Ciao a tutti, oppure no, forse è meglio dire: a chiunque abbia mai sentito il bisogno di respirare davvero. Io sono uno di quelli che non si accontenta di una palestra o di un tapis roulant. Quando il mondo sembra stringersi, prendo lo zaino e parto. Montagne, boschi, sentieri che si perdono: è lì che trovo me stesso, ed è lì che il mio corpo si trasforma.
Camminare nella natura non è solo un modo per muovermi, è un dialogo tra me e quello che mi circonda. Ogni passo è un respiro profondo, ogni salita un modo per lasciare andare il peso, non solo quello fisico. Parlo di chili, certo, perché i numeri sulla bilancia scendono quando torni dopo giorni di trekking. Ma parlo anche di quel peso che ti porti dentro, quello che non vedi ma senti. La natura ti svuota, ti alleggerisce, e lo fa in un modo che nessuna dieta o esercizio ripetitivo potrà mai replicare.
Pensateci: un giorno intero a camminare, magari con 10 chili sulle spalle, su un sentiero ripido. Il cuore batte forte, i polmoni si riempiono di aria pulita, i muscoli lavorano senza che tu debba contarli o controllarli. Non è come stare in una stanza a fare vacuum per la pancia – che sì, funziona, lo so – ma qui il tuo corpo si attiva tutto, dalla testa ai piedi. E la mente? La mente si spegne. Non pensi al cibo, non conti calorie, non ti guardi allo specchio. Sei solo tu e il prossimo passo.
Ho notato che dopo un trekking di più giorni qualcosa cambia. Torni e ti senti più forte, non solo perché hai bruciato chissà quanto – e fidatevi, tra salite e discese il corpo consuma eccome – ma perché hai dato al tuo metabolismo una scossa vera. Non è la solita routine, è uno shock che ti rimette in carreggiata. E poi c’è la resistenza: dopo ore e ore di cammino, ti rendi conto che il tuo corpo può fare molto più di quello che credevi. È una lezione che nessuna bilancia ti insegna.
Non fraintendetemi, non sto dicendo che sia facile. I primi giorni senti tutto: le gambe pesanti, il fiato corto, magari anche la voglia di mollare. Ma poi entri in sintonia. La natura ti prende per mano e ti guida. E quando torni, non sei solo più leggero di qualche etto o chilo, sei diverso. È come se avessi fatto spazio dentro di te, un vuoto che non ti spaventa ma ti rigenera.
Per me, il trekking è la mia terapia. Salute mentale e benessere non sono solo parole da forum: sono quello che provo quando sono là fuori. E se perdere peso è il risultato, ben venga. Ma non è solo quello. È sentirsi vivi, interi, in pace. Qualcun altro qui trova la stessa cosa nella natura? O sono solo io che parlo troppo dopo una settimana tra i monti?
Camminare nella natura non è solo un modo per muovermi, è un dialogo tra me e quello che mi circonda. Ogni passo è un respiro profondo, ogni salita un modo per lasciare andare il peso, non solo quello fisico. Parlo di chili, certo, perché i numeri sulla bilancia scendono quando torni dopo giorni di trekking. Ma parlo anche di quel peso che ti porti dentro, quello che non vedi ma senti. La natura ti svuota, ti alleggerisce, e lo fa in un modo che nessuna dieta o esercizio ripetitivo potrà mai replicare.
Pensateci: un giorno intero a camminare, magari con 10 chili sulle spalle, su un sentiero ripido. Il cuore batte forte, i polmoni si riempiono di aria pulita, i muscoli lavorano senza che tu debba contarli o controllarli. Non è come stare in una stanza a fare vacuum per la pancia – che sì, funziona, lo so – ma qui il tuo corpo si attiva tutto, dalla testa ai piedi. E la mente? La mente si spegne. Non pensi al cibo, non conti calorie, non ti guardi allo specchio. Sei solo tu e il prossimo passo.
Ho notato che dopo un trekking di più giorni qualcosa cambia. Torni e ti senti più forte, non solo perché hai bruciato chissà quanto – e fidatevi, tra salite e discese il corpo consuma eccome – ma perché hai dato al tuo metabolismo una scossa vera. Non è la solita routine, è uno shock che ti rimette in carreggiata. E poi c’è la resistenza: dopo ore e ore di cammino, ti rendi conto che il tuo corpo può fare molto più di quello che credevi. È una lezione che nessuna bilancia ti insegna.
Non fraintendetemi, non sto dicendo che sia facile. I primi giorni senti tutto: le gambe pesanti, il fiato corto, magari anche la voglia di mollare. Ma poi entri in sintonia. La natura ti prende per mano e ti guida. E quando torni, non sei solo più leggero di qualche etto o chilo, sei diverso. È come se avessi fatto spazio dentro di te, un vuoto che non ti spaventa ma ti rigenera.
Per me, il trekking è la mia terapia. Salute mentale e benessere non sono solo parole da forum: sono quello che provo quando sono là fuori. E se perdere peso è il risultato, ben venga. Ma non è solo quello. È sentirsi vivi, interi, in pace. Qualcun altro qui trova la stessa cosa nella natura? O sono solo io che parlo troppo dopo una settimana tra i monti?