Un passo al giorno e addio pancetta: altro che pillole magiche!

aqeembayor

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6 Marzo 2025
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Ehi, salve a tutti, o magari no, chi se ne importa dei saluti sdolcinati, tanto siamo qui per sudare, no? Sono quel tipo che ha deciso di dire addio alla pancetta un passo alla volta, senza fretta, perché diciamocelo, le pillole "miracolose" le lascio a chi crede ancora a Babbo Natale. Ho iniziato tipo un mese fa, e sapete qual è stata la mia grande mossa iniziale? Bere acqua. Sì, acqua, quella cosa che sta nel rubinetto e non costa un euro a bottiglia. Pensavo fosse una stupidaggine, ma sorpresa: mi sento meno un palloncino gonfio.
Poi, giorno dopo giorno, ho aggiunto altro, tipo un gioco in cui vinco se non mi arrendo. Ieri ho fatto una camminata senza ansimare come un motore vecchio, oggi mi sono svegliato e ho provato a fare due flessioni – ok, forse una e mezza, ma chi le conta? Domani magari metto un po’ meno zucchero nel caffè, perché tanto il dolce me lo dà già la soddisfazione di non essere schiavo di qualche intruglio che promette di sciogliermi il grasso mentre dormo.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare il guru, non vi vendo corsi né tisane detox che sanno di prato bagnato. Sto solo dicendo che andare piano funziona, almeno per me. Niente bilance ossessive, niente drammi se sgarro con una pizza il sabato – che poi, una pizza non ha mai ucciso nessuno, no? È un progresso lento, quasi noioso, ma sapete che c’è? Mi guardo allo specchio e non mi viene da tirarmi un pugno. E questo, per uno come me che ha provato tutte le scorciatoie del mondo, è già una vittoria. Voi che ne pensate, eh? Qualcuno ha altri trucchetti lenti ma sicuri da condividere, o siete ancora lì a contare calorie come se fosse un esame di matematica?
 
Ehi, salve a tutti, o magari no, chi se ne importa dei saluti sdolcinati, tanto siamo qui per sudare, no? Sono quel tipo che ha deciso di dire addio alla pancetta un passo alla volta, senza fretta, perché diciamocelo, le pillole "miracolose" le lascio a chi crede ancora a Babbo Natale. Ho iniziato tipo un mese fa, e sapete qual è stata la mia grande mossa iniziale? Bere acqua. Sì, acqua, quella cosa che sta nel rubinetto e non costa un euro a bottiglia. Pensavo fosse una stupidaggine, ma sorpresa: mi sento meno un palloncino gonfio.
Poi, giorno dopo giorno, ho aggiunto altro, tipo un gioco in cui vinco se non mi arrendo. Ieri ho fatto una camminata senza ansimare come un motore vecchio, oggi mi sono svegliato e ho provato a fare due flessioni – ok, forse una e mezza, ma chi le conta? Domani magari metto un po’ meno zucchero nel caffè, perché tanto il dolce me lo dà già la soddisfazione di non essere schiavo di qualche intruglio che promette di sciogliermi il grasso mentre dormo.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare il guru, non vi vendo corsi né tisane detox che sanno di prato bagnato. Sto solo dicendo che andare piano funziona, almeno per me. Niente bilance ossessive, niente drammi se sgarro con una pizza il sabato – che poi, una pizza non ha mai ucciso nessuno, no? È un progresso lento, quasi noioso, ma sapete che c’è? Mi guardo allo specchio e non mi viene da tirarmi un pugno. E questo, per uno come me che ha provato tutte le scorciatoie del mondo, è già una vittoria. Voi che ne pensate, eh? Qualcuno ha altri trucchetti lenti ma sicuri da condividere, o siete ancora lì a contare calorie come se fosse un esame di matematica?
Ehi, tu che vai un passo alla volta, mi sa che stai scoprendo il segreto che i maratoneti come me conoscono da sempre: muoversi fa miracoli, altro che pillole! Io sono quello fissato con il running, sì, proprio quel tipo che si sveglia all’alba per macinare chilometri e poi passa la giornata a vantarsi di quanto si sente bene. Però, sai che ti dico? Hai ragione, iniziare piano è la chiave. Bere acqua, fare una camminata senza rantolare, magari azzardare una flessione e mezza… è come prepararsi a un mara senza accorgertene!

Io vivo per le lunghe distanze, per me il modo migliore di buttare giù peso e tenere tutto sotto controllo è infilarmi le scarpe e correre finché non mi ricordo più cos’è un divano. Non dico che devi farlo anche tu, ma se un giorno ti va di provare, ti passo un trucco: comincia con 2-3 chilometri, lenti, senza strafare. Poi aumenta un po’ alla volta, come fai tu col tuo “gioco”. Per le ginocchia, occhio a non esagerare col ritmo all’inizio e usa scarpe decenti, non quelle vecchie che hai nell’armadio da dieci anni. Le vesciche ringraziano.

La pizza del sabato? Concordo, non è il nemico. Io dopo un lungo allenamento me la sparo senza rimorsi, tanto i chilometri se la mangiano loro. Tu continua così, coi tuoi passi e il tuo caffè meno dolce, che stai andando alla grande. E se mai ti viene il pallino di correre un mara, fammi un fischio: ti alleno io, altro che tisane al sapore di prato! Che ne pensi, ti butti o resti sul “lento ma sicuro”?
 
Ehi, salve a tutti, o magari no, chi se ne importa dei saluti sdolcinati, tanto siamo qui per sudare, no? Sono quel tipo che ha deciso di dire addio alla pancetta un passo alla volta, senza fretta, perché diciamocelo, le pillole "miracolose" le lascio a chi crede ancora a Babbo Natale. Ho iniziato tipo un mese fa, e sapete qual è stata la mia grande mossa iniziale? Bere acqua. Sì, acqua, quella cosa che sta nel rubinetto e non costa un euro a bottiglia. Pensavo fosse una stupidaggine, ma sorpresa: mi sento meno un palloncino gonfio.
Poi, giorno dopo giorno, ho aggiunto altro, tipo un gioco in cui vinco se non mi arrendo. Ieri ho fatto una camminata senza ansimare come un motore vecchio, oggi mi sono svegliato e ho provato a fare due flessioni – ok, forse una e mezza, ma chi le conta? Domani magari metto un po’ meno zucchero nel caffè, perché tanto il dolce me lo dà già la soddisfazione di non essere schiavo di qualche intruglio che promette di sciogliermi il grasso mentre dormo.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare il guru, non vi vendo corsi né tisane detox che sanno di prato bagnato. Sto solo dicendo che andare piano funziona, almeno per me. Niente bilance ossessive, niente drammi se sgarro con una pizza il sabato – che poi, una pizza non ha mai ucciso nessuno, no? È un progresso lento, quasi noioso, ma sapete che c’è? Mi guardo allo specchio e non mi viene da tirarmi un pugno. E questo, per uno come me che ha provato tutte le scorciatoie del mondo, è già una vittoria. Voi che ne pensate, eh? Qualcuno ha altri trucchetti lenti ma sicuri da condividere, o siete ancora lì a contare calorie come se fosse un esame di matematica?
Ciao, o forse no, tanto qui si chiacchiera e basta! Sono una mamma in decreto, sempre di corsa dietro al piccolo, e pure io sto provando a dire addio alla pancetta, un passo alla volta. Tempo ne ho poco, tra pappe e pannolini, ma ho iniziato con cose semplici: bevo più acqua e cerco di muovermi quando posso, tipo una passeggiata col passeggino. Non miro a miracoli, solo a sentirmi meno "appesantita". La tua idea di andare piano mi piace, niente stress, niente pillole strane. Io sto provando a tagliare qualche biscotto serale, che tanto con la stanchezza non me li godo nemmeno. Funziona, lento ma funziona. Qualcun altro ha idee per noi che abbiamo due minuti al giorno per pensare a noi stessi?
 
Ehi, salve a tutti, o magari no, chi se ne importa dei saluti sdolcinati, tanto siamo qui per sudare, no? Sono quel tipo che ha deciso di dire addio alla pancetta un passo alla volta, senza fretta, perché diciamocelo, le pillole "miracolose" le lascio a chi crede ancora a Babbo Natale. Ho iniziato tipo un mese fa, e sapete qual è stata la mia grande mossa iniziale? Bere acqua. Sì, acqua, quella cosa che sta nel rubinetto e non costa un euro a bottiglia. Pensavo fosse una stupidaggine, ma sorpresa: mi sento meno un palloncino gonfio.
Poi, giorno dopo giorno, ho aggiunto altro, tipo un gioco in cui vinco se non mi arrendo. Ieri ho fatto una camminata senza ansimare come un motore vecchio, oggi mi sono svegliato e ho provato a fare due flessioni – ok, forse una e mezza, ma chi le conta? Domani magari metto un po’ meno zucchero nel caffè, perché tanto il dolce me lo dà già la soddisfazione di non essere schiavo di qualche intruglio che promette di sciogliermi il grasso mentre dormo.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare il guru, non vi vendo corsi né tisane detox che sanno di prato bagnato. Sto solo dicendo che andare piano funziona, almeno per me. Niente bilance ossessive, niente drammi se sgarro con una pizza il sabato – che poi, una pizza non ha mai ucciso nessuno, no? È un progresso lento, quasi noioso, ma sapete che c’è? Mi guardo allo specchio e non mi viene da tirarmi un pugno. E questo, per uno come me che ha provato tutte le scorciatoie del mondo, è già una vittoria. Voi che ne pensate, eh? Qualcuno ha altri trucchetti lenti ma sicuri da condividere, o siete ancora lì a contare calorie come se fosse un esame di matematica?
Ehi, ciao a modo mio, o forse no, tanto qui si chiacchiera e basta, no? Mi piace il tuo approccio, quel passo alla volta che sembra quasi una passeggiata tranquilla invece di una corsa disperata dietro a chissà quale miracolo. Anch’io sono uno che va piano, ma con una twist: mangio solo cose che vengono dalla terra, niente carne, niente latticini, tutto verde o quasi. E sai una cosa? Funziona, pure senza quelle pillole che promettono mari e monti mentre ti svuotano il portafoglio.

Ho iniziato un po’ come te, con l’acqua – che poi, hai ragione, è una di quelle cose così ovvie che quasi ti vergogni a dirlo, ma cambia tutto. Poi ho scoperto che con un piatto di lenticchie e verdure al curry posso sentirmi sazio senza appesantirmi come dopo un arrosto. Non sto a pesare ogni foglia di spinaci, eh, non sono mica un chimico, ma cerco di tenere le porzioni umane e i condimenti leggeri. Tipo, un filo d’olio e spezie a volontà, che danno sapore senza bisogno di chissà cosa.

Un trucchetto lento che mi sta aiutando? La zuppa. Sì, una semplice zuppa di verdure, magari con un po’ di ceci o fagioli per darle sostanza. La faccio la sera, ne preparo un pentolone, e per un paio di giorni ho pronto qualcosa di caldo e leggero che mi salva dalla tentazione di buttarmi su un pacco di patatine. È quasi noiosa da quanto è facile, ma mi piace, e mi tiene in carreggiata senza farmi sentire a dieta. Poi, se sgarro – perché sì, anche a me capita la pizza o un pezzo di cioccolato fondente – non mi fustigo. Tanto il giorno dopo torno in piscina, metaforicamente parlando, e riprendo il ritmo.

Non so se ti piace nuotare sul serio, ma io ho preso l’abitudine di muovermi un po’ ogni giorno, niente di estremo. Una camminata lunga, magari vicino all’acqua se capita, o qualche esercizio in casa tipo alzarmi sulle punte mentre lavo i piatti. È poco, ma sommandolo diventa tanto, e il corpo ringrazia. La pancetta non sparisce in un lampo, certo, ma piano piano si ritira, come l’onda che lascia la spiaggia.

Mi piace che non ti ossessioni con la bilancia, pure io la guardo ogni tanto, giusto per curiosità, ma non è lei a dirmi se sto vincendo. Lo capisco da come mi sento, da come i pantaloni non mi stringono più come un boa constrictor. Forse il segreto è questo: fare pace col tempo, con il cibo, con noi stessi. Tu che dici? Hai mai provato a buttarti su qualcosa di semplice come una zuppa o un’insalata gigante per vedere che succede? O magari hai qualche ricetta segreta lenta ma sicura da passare a un compagno di viaggio come me?
 
Ehi, salve a tutti, o magari no, chi se ne importa dei saluti sdolcinati, tanto siamo qui per sudare, no? Sono quel tipo che ha deciso di dire addio alla pancetta un passo alla volta, senza fretta, perché diciamocelo, le pillole "miracolose" le lascio a chi crede ancora a Babbo Natale. Ho iniziato tipo un mese fa, e sapete qual è stata la mia grande mossa iniziale? Bere acqua. Sì, acqua, quella cosa che sta nel rubinetto e non costa un euro a bottiglia. Pensavo fosse una stupidaggine, ma sorpresa: mi sento meno un palloncino gonfio.
Poi, giorno dopo giorno, ho aggiunto altro, tipo un gioco in cui vinco se non mi arrendo. Ieri ho fatto una camminata senza ansimare come un motore vecchio, oggi mi sono svegliato e ho provato a fare due flessioni – ok, forse una e mezza, ma chi le conta? Domani magari metto un po’ meno zucchero nel caffè, perché tanto il dolce me lo dà già la soddisfazione di non essere schiavo di qualche intruglio che promette di sciogliermi il grasso mentre dormo.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare il guru, non vi vendo corsi né tisane detox che sanno di prato bagnato. Sto solo dicendo che andare piano funziona, almeno per me. Niente bilance ossessive, niente drammi se sgarro con una pizza il sabato – che poi, una pizza non ha mai ucciso nessuno, no? È un progresso lento, quasi noioso, ma sapete che c’è? Mi guardo allo specchio e non mi viene da tirarmi un pugno. E questo, per uno come me che ha provato tutte le scorciatoie del mondo, è già una vittoria. Voi che ne pensate, eh? Qualcuno ha altri trucchetti lenti ma sicuri da condividere, o siete ancora lì a contare calorie come se fosse un esame di matematica?
Ma guarda, ti capisco, anch’io le pillole magiche e quegli intrugli detox che sanno di erba fradicia li ho mandati a quel paese da un pezzo. Sai cosa mi sta salvando? Il mio angolo di pomodori e zucchine sul balcone. Non rido, sul serio. Coltivo due cosine, le raccolgo, le cucino senza schifezze aggiunte, e ti giuro che sapere esattamente cosa metto nel piatto mi fa sentire meno preso in giro. Non è che dimagrisco a vista d’occhio, eh, ma sto meglio, e la bilancia non mi fa più venire l’ansia. Altro che tisane da influencer, qui si vince con la roba vera, cresciuta con le tue mani. Tu continua coi tuoi passi, che stai andando forte, altroché.