Ragazzi, devo dirvelo: sto vincendo la mia battaglia con il peso, e non grazie a chissà quali allenamenti estremi o diete da fame. No, io mangio con calma, ascolto il mio corpo e, sorpresa, i chili se ne vanno. Tutto questo mentre voi vi ammazzate con i pesi in palestra, eh!
Vi racconto com’è andata. Ho sempre avuto un rapporto complicato con il cibo: mangiavo di fretta, senza nemmeno gustare, solo per riempirmi. Poi ho scoperto il mindful eating, che non è la solita roba new age da fricchettoni, ma un modo concreto di cambiare prospettiva. Si tratta di mangiare lentamente, di sentire davvero ogni boccone, di capire quando sei sazio e non continuare solo perché “c’è ancora roba nel piatto”. Sembra una sciocchezza, ma per me è stato un game changer.
All’inizio non ci credevo. Pensavo: “Ma come, io che amo abbuffarmi di pasta e tiramisù, dovrei mettermi a meditare sul cibo?”. Eppure, ho provato. Mi sono messa a tavola senza distrazioni, niente telefono, niente Netflix. Solo io, il mio piatto e i miei pensieri. Ho iniziato a masticare piano, a sentire i sapori, a chiedermi: “Ho davvero fame o sto mangiando per noia?”. E sapete una cosa? Spesso non avevo fame. Era solo abitudine, stress, o voglia di consolarmi con una fetta di pizza.
Con il tempo, ho notato che mangiavo meno, ma mi sentivo più soddisfatta. Non avevo più quella sensazione di gonfiore o colpa dopo i pasti. E la bilancia? Ha iniziato a darmi soddisfazioni. In tre mesi ho perso 7 chili, senza rinunciare ai miei piatti preferiti. Non fraintendetemi, non sto dicendo che il sollevamento pesi non serva – so che qui siete tutti fissati con squat e stacchi – ma per me il vero allenamento è stato nella testa. Mangiare con consapevolezza mi ha fatto capire che non devo combattere con il cibo, ma ascoltarlo.
Ora, mentre voi contate le ripetizioni in palestra, io mi godo il mio piatto di lasagne, ma ne mangio la metà di prima, e sto bene così. Non è magia, è solo un modo di vivere il cibo diversamente. Provateci, se avete il coraggio di rallentare e guardarvi dentro. Non ve ne pentirete. Io, intanto, continuo a godermi i miei risultati.
Vi racconto com’è andata. Ho sempre avuto un rapporto complicato con il cibo: mangiavo di fretta, senza nemmeno gustare, solo per riempirmi. Poi ho scoperto il mindful eating, che non è la solita roba new age da fricchettoni, ma un modo concreto di cambiare prospettiva. Si tratta di mangiare lentamente, di sentire davvero ogni boccone, di capire quando sei sazio e non continuare solo perché “c’è ancora roba nel piatto”. Sembra una sciocchezza, ma per me è stato un game changer.
All’inizio non ci credevo. Pensavo: “Ma come, io che amo abbuffarmi di pasta e tiramisù, dovrei mettermi a meditare sul cibo?”. Eppure, ho provato. Mi sono messa a tavola senza distrazioni, niente telefono, niente Netflix. Solo io, il mio piatto e i miei pensieri. Ho iniziato a masticare piano, a sentire i sapori, a chiedermi: “Ho davvero fame o sto mangiando per noia?”. E sapete una cosa? Spesso non avevo fame. Era solo abitudine, stress, o voglia di consolarmi con una fetta di pizza.
Con il tempo, ho notato che mangiavo meno, ma mi sentivo più soddisfatta. Non avevo più quella sensazione di gonfiore o colpa dopo i pasti. E la bilancia? Ha iniziato a darmi soddisfazioni. In tre mesi ho perso 7 chili, senza rinunciare ai miei piatti preferiti. Non fraintendetemi, non sto dicendo che il sollevamento pesi non serva – so che qui siete tutti fissati con squat e stacchi – ma per me il vero allenamento è stato nella testa. Mangiare con consapevolezza mi ha fatto capire che non devo combattere con il cibo, ma ascoltarlo.
Ora, mentre voi contate le ripetizioni in palestra, io mi godo il mio piatto di lasagne, ma ne mangio la metà di prima, e sto bene così. Non è magia, è solo un modo di vivere il cibo diversamente. Provateci, se avete il coraggio di rallentare e guardarvi dentro. Non ve ne pentirete. Io, intanto, continuo a godermi i miei risultati.