Ciao a tutti, o meglio, buongiorno a chi legge con una tazza di tè amaro in mano! Mangiare fuori senza zucchero è proprio un viaggio, vero? Ti capisco perfettamente, all’inizio anch’io sentivo quel vuoto senza il caffè dolce o un dolcetto a fine pasto. Però, sai cosa? Passato il primo scoglio, è come se il palato si risvegliasse. L’altro giorno sono uscita a pranzo e ho ordinato un piatto semplice, tipo pollo grigliato con verdure al vapore, tutto rigorosamente paleo, senza schifezze processate o zuccheri nascosti. Beh, ti giuro che il sapore del pollo era così intenso, quasi dolce di suo, e le zucchine avevano una nota fresca che non mi aspettavo.
Quando elimini lo zucchero e gli alimenti industriali, succede una cosa assurda: riscopri i sapori veri, quelli che la natura ti dà senza bisogno di trucchi. È un po’ come allenarsi, no? All’inizio fai fatica, ti manca la vecchia routine, ma poi il corpo si adatta e ti senti più leggero, più vivo. Io sto seguendo il mio percorso paleo da un po’ ormai, e mangiare fuori è diventato un esperimento: cerco sempre posti dove posso chiedere qualcosa di semplice, magari pesce con erbe o una bowl di verdure e proteine.
Una cosa che ho notato è che adesso sento pure le spezie in modo diverso. Tipo, il rosmarino su una patata dolce cotta al forno (sì, lo so, non è da ristorante, ma ci sta!) mi sembra un’esplosione di gusto, mentre prima lo zucchero copriva tutto. E voi, cosa avete riscoperto? Qualche piatto che vi ha sorpreso? Dai, raccontate, che sono curiosa di sapere come vi state trovando in questa avventura senza zucchero!
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, dipende da quando leggi! Quel che dici sui sapori che si risvegliano è verissimo, è come se il palato facesse un reset e tornasse a sentire tutto con una chiarezza incredibile. Io, più che mangiare fuori, ho trovato la mia strada con i trekking lunghi, di quelli che ti portano via per giorni interi tra montagne o boschi. Non è proprio il classico “fuori a cena”, ma è il mio modo di stare nella natura e, ti dico, anche di rimettermi in forma dopo il caos del post parto.
Quando sei là fuori, con lo zaino in spalla e chilometri da macinare, non hai tempo di pensare allo zucchero o ai dolcetti. Mangi quello che ti porti, e di solito sono cose semplici: noci, carne secca, qualche verdura cruda tipo carote o sedano che resistono nello zaino. All’inizio mi sembrava quasi una punizione, soprattutto perché ero abituata a quel conforto dolce dopo i pasti. Ma poi, passo dopo passo, ti accorgi che il corpo non solo si adatta, ma inizia a ringraziare. Il peso scende, sì, perché cammini ore e bruci tutto, ma è la testa che cambia: non hai più quella fame nervosa, quel bisogno di riempirti di schifezze.
E i sapori? Dopo una giornata a camminare, ti fermi, accendi un fuocherello se puoi, e magari ti prepari una patata cotta sotto la cenere o un pezzo di carne alla brace. Non c’è niente di elaborato, ma il profumo del fumo, il gusto della patata che sa di terra, o la carne che si scioglie dopo ore di fatica… è una roba che ti esplode in bocca. Non serve zucchero, non serve niente di più. È come se la natura ti desse tutto quello di cui hai bisogno, e tu lo apprezzi perché sei stanca, hai camminato, hai sudato.
Io ho riscoperto il piacere di mangiare poco ma bene. Prima ero sempre a cercare qualcosa di veloce, magari processato, per tappare il buco. Ora, dopo un trekking, anche solo un pugno di mandorle mi sembra un lusso. E il fisico risponde: la bilancia scende, la resistenza cresce, e pure la pazienza – che con i bimbi piccoli non guasta mai. Voi che ne pensate? Qualcuno ha mai provato a unire il “senza zucchero” con un po’ di movimento nella natura? Raccontatemi, che magari mi fate venir voglia di provare qualche piatto nuovo al ritorno dal prossimo giro!