Come faccio a dimagrire con il diabete e le articolazioni che mi fanno male?

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, sono qui con un nodo in gola perché non so più da dove cominciare. Ho 45 anni, il diabete di tipo 2 da ormai sette anni e le articolazioni che mi fanno vedere le stelle, soprattutto le ginocchia e la schiena. Il peso è un macigno, lo so, e ogni chilo in più sembra peggiorare tutto. Vorrei tanto cambiare, ma mi sento in trappola. I medici mi dicono che devo dimagrire per aiutare il glucosio e alleviare il dolore, ma ogni volta che provo qualcosa finisce che mi blocco.
Ho provato a camminare, ma dopo dieci minuti le ginocchia gridano e devo fermarmi. La dieta? Ci ho provato mille volte, ma tra i picchi di zucchero e la fame che mi assale, cedo sempre. Il mio endocrinologo mi ha detto di puntare su pasti piccoli e frequenti, con poche calorie ma tanto volume, tipo verdure e proteine magre. Mi ha anche consigliato di stare attenta ai carboidrati, ma non è facile quando sei abituata a mangiare pasta e pane da una vita. Mi ha suggerito pure la piscina, perché l’acqua toglie peso alle articolazioni, ma ammetto che mi vergogno a farmi vedere in costume con tutti questi chili addosso.
Qualcuno di voi ce l’ha fatta in una situazione così? Ho paura di peggiorare il diabete o di farmi male sul serio se sbaglio approccio. Mi sento come se il mio corpo fosse contro di me, e ogni giorno che passa mi sembra di perdere una battaglia. Ieri ho letto di una nutrizionista che parlava di “ripartire piano”, ma non so nemmeno cosa significhi per una come me. Se avete storie o consigli, vi prego, scrivetemeli. Ho bisogno di capire che non è impossibile. Grazie a chi mi leggerà, davvero.
 
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Ehi, ti capisco fin troppo bene, sai? Anch’io sono stata nella tua situazione, un passo avanti e due indietro. Ho perso 15 chili un paio di anni fa, mi sentivo una regina, poi tra una cosa e l’altra – lo stress, il diabete che fa i capricci, le ginocchia che sembrano dire "no, grazie" – li ho ripresi tutti, con gli interessi. È frustrante da morire, ti senti quasi tradita dal tuo stesso corpo. Ti racconto questo perché voglio che tu sappia che non sei sola a sentirti in trappola.

Il tuo endocrinologo ha ragione sui pasti piccoli e frequenti, ma lo so, passare da pane e pasta a zucchine e petto di pollo è come chiedere a un italiano di rinunciare all’anima! Io ci sono caduta mille volte, cedevo alla fame e mi ritrovavo con un piatto di spaghetti in mano, pentita ma troppo tardi. Una cosa che mi ha aiutato a ripartire è stata non provare a cambiare tutto subito. Tipo, all’inizio ho solo tagliato le porzioni di carboidrati a metà e aggiunto una verdura, anche solo un pomodoro. Non è perfetto, ma è un inizio, no?

Sulla piscina ti dico: anch’io mi vergognavo da matti, mi vedevo come un elefante in mezzo ai pesciolini. Poi una volta ci sono andata, con un costume nero semplice, e ho scoperto che in acqua non solo il dolore si placa, ma ti senti quasi leggera, come se il peso non contasse più. Nessuno ti guarda storto, te lo giuro, sono tutti lì per sé stessi. Magari prova a cercare un corso per persone con problemi simili, tipo idrokinesi, così ti senti meno "esposta".

Ripartire piano per me ha voluto dire smettere di pensare al "tutto o niente". Non devi essere perfetta, non devi perdere 10 chili in un mese. Io ho ricominciato con 5 minuti di stretching in casa – non cammino, ma almeno muovo qualcosa – e un bicchiere d’acqua prima di mangiare, che mi riempie un po’. È poco, ma è qualcosa. Tu che dici, ce la fai a provare una cosa piccolissima, tipo sostituire la pasta con un po’ di riso integrale per un pasto? O magari solo camminare fino alla porta e tornare indietro, senza forzarti?

Non ti mentirò, è un casino e ci vuole una pazienza che a volte non ho neanch’io. Però se io, che sono caduta e mi sono rialzata mille volte, sto ancora qui a provarci, magari puoi farlo anche tu. Scrivi se ti va, anche solo per sfogarti, che a volte aiuta più di mille diete. Forza, un passo all
 
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Ehi, capisco che ti senti in gabbia, ma lamentarsi non cambia niente. Il diabete e le articolazioni sono una bella scocciatura, vero, però non sei l’unica a combattere. Io ho perso 20 chili senza palestra, solo con roba semplice a casa, e ti dico: smettila di pensare alla pasta e inizia a muoverti, anche poco. Non servono miracoli, ma due passi in salotto o un piatto di minestrone invece dei soliti spaghetti già ti spostano dal divano. La piscina? Se ci sono andata io che sembravo un pachiderma, puoi farlo anche tu, altro che storie. Basta scuse, prova qualcosa di piccolo e vedi che succede. Scrivi se ti gira, ma non aspettarti che ti tenga la mano.
 
Guarda, capisco il tuo fuoco, ma ti fermo un attimo: il diabete e i dolori articolari non sono uno scherzo, e non si tratta solo di “smetterla con la pasta” o fare due passi. La chiave per dimagrire, specie con queste condizioni, è ascoltare il tuo corpo e dargli quello che gli serve senza stressarlo. Io sono una fanatica del mangiare separato, e ti giuro, mi ha cambiato la vita. Non è una dieta, è un modo di pensare al cibo che aiuta il tuo stomaco a non fare a pugni con sé stesso.

Il trucco è non mischiare tutto insieme. Immagina il tuo piatto come un puzzle: ogni pezzo deve incastrarsi bene. I carboidrati (tipo riso integrale o patate) vanno mangiati da soli, con verdure, perché sono come benzina veloce. I grassi (olio, avocado) meglio con verdure o proteine leggere. Le proteine (pesce, pollo, uova) devono stare lontane dai carboidrati nello stesso pasto, altrimenti il tuo corpo impazzisce a digerire tutto e ti lascia stanca, gonfia, e con la glicemia che fa le montagne russe. Col diabete, questa cosa è oro: tenere la glicemia stabile è tutto.

Un esempio? A pranzo, prova un bel piatto di zucchine grigliate con un filo d’olio e un pezzo di pesce al vapore. A cena, magari del riso integrale con spinaci saltati. Spuntini? Frutta da sola, mai con altro, e sempre lontano dai pasti. Io faccio così da anni, e non solo ho perso peso, ma le mie articolazioni ringraziano: meno infiammazione, meno dolore. E non serve essere uno chef stellato, basta organizzarsi.

Per muoverti, non pensare alla piscina se ti sembra un Everest. Inizia con stretching sul tappeto di casa, 10 minuti al giorno, magari seguendo un video su YouTube. Il corpo si scioglie piano piano, e i dolori si calmano. L’acqua aiuta, sì, ma anche solo camminare in casa, magari con una bottiglia d’acqua in mano per fare un po’ di peso, fa la differenza. Non devi stravolgere tutto oggi, ma inizia con un pasto separato e un movimento piccolo. Il diabete non ti definisce, e il dolore non è una condanna a vita.

Se vuoi, scrivimi e ti passo qualche schema di pasti separati che uso io. Non ti prometto miracoli, ma un passo alla volta ti porta lontano. Forza, ce la fai, anche se ora ti sembra un muro altissimo.
 
Guarda, capisco il tuo fuoco, ma ti fermo un attimo: il diabete e i dolori articolari non sono uno scherzo, e non si tratta solo di “smetterla con la pasta” o fare due passi. La chiave per dimagrire, specie con queste condizioni, è ascoltare il tuo corpo e dargli quello che gli serve senza stressarlo. Io sono una fanatica del mangiare separato, e ti giuro, mi ha cambiato la vita. Non è una dieta, è un modo di pensare al cibo che aiuta il tuo stomaco a non fare a pugni con sé stesso.

Il trucco è non mischiare tutto insieme. Immagina il tuo piatto come un puzzle: ogni pezzo deve incastrarsi bene. I carboidrati (tipo riso integrale o patate) vanno mangiati da soli, con verdure, perché sono come benzina veloce. I grassi (olio, avocado) meglio con verdure o proteine leggere. Le proteine (pesce, pollo, uova) devono stare lontane dai carboidrati nello stesso pasto, altrimenti il tuo corpo impazzisce a digerire tutto e ti lascia stanca, gonfia, e con la glicemia che fa le montagne russe. Col diabete, questa cosa è oro: tenere la glicemia stabile è tutto.

Un esempio? A pranzo, prova un bel piatto di zucchine grigliate con un filo d’olio e un pezzo di pesce al vapore. A cena, magari del riso integrale con spinaci saltati. Spuntini? Frutta da sola, mai con altro, e sempre lontano dai pasti. Io faccio così da anni, e non solo ho perso peso, ma le mie articolazioni ringraziano: meno infiammazione, meno dolore. E non serve essere uno chef stellato, basta organizzarsi.

Per muoverti, non pensare alla piscina se ti sembra un Everest. Inizia con stretching sul tappeto di casa, 10 minuti al giorno, magari seguendo un video su YouTube. Il corpo si scioglie piano piano, e i dolori si calmano. L’acqua aiuta, sì, ma anche solo camminare in casa, magari con una bottiglia d’acqua in mano per fare un po’ di peso, fa la differenza. Non devi stravolgere tutto oggi, ma inizia con un pasto separato e un movimento piccolo. Il diabete non ti definisce, e il dolore non è una condanna a vita.

Se vuoi, scrivimi e ti passo qualche schema di pasti separati che uso io. Non ti prometto miracoli, ma un passo alla volta ti porta lontano. Forza, ce la fai, anche se ora ti sembra un muro altissimo.
Ehi, che bel messaggio pieno di passione! 🔥 Capisco il tuo entusiasmo per il mangiare separato, e devo dire che il tuo approccio super organizzato è davvero interessante! Però, visto che si parla di diabete e dolori articolari, vorrei buttare lì la mia esperienza con le lezioni di gruppo, che per me sono state una svolta, e magari può essere un’idea anche per chi legge. 😊

Partiamo dal movimento, perché col diabete e le articolazioni doloranti è facile sentirsi bloccati. Io ero come te, pensavo che muovermi fosse un rischio, con le ginocchia che scricchiolavano e la paura di far salire la glicemia. Poi ho scoperto le lezioni di gruppo, tipo pilates o zumba soft, e ti giuro, è tutta un’altra storia! 💪 Il bello di queste classi è l’energia collettiva: sei lì, magari un po’ impacciata all’inizio, ma vedere gli altri che si muovono con te, ridono, sbagliano un passo e ci riprovano, ti dà una spinta pazzesca. Il gruppo ti tiene su, ti motiva, e senza accorgertene stai facendo esercizio senza sentirti sola o sotto pressione.

Per chi ha dolori articolari, il mio consiglio è iniziare con pilates: è dolce, lavora sulla postura e rinforza i muscoli senza stressare le articolazioni. Io faccio una classe due volte a settimana, e le mie ginocchia ringraziano! 🙏 Se invece vuoi qualcosa di più ritmato, prova una lezione di zumba a basso impatto: ci sono versioni pensate per chi non può saltare o fare movimenti troppo intensi. Col diabete, l’importante è che il movimento sia costante ma non estremo, perché aiuta a tenere la glicemia più stabile. Io controllo i valori prima e dopo, e ho notato che dopo una lezione mi sento non solo più leggera, ma anche con la glicemia più sotto controllo.

Ora, sul cibo, ti do ragione: organizzare i pasti è fondamentale. Io non seguo il mangiare separato, ma pianifico tutto con un’app che mi aiuta a bilanciare carboidrati, proteine e verdure, tenendo d’occhio le calorie senza impazzire. Non dico di scaricare mille app, ma trovarne una semplice per tracciare quello che mangi può fare la differenza, specie col diabete. Magari non ti va di pesare ogni boccone, ma anche solo segnare “pranzo: pesce e zucchine” ti aiuta a vedere il quadro generale. 📱

Un trucco per scegliere le classi giuste? Vai a una lezione di prova, parla con l’istruttore e spiegagli la tua situazione. Un bravo insegnante adatta gli esercizi, magari ti dà alternative se un movimento è troppo per le tue articolazioni. E non farti spaventare dall’idea di essere “quella nuova”: nei gruppi c’è sempre posto per tutti, e l’atmosfera è più accogliente di quel che pensi. 😄

Per chi legge e magari si sente sopraffatta, il mio consiglio è: prova una cosa alla volta. Magari inizia con una lezione di pilates online, ce ne sono tante gratis su YouTube, o scarica un’app per segnare i pasti e vedere come ti senti. Non serve fare tutto perfetto, basta fare un passo. Col diabete e i dolori, il corpo ha bisogno di pazienza, ma anche di sentirsi vivo. E credimi, ballare (male!) in una classe di zumba o ridere con altre persone mentre fai stretching ti fa sentire viva eccome! 💃

Se vuoi, scrivimi e ti racconto di più sulle mie classi preferite o su come uso l’app per mangiare meglio. Forza, un passo alla volta e vedrai che il muro diventa più basso! 🚀
 
Ehi, che bel messaggio pieno di passione! 🔥 Capisco il tuo entusiasmo per il mangiare separato, e devo dire che il tuo approccio super organizzato è davvero interessante! Però, visto che si parla di diabete e dolori articolari, vorrei buttare lì la mia esperienza con le lezioni di gruppo, che per me sono state una svolta, e magari può essere un’idea anche per chi legge. 😊

Partiamo dal movimento, perché col diabete e le articolazioni doloranti è facile sentirsi bloccati. Io ero come te, pensavo che muovermi fosse un rischio, con le ginocchia che scricchiolavano e la paura di far salire la glicemia. Poi ho scoperto le lezioni di gruppo, tipo pilates o zumba soft, e ti giuro, è tutta un’altra storia! 💪 Il bello di queste classi è l’energia collettiva: sei lì, magari un po’ impacciata all’inizio, ma vedere gli altri che si muovono con te, ridono, sbagliano un passo e ci riprovano, ti dà una spinta pazzesca. Il gruppo ti tiene su, ti motiva, e senza accorgertene stai facendo esercizio senza sentirti sola o sotto pressione.

Per chi ha dolori articolari, il mio consiglio è iniziare con pilates: è dolce, lavora sulla postura e rinforza i muscoli senza stressare le articolazioni. Io faccio una classe due volte a settimana, e le mie ginocchia ringraziano! 🙏 Se invece vuoi qualcosa di più ritmato, prova una lezione di zumba a basso impatto: ci sono versioni pensate per chi non può saltare o fare movimenti troppo intensi. Col diabete, l’importante è che il movimento sia costante ma non estremo, perché aiuta a tenere la glicemia più stabile. Io controllo i valori prima e dopo, e ho notato che dopo una lezione mi sento non solo più leggera, ma anche con la glicemia più sotto controllo.

Ora, sul cibo, ti do ragione: organizzare i pasti è fondamentale. Io non seguo il mangiare separato, ma pianifico tutto con un’app che mi aiuta a bilanciare carboidrati, proteine e verdure, tenendo d’occhio le calorie senza impazzire. Non dico di scaricare mille app, ma trovarne una semplice per tracciare quello che mangi può fare la differenza, specie col diabete. Magari non ti va di pesare ogni boccone, ma anche solo segnare “pranzo: pesce e zucchine” ti aiuta a vedere il quadro generale. 📱

Un trucco per scegliere le classi giuste? Vai a una lezione di prova, parla con l’istruttore e spiegagli la tua situazione. Un bravo insegnante adatta gli esercizi, magari ti dà alternative se un movimento è troppo per le tue articolazioni. E non farti spaventare dall’idea di essere “quella nuova”: nei gruppi c’è sempre posto per tutti, e l’atmosfera è più accogliente di quel che pensi. 😄

Per chi legge e magari si sente sopraffatta, il mio consiglio è: prova una cosa alla volta. Magari inizia con una lezione di pilates online, ce ne sono tante gratis su YouTube, o scarica un’app per segnare i pasti e vedere come ti senti. Non serve fare tutto perfetto, basta fare un passo. Col diabete e i dolori, il corpo ha bisogno di pazienza, ma anche di sentirsi vivo. E credimi, ballare (male!) in una classe di zumba o ridere con altre persone mentre fai stretching ti fa sentire viva eccome! 💃

Se vuoi, scrivimi e ti racconto di più sulle mie classi preferite o su come uso l’app per mangiare meglio. Forza, un passo alla volta e vedrai che il muro diventa più basso! 🚀
Ehi, che energia nel tuo post, Stirling! Mi hai fatto venire voglia di organizzare un bel piano d’azione per chi legge e magari si sente un po’ perso con diabete e dolori articolari. Il tuo approccio al mangiare separato è super interessante, e mi piace come hai messo l’accento sull’ascoltare il corpo. Io voglio aggiungere un tocco di motivazione collettiva, perché per me il vero gioco è stato scoprire la forza del fare le cose insieme, e credo possa essere una chiave anche per chi sta affrontando queste sfide.

Parliamo di movimento, che col diabete e le articolazioni doloranti sembra sempre un ostacolo gigante. Ti capisco, all’inizio anch’io pensavo: “Ma come faccio a muovermi se ogni passo mi fa male?”. Poi ho provato i gruppi di allenamento, e ti assicuro, è stato come accendere una lampadina. Non parlo di palestre super serie o corsi impossibili, ma di attività come yoga adattato o ginnastica dolce in gruppo. La magia del gruppo è che non sei mai sola: c’è sempre qualcuno che ti sorride, che ti dice “dai, ce la facciamo” o che magari ha i tuoi stessi dolori e capisce davvero come ti senti. Questa energia ti spinge a continuare, anche nei giorni no.

Per chi ha dolori articolari, lo yoga adattato è un regalo. Io faccio una lezione settimanale, e il mio istruttore mi ha insegnato esercizi che non mettono pressione sulle ginocchia o sulla schiena. Si lavora tanto sulla mobilità e sul respiro, e dopo un po’ ti senti più sciolta, con meno dolore. Col diabete, il movimento regolare è un alleato pazzesco: non serve strafare, ma 20-30 minuti di yoga o una camminata leggera in compagnia possono aiutare a tenere la glicemia più stabile. Io porto sempre con me il glucometro, controllo prima e dopo, e ho visto che dopo una sessione mi sento non solo meno rigida, ma anche con i valori più equilibrati.

Sul cibo, il tuo sistema di pasti separati è una chicca, e mi piace l’idea di rendere tutto semplice. Io punto sulla pianificazione, ma senza complicarmi la vita. Uso un quaderno dove segno cosa mangio, cercando di bilanciare verdure, proteine magre e carboidrati a basso indice glicemico, come quinoa o patate dolci. Col diabete, la costanza è tutto, e avere un piano mi aiuta a non improvvisare (e a non finire con un piatto di lasagne per disperazione!). Un esempio? A pranzo magari pollo grigliato con un’insalata di rucola e pomodorini, a cena una zuppa di lenticchie con verdure. Per gli spuntini, tengo sempre a portata di mano una manciata di mandorle o una mela, ma mai insieme ad altro, come suggerisci tu.

Voglio lanciare un’idea a chi legge: perché non proviamo un mini-challenge di gruppo? Potremmo darci un obiettivo semplice, tipo fare 10 minuti di yoga o ginnastica dolce al giorno per una settimana, e condividere qui come ci sentiamo. Oppure, per il cibo, provare a pianificare i pasti per un paio di giorni e vedere se la glicemia risponde meglio. Non serve essere perfetti, l’importante è iniziare. Io sono qui per organizzare, motivare e magari condividere qualche trucco che ho imparato strada facendo!

Se ti va, Stirling, raccontami di più sui tuoi schemi di pasti separati, e io posso passarti qualche link a video di yoga adattato che uso io. E a chi legge: non lasciatevi spaventare dal diabete o dai dolori. Un passo alla volta, con un po’ di supporto (e magari un gruppo di persone che vi capiscono), si può fare tanto. Scrivetemi se volete idee per iniziare o per unirvi a un challenge. Forza, il viaggio è appena iniziato!