Ma perché nessuno parla di dimagrire ballando? Io ce l’ho fatta così!

balaji.sivam

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6 Marzo 2025
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Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
 
Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
Ehi, che bello leggerti! La tua storia con la salsa, l’hip-hop e il balletto è super ispiratrice, sai? Io invece sono il classico tipo che vuole dimagrire ma rimanda sempre. "Domani inizio", dico, e poi finisce che sto sul divano a guardare video di danza invece di ballare! Però qualche piccola vittoria ce l’ho: l’altro giorno ho messo la musica e ho provato a muovermi un po’ in cucina mentre cucinavo – niente di che, ma mi sono sentita viva! Come fai tu a trovare la spinta per iniziare? Io a volte mi blocco perché penso che devo fare tutto perfetto subito, e invece magari basterebbe un passo alla volta, no? Grazie per aver condiviso, mi hai fatto venir voglia di provare sul serio!
 
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Ciao, che bomba il tuo messaggio! La salsa, l’hip-hop e il balletto? Mi hai fatto quasi venir voglia di mollare le mie scarpe da trekking e buttarmi in pista! No, scherzo, io resto fedele alle mie camminate, ma ammetto che il tuo modo di dimagrire ha un fascino pazzesco. Sai, anche io all’inizio pensavo che per perdere peso dovessi fare tutto perfetto: tot chilometri al giorno, passo veloce, niente soste… e invece ho scoperto che la chiave è godermela. Tipo, ieri sono uscita senza meta precisa, ho preso un sentiero vicino casa che non facevo da un po’, con la musica nelle cuffie, e alla fine ho fatto 8 chilometri senza nemmeno accorgermene!

La tua energia mi piace un sacco, e hai ragione: muoversi è la vera salvezza, altro che pillole magiche. Per me la spinta viene dal cambiare un po’ le cose: un giorno cammino in collina, un altro in città guardando le vetrine, oppure mi porto dietro il cane di un’amica e lui mi tira come un matto! Non so te, ma io ho notato che se mi fisso troppo su “devo fare così e cosà” mi blocco, mentre se mi dico “ok, oggi provo qualcosa di nuovo” diventa tutto più leggero. Magari potresti condividere qualche canzone che ti fa venire voglia di ballare? Io ti dico la mia: ultimamente cammino con “Volare” di Modugno, e giuro che mi sento una star mentre passo tra gli alberi! Grazie per aver scritto, mi hai fatto pensare che potrei pure mischiare un po’ di danza alle mie passeggiate… chissà che ne esce!
 
Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
Ciao, danzatore dell’anima! Le tue parole mi arrivano come un ritmo che scuote il silenzio, e mi ci ritrovo, anche se il mio passo è diverso. Hai ragione, muoversi è una magia che scioglie i pesi, non solo quelli del corpo, ma anche quelli del cuore. Io, invece, ho trovato il mio equilibrio ridendo – sì, proprio così, con la yoga della risata! È come un ballo dell’anima, ma senza passi da imparare: ridi, e il mondo si alleggerisce. Lo stress si dissolve, e con lui la voglia di riempirsi di cibo per dimenticare. Non è una pozione magica, né una polverina da shakerare, ma un’esplosione di gioia che mi ha aiutato a dire addio a qualche chilo di troppo. Mi muovo poco, lo ammetto, ma quando rido sento ogni muscolo danzare a suo modo. Sto cercando un gruppo, un club dove condividere queste risate, magari tra un seme di chia e una mandorla, perché anche il cibo può essere un alleato leggero. Tu danzi, io rido: forse siamo più simili di quanto sembri, no? Dimmi, hai mai provato a ridere mentre balli? Potrebbe essere la nostra rivoluzione!
 
Ciao, danzatore dell’anima! Le tue parole mi arrivano come un ritmo che scuote il silenzio, e mi ci ritrovo, anche se il mio passo è diverso. Hai ragione, muoversi è una magia che scioglie i pesi, non solo quelli del corpo, ma anche quelli del cuore. Io, invece, ho trovato il mio equilibrio ridendo – sì, proprio così, con la yoga della risata! È come un ballo dell’anima, ma senza passi da imparare: ridi, e il mondo si alleggerisce. Lo stress si dissolve, e con lui la voglia di riempirsi di cibo per dimenticare. Non è una pozione magica, né una polverina da shakerare, ma un’esplosione di gioia che mi ha aiutato a dire addio a qualche chilo di troppo. Mi muovo poco, lo ammetto, ma quando rido sento ogni muscolo danzare a suo modo. Sto cercando un gruppo, un club dove condividere queste risate, magari tra un seme di chia e una mandorla, perché anche il cibo può essere un alleato leggero. Tu danzi, io rido: forse siamo più simili di quanto sembri, no? Dimmi, hai mai provato a ridere mentre balli? Potrebbe essere la nostra rivoluzione!
Ehi, ballerino della vita! Il tuo messaggio mi ha colpito come una nota che non ti aspetti in una canzone che conosci a memoria. La salsa, l’hip-hop, il balletto… mi sembra quasi di vederti, lì a trasformare ogni passo in una vittoria contro quei chili ostinati. Io invece sono ferma, incastrata in un peso che non si muove, un numero sulla bilancia che mi guarda con aria di sfida ogni mattina. Un plató, lo chiamano, no? Ma per me è più una palude, un posto dove i piedi affondano e non sai come uscirne.

Ho provato di tutto, sai? Le camminate veloci con la musica nelle orecchie, quelle che ti fanno sentire un po’ meno sola. Lo yoga, con le sue promesse di pace interiore – e ci ho creduto, davvero, finché non mi sono accorta che il mio “cane a testa in giù” era più un lamento che una posa. Ho persino scaricato un’app per contare i passi, ma alla fine contavo più le volte che mi sedevo sul divano. Eppure, leggerti mi ha fatto accendere una lampadina, o forse una candela tremolante, perché la voglia di muovermi c’è, ma è come se il corpo non seguisse il cuore.

La tua danza mi ispira, però. Mi immagino a provare qualche passo scoordinato davanti allo specchio, magari con una playlist che mi tiri su l’umore. Non sono mai stata brava a ballare, lo confesso: due piedi sinistri e zero ritmo. Ma forse non è questione di essere bravi, giusto? È questione di sentirsi vivi. Tu parli di salsa e hip-hop, e io mi chiedo se magari un po’ di zumba potrebbe svegliarmi da questo torpore. L’ho provata una volta, anni fa, e ricordo ancora il fiatone misto a sorrisi – forse ci dovrei riprovare.

Ultimamente sono stata tentata di cedere a quei frullati verdi che promettono miracoli, ma leggendo te mi viene da pensare che il vero miracolo sia sudare, ridere, muoversi. Non fraintendermi, il mio frullatore è ancora lì che mi guarda con giudizio, ma forse ha ragione chi dice che il corpo vuole altro. Tu hai trovato la tua strada nei passi di danza, e io sto ancora cercando la mia. Magari un giorno ci incontreremo, io con le mie risate scoordinate e tu con i tuoi ritmi, e scopriremo che il segreto era solo smettere di stare fermi. Che dici, mi dai un consiglio per iniziare? Un passo semplice, qualcosa che persino una come me potrebbe provare senza inciampare nei propri pensieri?
 
Ehi, ballerino della vita! Il tuo messaggio mi ha colpito come una nota che non ti aspetti in una canzone che conosci a memoria. La salsa, l’hip-hop, il balletto… mi sembra quasi di vederti, lì a trasformare ogni passo in una vittoria contro quei chili ostinati. Io invece sono ferma, incastrata in un peso che non si muove, un numero sulla bilancia che mi guarda con aria di sfida ogni mattina. Un plató, lo chiamano, no? Ma per me è più una palude, un posto dove i piedi affondano e non sai come uscirne.

Ho provato di tutto, sai? Le camminate veloci con la musica nelle orecchie, quelle che ti fanno sentire un po’ meno sola. Lo yoga, con le sue promesse di pace interiore – e ci ho creduto, davvero, finché non mi sono accorta che il mio “cane a testa in giù” era più un lamento che una posa. Ho persino scaricato un’app per contare i passi, ma alla fine contavo più le volte che mi sedevo sul divano. Eppure, leggerti mi ha fatto accendere una lampadina, o forse una candela tremolante, perché la voglia di muovermi c’è, ma è come se il corpo non seguisse il cuore.

La tua danza mi ispira, però. Mi immagino a provare qualche passo scoordinato davanti allo specchio, magari con una playlist che mi tiri su l’umore. Non sono mai stata brava a ballare, lo confesso: due piedi sinistri e zero ritmo. Ma forse non è questione di essere bravi, giusto? È questione di sentirsi vivi. Tu parli di salsa e hip-hop, e io mi chiedo se magari un po’ di zumba potrebbe svegliarmi da questo torpore. L’ho provata una volta, anni fa, e ricordo ancora il fiatone misto a sorrisi – forse ci dovrei riprovare.

Ultimamente sono stata tentata di cedere a quei frullati verdi che promettono miracoli, ma leggendo te mi viene da pensare che il vero miracolo sia sudare, ridere, muoversi. Non fraintendermi, il mio frullatore è ancora lì che mi guarda con giudizio, ma forse ha ragione chi dice che il corpo vuole altro. Tu hai trovato la tua strada nei passi di danza, e io sto ancora cercando la mia. Magari un giorno ci incontreremo, io con le mie risate scoordinate e tu con i tuoi ritmi, e scopriremo che il segreto era solo smettere di stare fermi. Che dici, mi dai un consiglio per iniziare? Un passo semplice, qualcosa che persino una come me potrebbe provare senza inciampare nei propri pensieri?
Ciao, anima in cerca di ritmo! Le tue parole mi hanno fatto quasi sentire il battito di una canzone che non conosco ancora, e devo dirtelo: il tuo viaggio tra danza e risate mi ha dato una scossa. Non sei sola in quella palude che chiami plató, sai? Ci sono stata anch’io, con la bilancia che sembra un giudice inflessibile e il corpo che risponde con un’alzata di spalle. Ma leggerti mi ha fatto riflettere: forse il segreto non sta solo nel “cosa” fai, ma nel “come” lo vivi.

Io sono una di quelle che ha trovato rifugio nelle diete low-carb, un po’ per disperazione, un po’ per curiosità. Atkins è stato il mio primo amore: niente pane, niente pasta, solo uova, carne e un mare di verdure verdi. All’inizio mi sentivo come una naufraga su un’isola senza carboidrati, ma dopo un po’ ho notato che il peso scendeva e l’energia saliva. Poi ho provato il paleo, che è un po’ come tornare alle origini: niente latticini, niente cereali, solo quello che i cavernicoli avrebbero approvato. Funziona, te lo giuro, ma ci vuole disciplina. Tengo un diario, non proprio di allenamenti, ma di quello che mangio e di come mi sento. È il mio modo per capire cosa funziona e cosa no, una specie di mappa per uscire da quella palude di cui parli.

Il movimento, però, è un altro capitolo. Tu parli di zumba, e io ti capisco: quel mix di fiatone e sorrisi è una tentazione. Io non ballo – o meglio, non ancora – ma cammino. Tanto. Non è una danza, ma è un ritmo che mi sono scelta: auricolari nelle orecchie, playlist che spazia da Battisti a roba più strong, e via, un passo dopo l’altro. Non conto i passi come facevi tu con l’app, ma mi ascolto. Se il cuore batte forte e il fiato si accorcia, so che sto facendo qualcosa di buono. Non è hip-hop, non è salsa, ma è il mio modo di sudare e sentirmi viva.

Il tuo blocco, quel torpore che descrivi, lo conosco bene. Quando ero ferma, con i chili che non si muovevano, mi sono chiesta se fosse colpa del cibo o della testa. Poi ho capito: era il corpo che si era abituato. Con le low-carb ho dato una scossa al metabolismo, ma senza muovermi era come avere un motore acceso senza premere sull’acceleratore. Tu dici che non sei brava a ballare, ma non serve essere un étoile. Hai mai provato a mettere una canzone che ti piace e a muoverti, così, senza regole? Non parlo di coreografie perfette, ma di lasciarti andare. Magari davanti allo specchio, come dici tu, per vedere che non sei solo un numero sulla bilancia.

Un consiglio semplice, visto che me lo chiedi? Parti con qualcosa di piccolo. Scegli una canzone che ti fa venir voglia di battere il piede – tipo un pezzo di Jovanotti, che mette allegria senza pretese – e prova a muoverti per tre minuti. Non pensare ai passi, non pensare alla grazia: agita le braccia, fai un saltello, qualsiasi cosa. È un inizio, un modo per dire al corpo che non sei più ferma. Poi, se ti va, prova a tagliare i carboidrati per un paio di giorni – niente pane, niente zucchero, solo proteine e verdure – e vedi come ti senti. È quello che ho fatto io all’inizio: un esperimento, non una condanna. Magari tieni traccia di tutto in un quaderno, non per ossessione, ma per curiosità. Giorno dopo giorno, potresti scoprire che il tuo ritmo non è così lontano.

Tu e il tuo frullatore avete ragione su una cosa: i miracoli non esistono. Ma sudare, muoversi, mangiare in modo consapevole – quello sì che funziona. Io sto ancora sperimentando, tra un’insalata di spinaci e una camminata sotto il sole, e tu potresti trovare la tua strada tra un passo scoordinato e un sorriso. Che ne pensi, ci proviamo insieme, ognuna col suo ritmo? Fammi sapere come va, magari tra un esperimento low-carb e un ballo improvvisato ci scappa la svolta.
 
Ciao, anima in cerca di ritmo! Le tue parole mi hanno fatto quasi sentire il battito di una canzone che non conosco ancora, e devo dirtelo: il tuo viaggio tra danza e risate mi ha dato una scossa. Non sei sola in quella palude che chiami plató, sai? Ci sono stata anch’io, con la bilancia che sembra un giudice inflessibile e il corpo che risponde con un’alzata di spalle. Ma leggerti mi ha fatto riflettere: forse il segreto non sta solo nel “cosa” fai, ma nel “come” lo vivi.

Io sono una di quelle che ha trovato rifugio nelle diete low-carb, un po’ per disperazione, un po’ per curiosità. Atkins è stato il mio primo amore: niente pane, niente pasta, solo uova, carne e un mare di verdure verdi. All’inizio mi sentivo come una naufraga su un’isola senza carboidrati, ma dopo un po’ ho notato che il peso scendeva e l’energia saliva. Poi ho provato il paleo, che è un po’ come tornare alle origini: niente latticini, niente cereali, solo quello che i cavernicoli avrebbero approvato. Funziona, te lo giuro, ma ci vuole disciplina. Tengo un diario, non proprio di allenamenti, ma di quello che mangio e di come mi sento. È il mio modo per capire cosa funziona e cosa no, una specie di mappa per uscire da quella palude di cui parli.

Il movimento, però, è un altro capitolo. Tu parli di zumba, e io ti capisco: quel mix di fiatone e sorrisi è una tentazione. Io non ballo – o meglio, non ancora – ma cammino. Tanto. Non è una danza, ma è un ritmo che mi sono scelta: auricolari nelle orecchie, playlist che spazia da Battisti a roba più strong, e via, un passo dopo l’altro. Non conto i passi come facevi tu con l’app, ma mi ascolto. Se il cuore batte forte e il fiato si accorcia, so che sto facendo qualcosa di buono. Non è hip-hop, non è salsa, ma è il mio modo di sudare e sentirmi viva.

Il tuo blocco, quel torpore che descrivi, lo conosco bene. Quando ero ferma, con i chili che non si muovevano, mi sono chiesta se fosse colpa del cibo o della testa. Poi ho capito: era il corpo che si era abituato. Con le low-carb ho dato una scossa al metabolismo, ma senza muovermi era come avere un motore acceso senza premere sull’acceleratore. Tu dici che non sei brava a ballare, ma non serve essere un étoile. Hai mai provato a mettere una canzone che ti piace e a muoverti, così, senza regole? Non parlo di coreografie perfette, ma di lasciarti andare. Magari davanti allo specchio, come dici tu, per vedere che non sei solo un numero sulla bilancia.

Un consiglio semplice, visto che me lo chiedi? Parti con qualcosa di piccolo. Scegli una canzone che ti fa venir voglia di battere il piede – tipo un pezzo di Jovanotti, che mette allegria senza pretese – e prova a muoverti per tre minuti. Non pensare ai passi, non pensare alla grazia: agita le braccia, fai un saltello, qualsiasi cosa. È un inizio, un modo per dire al corpo che non sei più ferma. Poi, se ti va, prova a tagliare i carboidrati per un paio di giorni – niente pane, niente zucchero, solo proteine e verdure – e vedi come ti senti. È quello che ho fatto io all’inizio: un esperimento, non una condanna. Magari tieni traccia di tutto in un quaderno, non per ossessione, ma per curiosità. Giorno dopo giorno, potresti scoprire che il tuo ritmo non è così lontano.

Tu e il tuo frullatore avete ragione su una cosa: i miracoli non esistono. Ma sudare, muoversi, mangiare in modo consapevole – quello sì che funziona. Io sto ancora sperimentando, tra un’insalata di spinaci e una camminata sotto il sole, e tu potresti trovare la tua strada tra un passo scoordinato e un sorriso. Che ne pensi, ci proviamo insieme, ognuna col suo ritmo? Fammi sapere come va, magari tra un esperimento low-carb e un ballo improvvisato ci scappa la svolta.
Ehi, traffordboy, le tue parole mi hanno fatto quasi venir voglia di accendere una luce in cucina e mettermi a tagliare verdure mentre ascolto un po’ di musica! Mi ritrovo tanto in quel tuo senso di palude, quel numero sulla bilancia che sembra un muro impossibile da scalare. Ma sai una cosa? Anche io ero lì, ferma, con il corpo che non rispondeva e la testa piena di pensieri pesanti. Poi ho scoperto il mondo del raw food, e ti giuro, è stato come aprire una finestra in una stanza chiusa da troppo tempo.

Non fraintendermi, non sono qui a dirti che devi mollare tutto e buttarti sui frullati verdi – anche se, confesso, il mio frullatore ormai è il mio migliore amico. Quello che voglio dirti è che per me il cambiamento è arrivato quando ho smesso di vedere il cibo come un nemico e ho iniziato a guardarlo come un alleato. Io ho perso i chili che mi tormentavano con una dieta tutta cruda: verdure, frutta, semi, noci, niente cotture, solo sapori freschi e naturali. All’inizio pensavo fosse una follia – chi può vivere senza un piatto di pasta, giusto? – ma poi ho capito che il segreto sta nel rendere tutto vario e vivo, proprio come i tuoi passi di danza.

Tu parli di zumba, di movimento che ti fa sorridere, e io ti capisco benissimo. Anche per me il corpo aveva bisogno di svegliarsi, ma invece di ballare ho scelto di nutrirlo in modo diverso. Non è solo questione di calorie, è questione di energia. Una volta che ho tagliato fuori zuccheri raffinati e cibi pesanti, ho sentito una leggerezza che non mi aspettavo. E non parlo solo di peso: parlo di testa, di cuore, di voglia di alzarmi dal divano. Magari per te il ballo è la chiave, ma se vuoi un consiglio semplice per partire, prova a mischiare un po’ di movimento con qualcosa di crudo e fresco.

Un’idea per iniziare? Prendi una manciata di spinaci, una mela, qualche noce e un po’ di succo di limone. Frulla tutto, oppure mangialo così com’è, a pezzetti, senza regole. È un’esplosione di gusto, e ti dà quel boost che forse stai cercando per muoverti davanti allo specchio. Non serve essere perfetti, né nel ballo né nel piatto: io stessa all’inizio facevo insalate che sembravano esperimenti scientifici! Ma col tempo ho imparato a giocare coi sapori: carote grattugiate con zenzero, avocado con semi di chia, zucchine a spirale con un filo di tahina. È come una danza, ma in cucina.

Il tuo torpore, quel blocco che descrivi, potrebbe sciogliersi piano piano. Non sto dicendo di abbandonare i frullati verdi che ti tentano – anzi, provali, ma falli crudi e semplici, senza troppi trucchi. E se ti va di muoverti, metti su una canzone e fai tre minuti di caos, come suggeriva l’altra persona nel thread. Poi siediti con una ciotola di crudité – magari cetrioli e pomodorini con un pizzico di sale – e vedi come ti senti. È un passo piccolo, ma a volte basta quello per uscire dalla palude.

Io non sono una ballerina come te, ma ti immagino già a provare i tuoi passi scoordinati, e mi piace pensare che potresti aggiungere un po’ di raw food al tuo ritmo. Non è una gara, non c’è un traguardo da raggiungere per forza entro Capodanno – è più un viaggio per sentirsi vivi, un giorno alla volta. Che ne dici, ti va di sperimentare? Magari mi racconti com’è andata, tra un saltello e una carota croccante. Io sono qui, pronta a condividere qualche ricetta se ti serve una spinta!
 
Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
Ragazzi, che energia che trasmetti! Ballare è un modo fantastico per sciogliere i chili, e se ci aggiungi un bel piatto piccante con peperoncino o zenzero, il metabolismo schizza! Io mixo salsa (non solo il ballo, eh) con un curry infuocato e mi sento una bomba. Muoversi e mangiare fuoco, altro che pillole!
 
Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
Ciao ragazzi, vi leggo e quasi mi viene da ridere (ma anche un po’ da piangere) perché pure io la penso come te! 😅 Tutti qui a discutere di pillole magiche e polverine che promettono miracoli, ma la verità è che il movimento è la chiave, no? Anche io ho trovato la mia strada per dimagrire, e non c’entra niente con gli integratori: il mio “segreto” è stato il ciclismo! 🚴‍♂️

All’inizio non ci credevo nemmeno io. Pesavo troppo, mi sentivo fermo, quasi incastrato nella mia routine. Poi un giorno ho tirato fuori una vecchia bici dal garage, tutta impolverata, e ho detto: “Proviamo!”. Non vi dico le prime pedalate: fiatone dopo 5 minuti e gambe che imploravano pietà! 😂 Ma piano piano, giorno dopo giorno, è cambiato tutto. Non solo ho perso chili – tipo 15 in un anno, mica male! – ma mi sono anche sentito vivo, libero.

Il bello del ciclismo è che non è solo fatica: è scoprire posti nuovi, sentire il vento in faccia, e sì, anche fermarsi a mangiare qualcosa di buono senza sensi di colpa, perché tanto poi pedali e smaltisci! 😉 Io ho iniziato con giri corti vicino casa, poi ho preso una bici decente (niente di caro, eh, una entry level usata) e ora faccio anche 30-40 km senza morire. La scelgo con un bel telaio leggero e un cambio che non mi abbandoni in salita, perché le colline vicino a casa mia sono assassine!

Integrarlo nella vita? Facilissimo. Vado al lavoro in bici quando posso, oppure esco la sera dopo cena, così mi rilasso e tengo il metabolismo sveglio. E poi, sai che soddisfazione quando ti guardi allo specchio e vedi che i jeans non tirano più? Altro che polverine!

Tu con la salsa e l’hip-hop hai trovato il tuo ritmo, io con le mie pedalate ho trovato il mio. Alla fine, il trucco è muoversi, divertirsi e non contare solo su qualche pillola. Grande che hai condiviso la tua storia, magari qualcuno ci prova e scopre che ballare o pedalare è meglio di qualsiasi “miracolo” in bustina! 💪 Continua così!
 
Ehi, ma sul serio? Tutti a blaterare di pillole e polverine come se fossero la soluzione a tutto, e poi arrivate voi con salsa, hip-hop e biciclette a farmi quasi arrabbiare! Io invece vi dico: provate l’acqua, altro che balletti o pedalate! Io ero un disastro, chili di troppo che mi trascinavo dietro come un peso morto, e sapete cosa mi ha salvato? L’aquafitness. Sì, proprio quelle lezioni in piscina che sembrano roba da pensionati, ma che ti fanno sudare e dimagrire senza nemmeno accorgertene.

All’inizio mi vergognavo pure a entrare in costume, ma dopo un mese di movimenti in acqua – tipo aerobica ma con la resistenza che ti spacca – ho visto i primi risultati. Ora sono sotto di 12 chili, e non è solo il peso: mi sento più leggero, più forte. L’acqua ti sostiene, non ti massacra le ginocchia come correre o saltare, e ti fa bruciare un sacco senza nemmeno rendertene conto. Altro che integratori o diete assurde invernali che ti lasciano affamato e incazzato!

Tu col tuo ballo, l’altro con la bici… bravi, ma io vi sfido a provare una lezione di aquagym. È una guerra contro l’acqua, e vinci tu. Basta con ‘ste pillole, muovetevi e basta! Io continuo così, e chi mi ferma più?
 
Ehi, ma possibile che qui si parli solo di pillole e polverine? Io ho perso chili con la salsa, l’hip-hop e un po’ di balletto, e nessuno lo considera? Muovermi mi ha salvato, altro che integratori!
Guarda, ti capisco, anch’io sono stufo di sentir parlare solo di diete miracolose e integratori. Ballare è una figata, e se ti ha fatto perdere peso, grande! Io invece sono in fissa col mio percorso “100 giorni senza zucchero”. All’inizio è stata dura, una vera crisi: mal di testa, voglia di dolce che non ti dico. Però dopo un paio di settimane, boom, mi sentivo un altro. Più energia, meno gonfiore, e sai la cosa assurda? Ho iniziato a sentire i sapori veri del cibo. Tipo, una mela ora mi sembra un dessert! Non dico che sia per tutti, ma eliminare lo zucchero mi sta cambiando la vita. Tu continua a ballare, che spacchi!