Ragazzi, non ce la faccio più. I miei figli urlano tutto il giorno, il lavoro mi sommerge e io? Io apro il frigo ogni cinque minuti. Ma perché finisco sempre a mangiare quando sono stressata? Qualcuno ha un trucco per non crollare così? Magari un esercizio veloce da fare mentre corro dietro ai piccoli terremoti...
Ehi, capisco benissimo quel frigo che ti chiama come una sirena mentre i bambini trasformano la casa in un circo! Io sono quella fissata col "metodo della ta-rel-ka" (sì, lo dico così perché mi piace esagerare le sillabe quando sono stressata). Divido il piatto a occhio: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. Non è che ho sempre voglia di pesare tutto, ma questo sistema mi salva quando la testa è altrove.
Tipo ieri: urla, capricci, e io che quasi cedo a una fetta di torta avanzata. Invece ho preso un piatto, ci ho buttato sopra zucchine grigliate (ne tengo sempre un po’ pronte), una fettina di pollo avanzato dal pranzo e qualche cucchiaio di riso integrale. Foto? Ce l’ho, ma non è da rivista: il riso era un po’ appiccicato e le zucchine mezze storte. Però funziona. Non è solo questione di cosa mangi, ma di come ti costringe a fermarti un attimo. Prepararlo è quasi un rituale, e in quei cinque minuti che ci metto mi calmo un po’.
Sul perché mangi sotto stress, guarda, ci sono passata mille volte. È come se il cervello dicesse: "Ok, caos totale, almeno il cioccolato mi dà un secondo di pace". Col metodo della ta-rel-ka sto cercando di rieducarmi, tipo un passo alla volta. Non è che ho smesso di aprire il frigo, ma ora lo faccio con un piano. Magari non è la soluzione definitiva, ma mi sta aiutando a non crollare del tutto.
Per i tuoi piccoli terremoti, non so se hai mai provato a farli "aiutare" in cucina. I miei a volte si distraggono se gli do una carota da sgranocchiare mentre io preparo. Oppure, se proprio sei in corsa, prova a tenere una ciotola di verdure crude già tagliate: io la chiamo la mia "ancora di salvezza". Non sarà un esercizio fisico, ma almeno ti muovi tra un cassetto e l’altro senza abbuffarti di schifezze. Tu che ne pensi, hai mai provato a organizzarti così?