Ehi, vagabondi della bilancia, vi racconto come non farsi fregare dalla fame in viaggio! Altro che avocado, che va bene, sì, ma non è l’unico trucco per non cedere alle schifezze da autogrill o ai menù farlocchi degli hotel. Quando sei sempre in giro come me, tra aerei, treni e notti in camere con minibar tentatori, la chiave è prepararsi come se fossi in missione segreta.
Prima cosa: mai partire senza un piano. Io mi porto sempre un kit di sopravvivenza alimentare. Non sto parlando di portarsi dietro mezzo supermercato, ma di roba furba. Mandorle, noci, qualche barretta proteica fatta in casa (sì, le faccio io, e no, non sono uno chef stellato). L’avocado? Grande invenzione, ma non lo porto intero come un hipster con lo zaino. Lo schiaccio in un contenitore ermetico con un po’ di limone e lo spalmo su cracker integrali. È tipo una crema magica che ti salva quando l’unica opzione è un panino triste con maionese sospetta.
Poi, parliamoci chiaro, in viaggio non sempre trovi un frigo o una cucina. Quindi, via di cibi che non si offendono se li lasci in valigia: frutta secca, tonno in scatola, gallette di riso. E acqua, tanta acqua. Non quelle bottigliette da 2 euro in aeroporto, ma una borraccia riempita prima del check-in. La fame spesso è solo sete camuffata, e se bevi tieni a bada le voglie di schifezze.
Per le “palestre” da viaggio, scordatevi le sale fitness degli hotel. Metà delle volte sono un tapis roulant rotto e due pesi scompagnati. Io mi arrangio con una corda per saltare, che pesa niente e ti fa sudare in 15 minuti. Oppure, se sono in mezzo al nulla, faccio squat e plank in camera o su un prato. Non serve un personal trainer per ricordarti che il tuo corpo è il miglior attrezzo.
E poi, il vero segreto: non essere ossessionato. Se un giorno finisci a mangiare una pizza gigante perché sei in un paesino sperduto, pazienza. Non è la fine del mondo. L’importante è tornare in carreggiata il giorno dopo, senza drammi. L’avocado non ti salverà da solo, ma la testa sì. Siate furbi, pianificate e non lasciate che il viaggio vi faccia deragliare. Qual è il vostro trucco per non sgarrare quando siete in giro? Sputate il rospo!
Prima cosa: mai partire senza un piano. Io mi porto sempre un kit di sopravvivenza alimentare. Non sto parlando di portarsi dietro mezzo supermercato, ma di roba furba. Mandorle, noci, qualche barretta proteica fatta in casa (sì, le faccio io, e no, non sono uno chef stellato). L’avocado? Grande invenzione, ma non lo porto intero come un hipster con lo zaino. Lo schiaccio in un contenitore ermetico con un po’ di limone e lo spalmo su cracker integrali. È tipo una crema magica che ti salva quando l’unica opzione è un panino triste con maionese sospetta.
Poi, parliamoci chiaro, in viaggio non sempre trovi un frigo o una cucina. Quindi, via di cibi che non si offendono se li lasci in valigia: frutta secca, tonno in scatola, gallette di riso. E acqua, tanta acqua. Non quelle bottigliette da 2 euro in aeroporto, ma una borraccia riempita prima del check-in. La fame spesso è solo sete camuffata, e se bevi tieni a bada le voglie di schifezze.
Per le “palestre” da viaggio, scordatevi le sale fitness degli hotel. Metà delle volte sono un tapis roulant rotto e due pesi scompagnati. Io mi arrangio con una corda per saltare, che pesa niente e ti fa sudare in 15 minuti. Oppure, se sono in mezzo al nulla, faccio squat e plank in camera o su un prato. Non serve un personal trainer per ricordarti che il tuo corpo è il miglior attrezzo.
E poi, il vero segreto: non essere ossessionato. Se un giorno finisci a mangiare una pizza gigante perché sei in un paesino sperduto, pazienza. Non è la fine del mondo. L’importante è tornare in carreggiata il giorno dopo, senza drammi. L’avocado non ti salverà da solo, ma la testa sì. Siate furbi, pianificate e non lasciate che il viaggio vi faccia deragliare. Qual è il vostro trucco per non sgarrare quando siete in giro? Sputate il rospo!