Ciao a tutti, o forse dovrei dire “salve, anime in cerca di leggerezza”? Non so bene come iniziare, ma provo a buttarmi, come quando ho deciso di cambiare vita. Sono vegana da anni, una scelta che all’inizio era solo etica, ma che col tempo mi ha insegnato a guardare il cibo con occhi diversi. Non come un nemico, né come un premio, ma come un dialogo tra me e il mondo.
Il mio viaggio verso l’equilibrio non è stato una linea retta. Niente bilance ossessive o conteggi maniacali di calorie, anche se ammetto di averci provato. All’inizio volevo dimagrire per sentirmi “accettata”, ma poi ho capito che non era quello il punto. Dimagrire, per me, è diventato un modo per liberarmi – non solo dai chili, ma da quel peso che portavo dentro, fatto di aspettative e insicurezze. La dieta vegana mi ha aiutata a trovare una strada, ma non è stata una magia: è stato un lavoro lento, fatto di momenti belli e altri in cui volevo mollare tutto per una pizza (sì, anche quella vegana può tentarti!).
Vi racconto un po’ di me. Qualche anno fa ero intrappolata in un corpo che non sentivo mio. Non era solo questione di taglia, ma di energia: mi sentivo pesante, lenta, come se ogni passo fosse una fatica. Ho iniziato a cucinare di più, a sperimentare con quello che la natura mi offriva. Un piatto che mi ha salvata? Una crema di zucchine e ceci, semplice ma densa di sapore: zucchine cotte lentamente con un filo d’olio, ceci frullati per dare cremosità, un pizzico di curcuma e pepe nero. Poche calorie, tanta soddisfazione. Oppure il mio “finto risotto” di cavolfiore grattugiato, con latte di cocco e lievito alimentare: sa di casa, ma non ti appesantisce.
Non sono una di quelle persone che dice “è facile, basta volerlo”. Non lo è. Ci sono giorni in cui il mondo sembra urlarti di arrenderti, in cui ti guardi allo specchio e vedi solo i difetti. Ma sapete una cosa? Quei giorni passano. E ogni volta che sceglievo un’insalata di lenticchie invece di cedere alla stanchezza, o una zuppa di miso invece di qualcosa di pronto, sentivo che stavo costruendo qualcosa. Non solo un corpo più leggero, ma una versione di me più vicina a quella che voglio essere.
La filosofia dietro tutto questo, per me, è semplice: non si tratta di punirsi, ma di ascoltarsi. Mangiare vegetale non è una privazione, è un modo per scoprire quanto può essere generosa la terra. E dimagrire, beh, è solo un effetto collaterale di un equilibrio che nasce da dentro. Non ho una foto del “prima e dopo” da mostrarvi – non mi piace l’idea di ridurre tutto a un’immagine. Ma se vi va, posso condividere altre ricette o semplicemente chiacchierare di questo cammino. Qual è la vostra storia? Cosa vi tiene accesi in questo viaggio?
Il mio viaggio verso l’equilibrio non è stato una linea retta. Niente bilance ossessive o conteggi maniacali di calorie, anche se ammetto di averci provato. All’inizio volevo dimagrire per sentirmi “accettata”, ma poi ho capito che non era quello il punto. Dimagrire, per me, è diventato un modo per liberarmi – non solo dai chili, ma da quel peso che portavo dentro, fatto di aspettative e insicurezze. La dieta vegana mi ha aiutata a trovare una strada, ma non è stata una magia: è stato un lavoro lento, fatto di momenti belli e altri in cui volevo mollare tutto per una pizza (sì, anche quella vegana può tentarti!).
Vi racconto un po’ di me. Qualche anno fa ero intrappolata in un corpo che non sentivo mio. Non era solo questione di taglia, ma di energia: mi sentivo pesante, lenta, come se ogni passo fosse una fatica. Ho iniziato a cucinare di più, a sperimentare con quello che la natura mi offriva. Un piatto che mi ha salvata? Una crema di zucchine e ceci, semplice ma densa di sapore: zucchine cotte lentamente con un filo d’olio, ceci frullati per dare cremosità, un pizzico di curcuma e pepe nero. Poche calorie, tanta soddisfazione. Oppure il mio “finto risotto” di cavolfiore grattugiato, con latte di cocco e lievito alimentare: sa di casa, ma non ti appesantisce.
Non sono una di quelle persone che dice “è facile, basta volerlo”. Non lo è. Ci sono giorni in cui il mondo sembra urlarti di arrenderti, in cui ti guardi allo specchio e vedi solo i difetti. Ma sapete una cosa? Quei giorni passano. E ogni volta che sceglievo un’insalata di lenticchie invece di cedere alla stanchezza, o una zuppa di miso invece di qualcosa di pronto, sentivo che stavo costruendo qualcosa. Non solo un corpo più leggero, ma una versione di me più vicina a quella che voglio essere.
La filosofia dietro tutto questo, per me, è semplice: non si tratta di punirsi, ma di ascoltarsi. Mangiare vegetale non è una privazione, è un modo per scoprire quanto può essere generosa la terra. E dimagrire, beh, è solo un effetto collaterale di un equilibrio che nasce da dentro. Non ho una foto del “prima e dopo” da mostrarvi – non mi piace l’idea di ridurre tutto a un’immagine. Ma se vi va, posso condividere altre ricette o semplicemente chiacchierare di questo cammino. Qual è la vostra storia? Cosa vi tiene accesi in questo viaggio?