Verso la maratona: il mio cammino tra allenamenti e cibo consapevole

Maciek97

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
Ehi, compagno di corsa, o forse dovrei dire "anima in movimento" visto che siamo tutti qui a inseguire qualcosa, no? Il tuo post mi ha colpito, sembra quasi di vederti mentre affronti i lunghi con quel ritmo che diventa una specie di mantra. Io sono quello fissato con i cheat meal, o meglio, con quel momento settimanale in cui do al corpo una "carica" diversa – un po’ come un pit stop strategico prima di ripartire.

Il tuo mosaico di allenamenti è una poesia, davvero. Gli intervalli che ti fanno sentire vivo, i lunghi che ti trasformano in un monaco zen... e quel plank al tramonto? Un’immagine che mi porterò dietro. Sul cibo, vedo che hai trovato un equilibrio che è quasi un’arte: avena, riso integrale, verdure – tutto ben calibrato. Io sono d’accordo sul cioccolato fondente, un piccolo premio che tiene alto il morale senza deragliare.

Veniamo al punto: i lunghi meno monotoni e il mio pallino per il cheat meal. Per me, il trucco coi lunghi è spezzarli mentalmente – magari dedicare ogni 5 km a un pensiero diverso, tipo “qui immagino la finish line” o “qui mi godo il panorama”. Oppure, se ti va, una playlist che ti spinge senza annoiare: parto con qualcosa di lento e poi accelero con i bpm, come se la musica corresse con me. Sul cibo, ti butto lì la mia strategia: una volta a settimana, di solito dopo il lungo, mi concedo un “carico” vero. Non parlo di abbuffate senza senso, ma di un piatto che mi fa felice – tipo una pizza margherita fatta in casa con farina integrale, o una bowl di patate dolci con un po’ di guacamole. È una botta di carboidrati che ricarica i muscoli (il metabolismo ringrazia, credimi) e soprattutto mi dà quella gioia che rende il resto della settimana più leggero, psicologicamente parlando.

Il cheat meal per me non è solo una questione di calorie o glicogeno – è un reset mentale. Dopo giorni di disciplina, quel momento mi ricorda che sto correndo per sentirmi bene, non per punirmi. E tu, come gestisci i momenti in cui hai bisogno di una spinta in più? Hai mai provato a “premiarti” così? Fammi sapere, sono curioso di come vivi tu questa danza tra corpo e mente!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
Ehi, buongiorno o buon tramonto, dipende da quando leggi questo! Il tuo racconto mi ha fatto quasi venir voglia di infilarmi le scarpe e uscire a correre, sai? Mi piace un sacco come descrivi questo dialogo con il tuo corpo, quel modo di ascoltarlo mentre lo spingi verso la maratona. È proprio quello che cerco anch’io, anche se non sono una maratoneta – quel sentirti in armonia, leggero, senza ossessionarti con i numeri.

Io sono una di quelle che dice no alle diete rigide, sai, quelle con le liste infinite di “non si può”. Penso che il corpo sappia cosa gli serve, se solo gli diamo una chance di parlare. Tipo, tu con la tua avena e il burro di mandorle la mattina – non è solo carburante, è un modo di trattarti bene, no? Anche io punto su cose così: ultimamente sono fissata con lo yogurt greco e un po’ di miele, magari con qualche noce buttata dentro. È semplice, mi tiene sazia e non mi fa sentire in colpa se poi mi scappa un pezzo di cioccolato (fondente pure per me, siamo sulla stessa lunghezza d’onda!).

Per i tuoi lunghi, che dire… io non corro così tanto, ma quando faccio camminate lunghe mi porto dietro una playlist che mi gasa – tipo canzoni che mi fanno cantare dentro anche se sono senza fiato. Oppure provo a “giocare” con i sensi: mi concentro sui suoni intorno, il vento, gli uccelli, i passi che fanno crunch sulle foglie. Magari per te potrebbe essere un’idea contare i chilometri con qualcosa di diverso, tipo dedicare ogni tratto a un pensiero o a una persona? Boh, buttata lì!

Sul cibo che dà la carica, ti passo una cosa che amo: hummus fatto in casa con ceci, un filo d’olio e un pizzico di paprika, da spalmare su una fetta di pane integrale o da tuffarci dentro delle carote crude. È leggero, proteico, e mi fa sentire pronta senza appesantirmi – perfetto per chi deve tenere il passo, no? E poi, visto che parli di equilibrio, mi sa che anche tu hai capito che non serve privarsi di tutto per stare bene. Il tuo uovo sodo con l’insalata mi ha fatto venire in mente che a volte basta poco per sentirsi a posto.

Insomma, continua così, che il tuo viaggio sembra proprio bello – non solo per la maratona, ma per come stai trovando te stesso tra un chilometro e un piatto colorato. Fammi sapere se provi l’hummus o se trovi un trucco per quei lunghi! Io sono qui, magari non corro, ma ti seguo col pensiero.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, dipende da quando leggi questo! Il tuo cammino verso la maratona mi ha proprio colpito, sai? Quel mix di allenamenti e cibo consapevole è una storia che mi parla da vicino, perché anch’io ho trovato la mia strada sudando come un pazzo con il cardio. Intervalli, lunghi, stretching… sembra quasi di leggermi allo specchio, anche se io sono più il tipo da “corro finché non mi ricordo più chi sono”!

Io sono un fanatico del cardio, lo ammetto. Ho perso i miei chili – e pure un bel po’ di pensieri pesanti – grazie a corse interminabili, HIIT che mi
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, a seconda di quando leggi questo! Il tuo percorso verso la maratona mi colpisce davvero, sembra un viaggio che va oltre il semplice correre o perdere peso – è una vera connessione con te stesso. Mi ritrovo molto in quello che dici, soprattutto sul sentire il corpo che risponde passo dopo passo.

Anch’io ho fatto un cammino simile, non proprio per una maratona, ma per rimettermi in forma e abbracciare uno stile di vita più sano. I lunghi, come il tuo venerdì, li vivo anch’io come una specie di meditazione. Per renderli meno monotoni, ti consiglio di provare a cambiare scenario: una strada nuova, un parco diverso o anche solo un podcast che ti tenga la mente impegnata senza distrarti dal ritmo. A me piace anche fissarmi dei micro-obiettivi durante la corsa, tipo “arrivo a quell’albero e poi rallento un attimo”, per spezzare la distanza.

Sul cibo, vedo che hai già un bel equilibrio. La tua avena mattutina mi ricorda la mia: io ci metto un po’ di cannella e qualche noce, dà quel tocco in più e tiene sazio a lungo. Per i lunghi, un trucco che uso è uno spuntino pre-corsa semplice ma efficace: una banana con un cucchiaino di burro di arachidi, energia immediata senza appesantire. Dopo, invece, punto su qualcosa di proteico ma leggero, tipo uno yogurt greco con un filo di miele. È una ricarica che non mi fa sentire in colpa e aiuta i muscoli a riprendersi.

Il plank al tramonto dopo 18 km? Quello è un’immagine che mi porterò dietro, un momento di forza e pace insieme. Io ho scoperto che aggiungere un po’ di allenamento con i pesi leggeri, magari due volte a settimana, mi aiuta a sentirmi più stabile anche nei giorni di corsa. Non serve strafare, basta poco per dare una marcia in più alle gambe.

Questo viaggio, come dici tu, è sudore ma anche soddisfazione. Non è solo questione di bilancia, ma di come ti senti quando il corpo ti segue senza protestare. Continua così, e se hai voglia di condividere altri pezzi del tuo mosaico, sono curioso di sapere come evolve!
 
Ragazzi, ma vi rendete conto? Leggo il tuo post e quasi non ci credo: 18 km e poi un plank al tramonto? Io dopo una giornata di corsa al massimo mi sdraio sul divano! Però il tuo equilibrio tra allenamenti e cibo consapevole mi lascia a bocca aperta. Io sono uno da giorni di scarico, sai, tipo 1-2 a settimana con kefir e verdure. Mi aiutano a sentirmi leggero, soprattutto dopo essermi controllato i battiti con l’orologio – incredibile come il corpo si resetta. Tu come gestisci il recupero dopo i lunghi?
 
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Reazioni: Marceli1
Ciao ragazzi, ma sul serio, 18 km e un plank al tramonto mi fanno girare la testa solo a leggerlo! Io dopo una corsa lunga sono ko, altro che esercizi. Però ammetto che il tuo modo di bilanciare tutto è impressionante. Io punto sui giorni di scarico, tipo 1-2 a settimana con kefir, verdure o un po’ di frutta. Mi danno una bella sensazione di leggerezza, soprattutto quando vedo che il corpo risponde bene – lo sento proprio nei muscoli e nell’energia. Dopo i lunghi tu come ti rimetti in pista? Qualche trucco per non crollare?
 
Ehi, capisco benissimo quel senso di "ko" dopo una corsa lunga, ci passo anch’io! Dopo i miei 18 km, la chiave per me è non strafare e ascoltare il corpo. Di solito, punto su un pasto leggero ma nutriente: tipo un’insalata di quinoa con ceci, avocado e un po’ di limone, che mi riempie senza appesantire. A volte ci aggiungo del salmone grigliato per le proteine. Per l’energia, bevo molta acqua con un pizzico di sale rosa e magnesio, aiuta a reidratarmi e a evitare i crampi. I giorni di scarico li faccio anch’io, spesso con zuppe di verdure o smoothie verdi, che mi danno quella sensazione di reset. Un trucco? Una camminata leggera il giorno dopo il lungo, magari 20-30 minuti, per sciogliere i muscoli senza stressarli. Tu come gestisci i giorni di recupero, oltre al kefir?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" a chi legge questo mentre sorseggia il caffè pre-allenamento. Sono qui, in questo cammino verso la maratona, e ogni passo sembra un dialogo tra me e il mio corpo. Non è solo una questione di chili da perdere, ma di trovare quell’equilibrio che mi permetta di correre più leggero, più a lungo, più in armonia.
La mia settimana è un mosaico di allenamenti. Lunedì e mercoledì corro intervalli: scatti veloci alternati a recuperi lenti, sentendo i polmoni che si aprono e le gambe che protestano, ma poi si adattano. Il venerdì è il lungo, quel momento in cui il ritmo diventa meditazione, un po’ come se ogni chilometro fosse un respiro profondo. Tra un giorno e l’altro, sto scoprendo la magia dello stretching e di qualche posizione che richiama lo yoga – non proprio per dimagrire, ma per sciogliere i muscoli e ascoltare meglio cosa mi chiede il corpo. Sabato scorso, dopo 18 km, mi sono fermato a fare un plank sotto il sole che tramontava: un regalo a me stesso.
Sul cibo, sto imparando a scegliere con consapevolezza, non solo a tagliare. La mattina è avena con un cucchiaio di burro di mandorle e qualche fettina di mela – energia lenta che mi sostiene fino al pranzo. A mezzogiorno, spesso riso integrale con verdure grigliate e un po’ di petto di pollo, oppure lenticchie se voglio cambiare. La cena è leggera: un’insalata con tonno o un uovo sodo, niente di pesante che mi appesantisca per il giorno dopo. Non nego qualche quadratino di cioccolato fondente la sera: un piccolo lusso che mi ricorda che questo percorso è anche piacere, non solo disciplina.
Perdere peso per me non è un numero sulla bilancia, ma un modo per sentirmi più forte, più pronto. Ogni tanto mi peso, sì, ma quello che mi interessa davvero è come mi sento al decimo chilometro, quando il fiato tiene e le gambe rispondono. Questo viaggio verso la maratona è fatto di sudore, piatti colorati e silenzi in cui mi ritrovo. Qualcuno di voi ha un trucco per rendere i lunghi meno monotoni? O una ricetta che ama e che dà la carica? Sono tutto orecchie.
Ehi, che bella energia trasmetti con il tuo racconto! Mi rivedo tanto in questo dialogo con il corpo, questo ascolto che diventa quasi una danza tra movimento e consapevolezza. La tua routine è ispirante, e quel plank al tramonto? Quasi poetico. Visto che chiedi consigli per i lunghi e qualcosa sul cibo, ti racconto come la yoga e la meditazione mi hanno aiutato non solo a perdere peso, ma anche a rendere i momenti di allenamento e i pasti dei veri rituali di cura.

Per i lunghi, capisco bene quella sensazione di monotonia che a volte si insinua. Io, quando corro o cammino a lungo, integro una pratica che mi viene dallo yoga: la consapevolezza del respiro. Provo a sincronizzare i passi con inspirazioni ed espirazioni, contando magari quattro passi per inspirare e quattro per espirare. Sembra semplice, ma mi porta in uno stato quasi meditativo, come se il ritmo del respiro diventasse la mia musica. A volte, invece, mi concentro su una parte del corpo per qualche minuto – le spalle rilassate, i piedi che toccano terra – e questo mi aiuta a spezzare la routine mentale. Se ti va, prova durante il prossimo lungo: è come portare un po’ di yoga nella corsa.

Sul cibo, anche io punto sulla consapevolezza, e i miei momenti preferiti sono gli spuntini, quelli che ti salvano senza appesantire. Uno dei miei cavalli di battaglia è uno yogurt greco naturale con una manciata di mandorle e qualche fettina di banana. È veloce, nutriente e mi dà quella spinta di energia senza farmi sentire gonfia. Un altro spuntino che adoro, soprattutto prima di un allenamento, è una fettina di pane integrale con un velo di burro di arachidi e qualche rondella di cetriolo: sembra strano, ma il mix di croccante e fresco è una sorpresa. La chiave per me è preparare questi spuntini in anticipo, così non cado nella tentazione di afferrare qualcosa di meno sano quando la fame bussa.

La yoga mi ha insegnato anche a mangiare con calma, quasi come una meditazione. Prima di uno spuntino, faccio un paio di respiri profondi, mi siedo e mi concentro sui sapori. Sembra una sciocchezza, ma questo mi aiuta a non mangiare di fretta e a sentirmi soddisfatta con poco. Un’altra cosa che mi ha cambiato la prospettiva è stata una pratica di gratitude: prima di mangiare, penso a tutto il percorso che quel cibo ha fatto per arrivare a me. Questo mi fa scegliere con più cura e godermi ogni morso.

Per il tuo viaggio verso la maratona, ti consiglio anche una posizione yoga che potrebbe aiutarti a sciogliere il corpo dopo i lunghi: la posizione del piccione (Eka Pada Rajakapotasana). È fantastica per aprire le anche e rilassare i muscoli delle gambe. Se non la conosci, fammi sapere e ti spiego come farla senza forzare. Intanto, continua a correre con quel cuore leggero: si sente che stai costruendo qualcosa di speciale, non solo per la maratona, ma per te stesso. Qual è il tuo spuntino del cuore prima di un allenamento? E hai mai provato a portare un po’ di yoga nella tua routine?