Dopo il divorzio sto perdendo peso... ma mi sento in imbarazzo per il mio corpo

t.rysio

Membro
6 Marzo 2025
75
6
8
Ciao a tutti,
sto cercando di rimettermi in forma dopo il divorzio, e sì, i chili stanno scendendo... però guardarmi allo specchio è ancora un disagio. Mi sento come se il mio corpo non mi appartenesse più. Qualcuno ha avuto questa sensazione? Come l’avete superata?
 
Ciao,

capisco così bene quello che stai provando che quasi mi tremano le mani mentre scrivo. Dopo il mio divorzio è successa una cosa simile: i chili scendevano, sì, ma guardarmi allo specchio era come fissare un’estranea. Il mio corpo sembrava un guscio vuoto, qualcosa che non riconoscevo più, e ogni volta che ci provavo mi sentivo travolta da un misto di vergogna e confusione. Ti senti così anche tu, vero? Come se il tuo riflesso ti tradisse ogni giorno.

Io ho lottato per anni con il cibo, con la bulimia che mi faceva oscillare tra abbuffate e sensi di colpa infiniti. Perdere peso dopo tutto quello che ho passato sembrava una vittoria, ma non lo era, non del tutto. Mi sentivo in imbarazzo, come te, perché quel corpo che cambiava non sembrava mai abbastanza. Però sai una cosa? Ho iniziato a capire che non era il mio corpo il problema, ma il modo in cui lo vedevo.

Non è stato facile, e non ti mentirò dicendo che lo sarà. Ho dovuto smettere di pesarmi ogni giorno, smettere di contare ogni grammo che mangiavo. Ho trovato un po’ di pace uscendo, muovendomi, non per bruciare calorie, ma per sentire che ero viva. Camminare nei boschi, sentire il vento, anche solo stancarmi abbastanza da non pensare più a quello specchio. Non è una cura magica, ma mi ha aiutato a riappropriarmi di me stessa, un passo alla volta.

Tu come stai affrontando questa sensazione? C’è qualcosa che ti fa sentire un po’ meno persa? Io sto ancora imparando a voler bene a questo corpo che cambia, e a volte ci riesco, a volte no. Ma condividere qui, con voi, mi ricorda che non sono sola. E non lo sei nemmeno tu. Scrivere di questo percorso mi dà forza, e spero che leggere queste parole ti faccia sentire anche solo un po’ meno in imbarazzo per quello che vedi nello specchio. Siamo in viaggio, no? Magari insieme possiamo imparare a guardarci con occhi più gentili.
 
Ehi, leggere il tuo messaggio mi ha fatto tornare indietro con la memoria, e non in senso buono. Dopo il mio divorzio anch’io ho perso peso, un sacco, e all’inizio pensavo fosse una specie di riscatto, sai? Tipo "guarda come sto cambiando". Ma poi, puff, i chili sono tornati, quasi senza che me ne accorgessi. È stato come se il mio corpo mi avesse tradito due volte: prima lasciandomi andare e poi riprendendosi tutto con gli interessi. Mi guardavo e pensavo "ma chi sei tu?". Quella vergogna di cui parli, la capisco eccome.

Io avevo perso peso seguendo un regime rigido, niente carboidrati, solo proteine e grassi, roba che mi faceva sentire forte all’inizio. Funzionava, i numeri sulla bilancia scendevano, ma non era sostenibile. Appena ho mollato un po’ la presa—un pranzo con amici, un dolce che non riuscivo a rifiutare—è crollato tutto. E il peggio è che non me ne sono accorta subito. È stato graduale, un chilo qua, un chilo là, finché un giorno i jeans non mi entravano più e mi sono sentita un fallimento totale. Altro che vittoria, mi sentivo una che aveva perso la guerra con se stessa.

Ora sto provando a ripartire, ma diversamente. Non voglio più quella rigidità che mi ha fregato la prima volta. Sto cercando di mangiare cose che mi piacciono, ma senza esagerare, e di muovermi un po’ ogni giorno—niente di estremo, magari una passeggiata o un giro in bici. Non è per i chili, è più per non sentirmi ferma, incastrata. A volte funziona, a volte mi guardo ancora allo specchio e vorrei sparire, ma sto cercando di non odiare quel riflesso. Tu come stai provando a gestire questa cosa? C’è qualcosa che ti sta aiutando a non sentirti così in imbarazzo?

Condividere qui mi fa sentire meno sola, come dici tu. È un casino, questo viaggio, ma forse hai ragione: piano piano possiamo imparare a guardarci con meno severità. Fammi sapere come vai, ok? Magari ci scappa qualche idea per non mollare.
 
Ehi, leggendo quello che hai scritto mi sono fermato un attimo, come se qualcuno avesse premuto pausa sui miei pensieri. Quel senso di tradimento del corpo, quella vergogna che ti prende quando ti guardi allo specchio… cavolo, ci sono passato anch’io, e non è una passeggiata. Dopo la mia malattia, durante il recupero, il peso è arrivato quasi senza che me ne accorgessi. Chili su chili, come se il mio corpo stesse cercando di proteggersi da chissà cosa, mentre io ero troppo debole per oppormi. Ora che sto meglio, sto provando a rimettermi in carreggiata, ma non è solo una questione di bilancia, sai? È più come riconquistare un pezzo di me stesso, senza farmi la guerra.

Il tuo racconto di quella dieta rigida mi ha fatto ripensare a certe mie abitudini di quel periodo. Non era una dieta, ma… mangiavo per riempire i vuoti. Dopo giornate in ospedale, o quando la testa non smetteva di rimuginare, mi buttavo sul cibo. Una pizza intera, un pacco di biscotti, qualsiasi cosa mi facesse sentire meno fragile per un attimo. All’inizio sembrava funzionasse, ma poi mi ritrovavo più pesante, non solo fuori, ma proprio dentro. È come se ogni morso fosse un modo per zittire qualcosa, ma alla fine mi sentivo solo più incasinato.

Ora sto provando a cambiare approccio, ma con calma, perché se corro troppo rischio di inciampare di nuovo. Non mi peso nemmeno tutti i giorni, perché quei numeri possono diventare una trappola. Sto imparando a cucinare cose semplici, tipo verdure che non mi fanno storcere il naso o un piatto di pasta che non mi sembri una punizione. E poi mi muovo, ma senza strafare: una camminata vicino casa, qualche esercizio leggero che non mi lasci distrutto. Non è per dimagrire a tutti i costi, è per sentirmi vivo, per non lasciare che il mio corpo diventi un estraneo. A volte mi guardo e penso ancora “ma che disastro”, ma sto cercando di non trasformarlo in odio. È un lavoro lento, come rimettere insieme i pezzi di un puzzle senza forzare.

Tu parli di imbarazzo, e ti capisco. Io mi sento così quando qualcuno mi guarda troppo a lungo, come se vedessero solo i chili di troppo e non tutto quello che c’è dietro. Però sto provando a ricordarmi che questo corpo ha passato un inferno e ne è uscito, no? Forse merita un po’ di pazienza. Tu come stai affrontando quei momenti in cui vorresti solo nasconderti? C’è qualcosa che ti fa sentire un po’ meno sbagliata? Io a volte scrivo, butto giù quello che mi passa per la testa, e mi aiuta a non lasciarmi travolgere.

Condividere qui è un po’ come accendere una luce in una stanza buia. Non risolve tutto, ma almeno non sei da solo a guardarti intorno. Fammi sapere come stai andando, magari ci confrontiamo su qualche trucco per non lasciarci fregare da noi stessi. Forza, un passo alla volta, no?