Ciao a tutti, o forse solo a quelli che non stanno affogando i loro problemi in un piatto di carbonara! Eccomi qua, ancora a combattere con questa voglia matta di tiramisù ogni volta che lo stress bussa alla porta – e fidatevi, bussa spesso. Mangio i miei sentimenti, poi mi guardo allo specchio e penso: "Beh, almeno il tapis roulant non mi giudica". Ma quanto può durare questo circolo vizioso di "mi alleno per colpa del mascarpone"?
Il punto è che so benissimo cosa dovrei fare: respirare profondo, contare fino a dieci, magari scrivermi una lettera d’amore invece di spalancare il frigo. Ma sul serio, chi ha tempo per queste cose quando il capo ti urla addosso o quando il Wi-Fi decide di abbandonarti nel bel mezzo di una riunione? Il cucchiaio è più veloce, e il tiramisù non mi chiede come sto – mi capisce e basta. Però poi arriva il momento in cui i jeans non collaborano e la bilancia mi guarda con quel ghigno sadico, e lì capisco che devo fare qualcosa di più che correre per smaltire la crema.
Sto provando a cambiare tattica: ieri, invece di buttarmi sul dolce, ho preso le cuffie e sono uscita a camminare veloce – non proprio una maratona, ma almeno non ero a faccia in giù in una teglia. Ha funzionato per tipo... 20 minuti? Poi sono tornata e ho comunque mangiato una fettina, ma piccola, giuro! È già un progresso, no? O almeno così mi racconto per non sentirmi una causa persa. Qualcuno ha un trucco che funziona davvero per non trasformare ogni emozione in un invito a cena? Perché io ormai sono a un passo dal chiamare il mio tapis roulant "terapista" – costa meno e non mi fa domande scomode!
Il punto è che so benissimo cosa dovrei fare: respirare profondo, contare fino a dieci, magari scrivermi una lettera d’amore invece di spalancare il frigo. Ma sul serio, chi ha tempo per queste cose quando il capo ti urla addosso o quando il Wi-Fi decide di abbandonarti nel bel mezzo di una riunione? Il cucchiaio è più veloce, e il tiramisù non mi chiede come sto – mi capisce e basta. Però poi arriva il momento in cui i jeans non collaborano e la bilancia mi guarda con quel ghigno sadico, e lì capisco che devo fare qualcosa di più che correre per smaltire la crema.
Sto provando a cambiare tattica: ieri, invece di buttarmi sul dolce, ho preso le cuffie e sono uscita a camminare veloce – non proprio una maratona, ma almeno non ero a faccia in giù in una teglia. Ha funzionato per tipo... 20 minuti? Poi sono tornata e ho comunque mangiato una fettina, ma piccola, giuro! È già un progresso, no? O almeno così mi racconto per non sentirmi una causa persa. Qualcuno ha un trucco che funziona davvero per non trasformare ogni emozione in un invito a cena? Perché io ormai sono a un passo dal chiamare il mio tapis roulant "terapista" – costa meno e non mi fa domande scomode!