Ciao a tutti, oggi vorrei condividere con voi come sto andando avanti con il metodo del piatto. Non è stato facile all’inizio, lo ammetto. Ero abituata a mangiare porzioni più grandi, spesso senza pensare troppo a cosa mettevo nel piatto. Ma da qualche mese ho deciso di provare questo approccio, e piano piano sto trovando un equilibrio che mi fa sentire bene, non solo con il corpo ma anche con la testa.
Dividere la mia porzione in tre parti è diventato quasi un rituale. Metà del piatto lo riempio sempre con verdure, di solito quelle di stagione che trovo al mercato: zucchine grigliate, cavolo nero saltato o carote al forno, per esempio. Mi piace sperimentare con i colori e i sapori, così non mi annoio mai. Poi c’è un quarto di proteine: a volte del pollo cotto semplicemente con un po’ di spezie, altre volte del pesce come il salmone o anche dei legumi, che sto imparando ad apprezzare di più. L’ultimo quarto è per i carboidrati: una piccola porzione di riso integrale, patate dolci o magari un po’ di pasta integrale, che mi dà energia senza appesantirmi.
Vi racconto com’è andata ieri sera, per darvi un’idea. Ho preparato una cena che mi ha resa proprio soddisfatta. Sul piatto c’erano spinaci freschi con un filo d’olio e limone, una fettina di tacchino cotta alla piastra con rosmarino e una porzione di quinoa che avevo condito con un po’ di pomodorini. Guardandolo, mi sono resa conto che era bello da vedere oltre che buono da mangiare. Ho scattato una foto, ve la allego qui sotto, niente di artistico, solo per farvi vedere come sto mettendo in pratica questa idea.
La cosa che mi sta aiutando di più è andare per gradi. Non ho stravolto tutto dall’oggi al domani. All’inizio magari esageravo un po’ con i carboidrati o non riuscivo a riempire metà piatto di verdure, ma col tempo ho preso la mano. Ora mi sento più leggera dopo i pasti e, soprattutto, non ho quella sensazione di dover combattere con me stessa per controllare quanto mangio. È come se il piatto mi guidasse da solo, senza forzature.
Non so se sia lo stesso per voi, ma per me questo metodo sta funzionando perché mi dà una struttura senza farmi sentire in gabbia. Certo, ci sono giorni in cui magari sgarro o non ho tempo di preparare tutto come vorrei, ma non mi abbatto. Torno semplicemente al mio piatto la volta dopo. Mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi lo usa e come si trova, o magari se avete qualche trucco per renderlo ancora più semplice. Grazie a chi vorrà rispondere, leggervi mi dà sempre un po’ di motivazione in più.
Dividere la mia porzione in tre parti è diventato quasi un rituale. Metà del piatto lo riempio sempre con verdure, di solito quelle di stagione che trovo al mercato: zucchine grigliate, cavolo nero saltato o carote al forno, per esempio. Mi piace sperimentare con i colori e i sapori, così non mi annoio mai. Poi c’è un quarto di proteine: a volte del pollo cotto semplicemente con un po’ di spezie, altre volte del pesce come il salmone o anche dei legumi, che sto imparando ad apprezzare di più. L’ultimo quarto è per i carboidrati: una piccola porzione di riso integrale, patate dolci o magari un po’ di pasta integrale, che mi dà energia senza appesantirmi.
Vi racconto com’è andata ieri sera, per darvi un’idea. Ho preparato una cena che mi ha resa proprio soddisfatta. Sul piatto c’erano spinaci freschi con un filo d’olio e limone, una fettina di tacchino cotta alla piastra con rosmarino e una porzione di quinoa che avevo condito con un po’ di pomodorini. Guardandolo, mi sono resa conto che era bello da vedere oltre che buono da mangiare. Ho scattato una foto, ve la allego qui sotto, niente di artistico, solo per farvi vedere come sto mettendo in pratica questa idea.
La cosa che mi sta aiutando di più è andare per gradi. Non ho stravolto tutto dall’oggi al domani. All’inizio magari esageravo un po’ con i carboidrati o non riuscivo a riempire metà piatto di verdure, ma col tempo ho preso la mano. Ora mi sento più leggera dopo i pasti e, soprattutto, non ho quella sensazione di dover combattere con me stessa per controllare quanto mangio. È come se il piatto mi guidasse da solo, senza forzature.
Non so se sia lo stesso per voi, ma per me questo metodo sta funzionando perché mi dà una struttura senza farmi sentire in gabbia. Certo, ci sono giorni in cui magari sgarro o non ho tempo di preparare tutto come vorrei, ma non mi abbatto. Torno semplicemente al mio piatto la volta dopo. Mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi lo usa e come si trova, o magari se avete qualche trucco per renderlo ancora più semplice. Grazie a chi vorrà rispondere, leggervi mi dà sempre un po’ di motivazione in più.