Amici, oggi mi sfogo un po’. Sono anni che combatto con il mio peso, un sali e scendi che sembra una montagna russa. Ho provato di tutto, ma sapete qual è stata la svolta? Il mio piccolo orto sul balcone. Non sto scherzando. Coltivare le mie verdure, i miei pomodori, le mie zucchine… mi ha cambiato la vita. Non è solo una questione di cibo, è una questione di controllo. Quando sai esattamente cosa metti nel piatto, quando sai che quelle foglie di insalata non hanno pesticidi e che quei cetrioli li hai cresciuti tu, con le tue mani, tutto cambia. È come se il corpo lo sentisse.
Mangiare sano non significa privarsi, ve lo giuro. Io amo il cibo, amo i sapori, e il mio orto mi dà ingredienti così freschi che ogni piatto sembra una festa. Non seguo diete rigide, ma cerco di bilanciare. Una volta al giorno mi concedo una porzione di proteine magre, poi riempio il piatto di verdure colorate, tutte raccolte a pochi passi dalla mia cucina. È un lavoro, non lo nego. Devi stare dietro alle piante, capire quando annaffiare, quando raccogliere. Ma questo impegno mi tiene lontana dalle schifezze confezionate, dai cibi pieni di zuccheri nascosti che ti fanno solo male.
A volte mi guardo allo specchio e penso: “Non ci siamo ancora”. Ma poi ricordo quanto mi sento più leggera, più energica. Non è solo il corpo, è la testa. Coltivare mi dà pace, mi fa sentire che sto facendo qualcosa di buono per me stessa. E quando raccolgo un pomodoro ancora caldo di sole, mi sento orgogliosa. Non è una dieta, è un modo di vivere. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Avete un angolino verde che vi aiuta in questo percorso? Raccontatemi, perché a volte mi sento sola in questa lotta, ma so che insieme possiamo farcela.
Mangiare sano non significa privarsi, ve lo giuro. Io amo il cibo, amo i sapori, e il mio orto mi dà ingredienti così freschi che ogni piatto sembra una festa. Non seguo diete rigide, ma cerco di bilanciare. Una volta al giorno mi concedo una porzione di proteine magre, poi riempio il piatto di verdure colorate, tutte raccolte a pochi passi dalla mia cucina. È un lavoro, non lo nego. Devi stare dietro alle piante, capire quando annaffiare, quando raccogliere. Ma questo impegno mi tiene lontana dalle schifezze confezionate, dai cibi pieni di zuccheri nascosti che ti fanno solo male.
A volte mi guardo allo specchio e penso: “Non ci siamo ancora”. Ma poi ricordo quanto mi sento più leggera, più energica. Non è solo il corpo, è la testa. Coltivare mi dà pace, mi fa sentire che sto facendo qualcosa di buono per me stessa. E quando raccolgo un pomodoro ancora caldo di sole, mi sento orgogliosa. Non è una dieta, è un modo di vivere. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Avete un angolino verde che vi aiuta in questo percorso? Raccontatemi, perché a volte mi sento sola in questa lotta, ma so che insieme possiamo farcela.