Ragazzi, non vi tedierò con i soliti saluti, passo subito al succo della questione. Quando ho iniziato questo percorso, non pensavo che sollevare pesi sarebbe diventato il mio modo per trovare pace e forza insieme. Ero sovrappeso, mi sentivo sempre stanco, e guardarmi allo specchio era più un peso che un piacere. Poi, un giorno, ho preso in mano un bilanciere, e da lì tutto è cambiato, lentamente, senza fretta.
Non è stata una trasformazione da film, di quelle che vedi in un mese. È stato un cammino tranquillo, fatto di piccoli passi. All’inizio sollevavo poco, mi concentravo sulla tecnica: squat, stacchi, panca. Niente di complicato, solo movimenti base. Tre volte a settimana, senza strafare. Col tempo, ho notato che non solo il mio corpo cambiava, ma anche la mia testa. Mi sentivo più calmo, più in controllo. Il grasso ha iniziato a sciogliersi, i muscoli a spuntare, ma la cosa più bella era la sensazione di equilibrio.
Per quanto riguarda l’alimentazione, ho imparato a non demonizzare il cibo. Mangio tanto, ma scelgo bene: pollo, riso, verdure, uova, un po’ di burro d’arachidi per coccolarmi. Non conto ogni caloria, ma tengo d’occhio le porzioni e cerco di stare in deficit quando voglio asciugarmi. La chiave è stata la costanza, non la perfezione. Se sgarro un giorno, non è la fine del mondo, riprendo e basta.
Un esempio di allenamento che mi ha aiutato? Faccio 4 serie di squat con un peso che mi sfida ma che riesco a gestire, poi stacchi per la schiena e qualche esercizio con i manubri per le spalle. Non serve ammazzarsi, basta spingere quel tanto che senti il corpo rispondere. E il riposo, quello sì che è sacro. Dormo 8 ore, sempre, perché è lì che il corpo si ricostruisce.
Le sfide ci sono state, certo. Giornate in cui la palestra sembrava lontana anni luce, o quando il peso sulla bilancia non si muoveva. Ma ho capito che non è una gara. È un viaggio verso un me stesso più forte, dentro e fuori. Oggi, guardandomi indietro, non vedo solo un corpo più asciutto, ma una versione di me che ha trovato serenità nel ferro e nella disciplina. Se avete domande su programmi o su come iniziare, scrivetemi pure, mi fa piacere condividere quello che ho imparato.
Non è stata una trasformazione da film, di quelle che vedi in un mese. È stato un cammino tranquillo, fatto di piccoli passi. All’inizio sollevavo poco, mi concentravo sulla tecnica: squat, stacchi, panca. Niente di complicato, solo movimenti base. Tre volte a settimana, senza strafare. Col tempo, ho notato che non solo il mio corpo cambiava, ma anche la mia testa. Mi sentivo più calmo, più in controllo. Il grasso ha iniziato a sciogliersi, i muscoli a spuntare, ma la cosa più bella era la sensazione di equilibrio.
Per quanto riguarda l’alimentazione, ho imparato a non demonizzare il cibo. Mangio tanto, ma scelgo bene: pollo, riso, verdure, uova, un po’ di burro d’arachidi per coccolarmi. Non conto ogni caloria, ma tengo d’occhio le porzioni e cerco di stare in deficit quando voglio asciugarmi. La chiave è stata la costanza, non la perfezione. Se sgarro un giorno, non è la fine del mondo, riprendo e basta.
Un esempio di allenamento che mi ha aiutato? Faccio 4 serie di squat con un peso che mi sfida ma che riesco a gestire, poi stacchi per la schiena e qualche esercizio con i manubri per le spalle. Non serve ammazzarsi, basta spingere quel tanto che senti il corpo rispondere. E il riposo, quello sì che è sacro. Dormo 8 ore, sempre, perché è lì che il corpo si ricostruisce.
Le sfide ci sono state, certo. Giornate in cui la palestra sembrava lontana anni luce, o quando il peso sulla bilancia non si muoveva. Ma ho capito che non è una gara. È un viaggio verso un me stesso più forte, dentro e fuori. Oggi, guardandomi indietro, non vedo solo un corpo più asciutto, ma una versione di me che ha trovato serenità nel ferro e nella disciplina. Se avete domande su programmi o su come iniziare, scrivetemi pure, mi fa piacere condividere quello che ho imparato.