Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.