Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a cambiare vita senza morire di fame"? Io sono uno di voi, uno che ce l’ha fatta, e voglio raccontarvi come il digiuno intermittente 16/8 mi ha trasformato, con lo yoga come alleato per non crollare. Non sono un guru, né un nutrizionista con paroloni: sono solo uno che si è stufato di guardarsi allo specchio e sentirsi a disagio.
All’inizio ero scettico. "Mangiare solo in 8 ore al giorno? E le altre 16 che faccio, soffro?" pensavo. Ma poi ho provato, e vi giuro, non è una tortura come sembra. La mia giornata tipo? Finisco di mangiare alle 20:00 e non tocco cibo fino alle 12:00 del giorno dopo. Semplice. Certo, i primi giorni il mio stomaco brontolava come un leone, ma sapete una cosa? Passa. Il corpo si adatta, e dopo una settimana non ci pensi più.
Lo yoga è stato il mio salvagente. Quando la fame bussava o la voglia di mollare si faceva sentire, mi mettevo sul tappetino. Non parlo di pose assurde da contorsionista: anche solo 20 minuti di respirazione profonda e qualche posizione base, tipo il cane a testa in giù o la montagna, mi aiutavano a ritrovare la calma. È come se lo yoga mi dicesse: "Ehi, ce la puoi fare, non è una gara". E infatti non lo è. Il digiuno intermittente non è una dieta lampo, è un ritmo che ti costruisci.
Gli errori? Ne ho fatti, e ve li racconto così magari li evitate. Primo: non strafogatevi nella finestra delle 8 ore pensando "devo recuperare". Mangiate normale, magari meglio – verdure, proteine, roba che sazia senza appesantire. Secondo: l’acqua è la vostra migliore amica. Io bevevo litri, anche con un po’ di limone per darmi un tono. Terzo: non fate i supereroi subito. Se 16/8 vi sembra troppo, provate 12/12 e poi aumentate. Ognuno ha i suoi tempi.
Con il digiuno ho perso chili, sì, ma non è solo quello. Mi sento più leggero, più sveglio. E lo yoga mi ha dato quella flessibilità mentale per non cedere alla prima pizza che mi guardava dal tavolo. Non sto dicendo che sia la soluzione per tutti, ma per me ha funzionato. E se ce l’ho fatta io, che ero il re degli spuntini notturni, potete farcela anche voi. Qualcuno ha domande? O magari vuole provare e condividere com’è andata? Forza, siamo qui per questo!
All’inizio ero scettico. "Mangiare solo in 8 ore al giorno? E le altre 16 che faccio, soffro?" pensavo. Ma poi ho provato, e vi giuro, non è una tortura come sembra. La mia giornata tipo? Finisco di mangiare alle 20:00 e non tocco cibo fino alle 12:00 del giorno dopo. Semplice. Certo, i primi giorni il mio stomaco brontolava come un leone, ma sapete una cosa? Passa. Il corpo si adatta, e dopo una settimana non ci pensi più.
Lo yoga è stato il mio salvagente. Quando la fame bussava o la voglia di mollare si faceva sentire, mi mettevo sul tappetino. Non parlo di pose assurde da contorsionista: anche solo 20 minuti di respirazione profonda e qualche posizione base, tipo il cane a testa in giù o la montagna, mi aiutavano a ritrovare la calma. È come se lo yoga mi dicesse: "Ehi, ce la puoi fare, non è una gara". E infatti non lo è. Il digiuno intermittente non è una dieta lampo, è un ritmo che ti costruisci.
Gli errori? Ne ho fatti, e ve li racconto così magari li evitate. Primo: non strafogatevi nella finestra delle 8 ore pensando "devo recuperare". Mangiate normale, magari meglio – verdure, proteine, roba che sazia senza appesantire. Secondo: l’acqua è la vostra migliore amica. Io bevevo litri, anche con un po’ di limone per darmi un tono. Terzo: non fate i supereroi subito. Se 16/8 vi sembra troppo, provate 12/12 e poi aumentate. Ognuno ha i suoi tempi.
Con il digiuno ho perso chili, sì, ma non è solo quello. Mi sento più leggero, più sveglio. E lo yoga mi ha dato quella flessibilità mentale per non cedere alla prima pizza che mi guardava dal tavolo. Non sto dicendo che sia la soluzione per tutti, ma per me ha funzionato. E se ce l’ho fatta io, che ero il re degli spuntini notturni, potete farcela anche voi. Qualcuno ha domande? O magari vuole provare e condividere com’è andata? Forza, siamo qui per questo!