Ragazzi, non so nemmeno da dove cominciare. Quando sei un pensionato come me, con più di settant’anni sulle spalle, ogni giorno sembra una lotta contro il tempo. Ma sapete qual è il vero nemico? Questi chili di troppo che mi porto dietro da anni, come un fardello che mi tira giù, sempre più giù. Non è solo una questione di vestiti che non entrano più o di specchi che evito. No, è il fiato corto quando salgo le scale di casa, il dolore alle ginocchia che mi ricorda ogni passo, il cuore che batte troppo forte anche solo per una passeggiata al parco. È la paura di non farcela, di non essere più qui per vedere i miei nipoti crescere.
Ho deciso che basta. Non posso lasciare che l’età vinca senza combattere. Non sono più un giovanotto, questo è vero, e il mio corpo non risponde come una volta. I miei amici mi dicono: "Ma dai, alla tua età goditi la vita, mangia quello che vuoi!". Ma io non voglio sopravvivere, io voglio vivere. E vivere bene. Per questo ho iniziato, passo dopo passo, a cambiare qualcosa. Niente di drastico, sapete, non sono di quelli che si mettono a correre maratone o a mangiare solo insalata scondita. Ho paura di chiedere troppo a questo vecchio corpo e ritrovarmi ko. Ma cammino, ogni giorno, anche solo intorno all’isolato. Mangio meno pane, che per un italiano come me è quasi un sacrilegio, e cerco di riempire il piatto con più verdure, anche se il sapore non è sempre quello della pasta al ragù.
Non è facile. Ci sono giorni in cui mi guardo e penso: "Ma chi me lo fa fare?". Le gambe pesanti, la stanchezza che arriva prima di sera, il metabolismo che sembra essersi fermato vent’anni fa. Eppure, ogni piccola vittoria mi tiene in piedi. Ieri sono salito al primo piano senza fermarmi a metà strada. Può sembrare poco, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono detto: "Forse ce la posso fare". E allora continuo, con la mia testardaggine da vecchio, perché voglio guardarmi allo specchio e non vedere solo rughe e capelli bianchi, ma un uomo che non si è arreso.
Vi scrivo questo perché so che qui capite cosa significa lottare per un obiettivo. Non so quanti di voi siano nella mia situazione, con un corpo che non è più quello di una volta, ma spero che qualcuno mi legga e dica: "Se ce la fa lui, posso provarci anch’io". Non cerco miracoli, solo un po’ di salute in più, un po’ di fiato per giocare con i miei nipoti senza crollare sulla poltrona. È l’ultimo sforzo, forse, ma lo faccio per me. E per loro. Forza, amici, non mollate nemmeno voi.
Ho deciso che basta. Non posso lasciare che l’età vinca senza combattere. Non sono più un giovanotto, questo è vero, e il mio corpo non risponde come una volta. I miei amici mi dicono: "Ma dai, alla tua età goditi la vita, mangia quello che vuoi!". Ma io non voglio sopravvivere, io voglio vivere. E vivere bene. Per questo ho iniziato, passo dopo passo, a cambiare qualcosa. Niente di drastico, sapete, non sono di quelli che si mettono a correre maratone o a mangiare solo insalata scondita. Ho paura di chiedere troppo a questo vecchio corpo e ritrovarmi ko. Ma cammino, ogni giorno, anche solo intorno all’isolato. Mangio meno pane, che per un italiano come me è quasi un sacrilegio, e cerco di riempire il piatto con più verdure, anche se il sapore non è sempre quello della pasta al ragù.
Non è facile. Ci sono giorni in cui mi guardo e penso: "Ma chi me lo fa fare?". Le gambe pesanti, la stanchezza che arriva prima di sera, il metabolismo che sembra essersi fermato vent’anni fa. Eppure, ogni piccola vittoria mi tiene in piedi. Ieri sono salito al primo piano senza fermarmi a metà strada. Può sembrare poco, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono detto: "Forse ce la posso fare". E allora continuo, con la mia testardaggine da vecchio, perché voglio guardarmi allo specchio e non vedere solo rughe e capelli bianchi, ma un uomo che non si è arreso.
Vi scrivo questo perché so che qui capite cosa significa lottare per un obiettivo. Non so quanti di voi siano nella mia situazione, con un corpo che non è più quello di una volta, ma spero che qualcuno mi legga e dica: "Se ce la fa lui, posso provarci anch’io". Non cerco miracoli, solo un po’ di salute in più, un po’ di fiato per giocare con i miei nipoti senza crollare sulla poltrona. È l’ultimo sforzo, forse, ma lo faccio per me. E per loro. Forza, amici, non mollate nemmeno voi.