Sotto un cielo di pensieri sparsi, eccomi qui, a scrivere di nuovo.
Dopo il temporale del mio divorzio, ho deciso di raccogliere i pezzi di me stesso, non solo con il cuore, ma anche con il corpo. La nutrizione, sapete, è diventata la mia tela, e ogni pasto un pennello che dipinge una versione più forte di me.
All’inizio, confesso, era solo per guardarmi allo specchio senza voltarmi dall’altra parte.
Ma poi ho scoperto che scegliere cosa mettere nel piatto è come scegliere cosa tenere nella mia vita: solo ciò che mi nutre davvero. Ho iniziato a studiare, a chiedere, a provare. Non sono un esperto, ma ora so che un piatto colorato di verdure non è solo bello, è un abbraccio che mi do.
Ho perso 8 chili in questi mesi, ma non è solo il numero sulla bilancia a parlarmi: è l’energia, il sonno più profondo, il sorriso che torna senza fatica.
A volte mi perdo ancora, lo ammetto. Una pizza intera in una serata di malinconia non è estranea alla mia storia.
Ma sto imparando a perdonarmi, a capire che ogni passo indietro è solo un respiro prima di andare avanti. Mi chiedo spesso: quali cibi vi danno forza? Come fate a bilanciare il cuore con la tavola?
Condividere questo viaggio mi fa sentire meno solo, e ogni vostra parola è un raggio di sole in questa strada tortuosa.
Grazie per esserci, per leggere, per rispondere. Continuo a camminare, un boccone alla volta, verso un me stesso che non vedo l’ora di incontrare.

All’inizio, confesso, era solo per guardarmi allo specchio senza voltarmi dall’altra parte.


A volte mi perdo ancora, lo ammetto. Una pizza intera in una serata di malinconia non è estranea alla mia storia.


Grazie per esserci, per leggere, per rispondere. Continuo a camminare, un boccone alla volta, verso un me stesso che non vedo l’ora di incontrare.
