Come adattare l'allenamento di forza con ipotiroidismo: la mia esperienza

vientor

Membro
6 Marzo 2025
75
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8
Buonasera a tutti,
sono qui per condividere un po’ della mia esperienza con l’allenamento di forza, visto che il mio percorso è un po’ diverso a causa dell’ipotiroidismo. È una condizione che mi accompagna da anni e che ha reso il mio rapporto con il fitness una vera sfida, ma anche un’occasione per imparare a conoscere meglio il mio corpo.
All’inizio, quando ho iniziato ad allenarmi con i pesi, pensavo che bastasse spingere al massimo per vedere risultati. Ma con l’ipotiroidismo non funziona proprio così. Il metabolismo lento e la stanchezza cronica mi facevano sentire come se stessi remando controcorrente. Dopo essermi confrontata con il mio endocrinologo, abbiamo aggiustato la dose di levotiroxina, e questo ha fatto una grande differenza. Però, ho capito che non bastava solo il farmaco: dovevo adattare anche l’allenamento e l’alimentazione.
Per quanto riguarda la forza, ho dovuto imparare a dosare l’intensità. Sessioni troppo lunghe o troppo pesanti mi lasciavano esausta per giorni, quindi ho iniziato a lavorare su allenamenti più brevi ma strutturati. Per esempio, mi concentro su circuiti che mixano esercizi composti come squat, stacchi e panca con momenti di recupero attivo. Non seguo protocolli super rigidi tipo quelli ad alta intensità che vanno per la maggiore, perché il mio corpo non regge quel ritmo. Però mi piace variare, alternando giorni di pesi con sessioni di resistenza più leggere, come camminate veloci o yoga per migliorare la mobilità.
Un altro aspetto importante è stata l’alimentazione. Con il metabolismo che va a rilento, ho dovuto fare attenzione a bilanciare i nutrienti senza cadere nella trappola delle diete troppo restrittive, che rischiavano di peggiorare la situazione. Lavoro con una nutrizionista che mi ha aiutato a puntare su proteine di qualità, carboidrati complessi e grassi sani, con un occhio di riguardo agli alimenti che supportano la tiroide, come quelli ricchi di iodio e selenio. Non è una dieta perfetta, ma mi dà l’energia per allenarmi senza sentirmi a pezzi.
Quello che ho imparato in questi mesi è che l’allenamento di forza con l’ipotiroidismo richiede pazienza e ascolto del proprio corpo. Non sempre riesco a fare progressi veloci come vorrei, ma ogni piccolo passo avanti, come aumentare di un chilo sullo squat o sentirmi meno stanca dopo una sessione, è una vittoria. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi l’allenamento di forza se avete condizioni simili, o magari quali strategie vi hanno aiutato a non mollare.
Grazie a chi vorrà condividere!
 
Buonasera a tutti,
sono qui per condividere un po’ della mia esperienza con l’allenamento di forza, visto che il mio percorso è un po’ diverso a causa dell’ipotiroidismo. È una condizione che mi accompagna da anni e che ha reso il mio rapporto con il fitness una vera sfida, ma anche un’occasione per imparare a conoscere meglio il mio corpo.
All’inizio, quando ho iniziato ad allenarmi con i pesi, pensavo che bastasse spingere al massimo per vedere risultati. Ma con l’ipotiroidismo non funziona proprio così. Il metabolismo lento e la stanchezza cronica mi facevano sentire come se stessi remando controcorrente. Dopo essermi confrontata con il mio endocrinologo, abbiamo aggiustato la dose di levotiroxina, e questo ha fatto una grande differenza. Però, ho capito che non bastava solo il farmaco: dovevo adattare anche l’allenamento e l’alimentazione.
Per quanto riguarda la forza, ho dovuto imparare a dosare l’intensità. Sessioni troppo lunghe o troppo pesanti mi lasciavano esausta per giorni, quindi ho iniziato a lavorare su allenamenti più brevi ma strutturati. Per esempio, mi concentro su circuiti che mixano esercizi composti come squat, stacchi e panca con momenti di recupero attivo. Non seguo protocolli super rigidi tipo quelli ad alta intensità che vanno per la maggiore, perché il mio corpo non regge quel ritmo. Però mi piace variare, alternando giorni di pesi con sessioni di resistenza più leggere, come camminate veloci o yoga per migliorare la mobilità.
Un altro aspetto importante è stata l’alimentazione. Con il metabolismo che va a rilento, ho dovuto fare attenzione a bilanciare i nutrienti senza cadere nella trappola delle diete troppo restrittive, che rischiavano di peggiorare la situazione. Lavoro con una nutrizionista che mi ha aiutato a puntare su proteine di qualità, carboidrati complessi e grassi sani, con un occhio di riguardo agli alimenti che supportano la tiroide, come quelli ricchi di iodio e selenio. Non è una dieta perfetta, ma mi dà l’energia per allenarmi senza sentirmi a pezzi.
Quello che ho imparato in questi mesi è che l’allenamento di forza con l’ipotiroidismo richiede pazienza e ascolto del proprio corpo. Non sempre riesco a fare progressi veloci come vorrei, ma ogni piccolo passo avanti, come aumentare di un chilo sullo squat o sentirmi meno stanca dopo una sessione, è una vittoria. Mi piacerebbe sapere come affrontate voi l’allenamento di forza se avete condizioni simili, o magari quali strategie vi hanno aiutato a non mollare.
Grazie a chi vorrà condividere!
Ciao! La tua esperienza mi ha davvero colpito, soprattutto il modo in cui hai imparato ad ascoltare il tuo corpo. Anch’io ho l’ipotiroidismo e, come te, trovo che dosare l’intensità sia fondamentale. Io però punto molto sulle camminate, che mi aiutano a tenermi attiva senza stressare troppo il fisico. A volte aggiungo un po’ di yoga per sciogliere le tensioni e sentirmi più energica. Tu hai mai provato a integrare qualcosa di simile per bilanciare la forza? Grazie per aver condiviso, mi hai dato spunti utili!