Ciao a tutti, o forse meglio dire "bentrovati" a chi segue questo thread! Sono qui per condividere quello che ho imparato negli ultimi mesi provando diverse diete, con un occhio sempre puntato non solo alla bilancia, ma anche a come mi sentivo mentalmente. La salute mentale, per me, è diventata una bussola fondamentale in questo percorso, e credo che mangiare bene per sempre non significhi solo perdere peso, ma trovare un equilibrio che funzioni a lungo termine.
Ho iniziato con la dieta chetogenica, attirato dalle promesse di risultati veloci. All’inizio è stato impressionante: in due settimane ho perso quasi 3 chili. La mia energia era altissima, mi sentivo concentrato, quasi invincibile. Ma dopo un mese, ho iniziato a notare i limiti. La rigidità mi pesava, sognavo carboidrati come se fossero vecchi amici lontani, e la mia pazienza si stava esaurendo. Mentalmente, mi sentivo intrappolato, e questo ha iniziato a influire sul mio umore. Ho capito che, per me, una dieta così estrema non era sostenibile, anche se i risultati fisici erano evidenti. Pro: perdita di peso rapida e chiarezza mentale iniziale. Contro: senso di privazione e poca flessibilità.
Poi sono passato a un approccio più moderato, il classico “bilanciato” con conteggio delle calorie. Qui ho usato un’app per tenere traccia di tutto: 40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi. Non era niente di rivoluzionario, ma mi ha dato una struttura senza farmi sentire in gabbia. In un mese ho perso 1,5 chili, più lentamente, ma senza crisi. La mia testa era più leggera, non avevo ossessioni per il cibo, e riuscivo a godermi una pizza ogni tanto senza sensi di colpa. Però, devo ammetterlo, contare tutto mi annoiava dopo un po’. Pro: flessibilità e serenità mentale. Contro: richiede disciplina e può diventare monotono.
L’ultimo esperimento è stato il digiuno intermittente, nello specifico il 16:8. Mangiare solo in una finestra di 8 ore mi sembrava strano all’inizio, ma dopo una settimana mi sono abituato. Ho perso 2 chili in un mese, e la cosa che mi ha sorpreso di più è stata la lucidità mentale nei momenti di digiuno. Mi sentivo più presente, meno appesantito. Tuttavia, non sempre riuscivo a incastrarlo con la mia vita sociale: dire di no a una cena con amici perché era fuori dalla mia “finestra” mi faceva sentire isolato. Pro: semplicità e benefici oltre il peso. Contro: poco adattabile a una vita movimentata.
Cosa ho imparato da tutto questo? Che non esiste una dieta perfetta per sempre, ma esiste un modo di mangiare che si adatta a chi sei e a come vivi. La keto mi ha insegnato che posso spingermi oltre i miei limiti, il bilanciato che la moderazione è una virtù, e il digiuno che a volte meno è meglio. Ora sto cercando di combinare un po’ di tutto: qualche giorno di calorie controllate, qualche finestra di digiuno, e sempre spazio per un piatto che mi renda felice. La salute mentale, per me, viene prima dei numeri sulla bilancia, perché se sto bene con me stesso, il resto arriva da sé. Voi che ne pensate? Avete trovato il vostro “mangiare bene” che dura nel tempo?
Ho iniziato con la dieta chetogenica, attirato dalle promesse di risultati veloci. All’inizio è stato impressionante: in due settimane ho perso quasi 3 chili. La mia energia era altissima, mi sentivo concentrato, quasi invincibile. Ma dopo un mese, ho iniziato a notare i limiti. La rigidità mi pesava, sognavo carboidrati come se fossero vecchi amici lontani, e la mia pazienza si stava esaurendo. Mentalmente, mi sentivo intrappolato, e questo ha iniziato a influire sul mio umore. Ho capito che, per me, una dieta così estrema non era sostenibile, anche se i risultati fisici erano evidenti. Pro: perdita di peso rapida e chiarezza mentale iniziale. Contro: senso di privazione e poca flessibilità.
Poi sono passato a un approccio più moderato, il classico “bilanciato” con conteggio delle calorie. Qui ho usato un’app per tenere traccia di tutto: 40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi. Non era niente di rivoluzionario, ma mi ha dato una struttura senza farmi sentire in gabbia. In un mese ho perso 1,5 chili, più lentamente, ma senza crisi. La mia testa era più leggera, non avevo ossessioni per il cibo, e riuscivo a godermi una pizza ogni tanto senza sensi di colpa. Però, devo ammetterlo, contare tutto mi annoiava dopo un po’. Pro: flessibilità e serenità mentale. Contro: richiede disciplina e può diventare monotono.
L’ultimo esperimento è stato il digiuno intermittente, nello specifico il 16:8. Mangiare solo in una finestra di 8 ore mi sembrava strano all’inizio, ma dopo una settimana mi sono abituato. Ho perso 2 chili in un mese, e la cosa che mi ha sorpreso di più è stata la lucidità mentale nei momenti di digiuno. Mi sentivo più presente, meno appesantito. Tuttavia, non sempre riuscivo a incastrarlo con la mia vita sociale: dire di no a una cena con amici perché era fuori dalla mia “finestra” mi faceva sentire isolato. Pro: semplicità e benefici oltre il peso. Contro: poco adattabile a una vita movimentata.
Cosa ho imparato da tutto questo? Che non esiste una dieta perfetta per sempre, ma esiste un modo di mangiare che si adatta a chi sei e a come vivi. La keto mi ha insegnato che posso spingermi oltre i miei limiti, il bilanciato che la moderazione è una virtù, e il digiuno che a volte meno è meglio. Ora sto cercando di combinare un po’ di tutto: qualche giorno di calorie controllate, qualche finestra di digiuno, e sempre spazio per un piatto che mi renda felice. La salute mentale, per me, viene prima dei numeri sulla bilancia, perché se sto bene con me stesso, il resto arriva da sé. Voi che ne pensate? Avete trovato il vostro “mangiare bene” che dura nel tempo?