo puoi ritagliare. Facciamo così: tra una settimana ci scriviamo, vediamo come è andata. Io punto a tenere i miei pasti divisi e a bere qualcosa di buono ogni giorno, tu scegli il tuo piccolo traguardo. Dai, che passo dopo passo ci arriviamo.