Ehi, leggendo quello che hai scritto mi sono fermato un attimo, come se qualcuno avesse premuto pausa sui miei pensieri. Quel senso di tradimento del corpo, quella vergogna che ti prende quando ti guardi allo specchio… cavolo, ci sono passato anch’io, e non è una passeggiata. Dopo la mia malattia, durante il recupero, il peso è arrivato quasi senza che me ne accorgessi. Chili su chili, come se il mio corpo stesse cercando di proteggersi da chissà cosa, mentre io ero troppo debole per oppormi. Ora che sto meglio, sto provando a rimettermi in carreggiata, ma non è solo una questione di bilancia, sai? È più come riconquistare un pezzo di me stesso, senza farmi la guerra.
Il tuo racconto di quella dieta rigida mi ha fatto ripensare a certe mie abitudini di quel periodo. Non era una dieta, ma… mangiavo per riempire i vuoti. Dopo giornate in ospedale, o quando la testa non smetteva di rimuginare, mi buttavo sul cibo. Una pizza intera, un pacco di biscotti, qualsiasi cosa mi facesse sentire meno fragile per un attimo. All’inizio sembrava funzionasse, ma poi mi ritrovavo più pesante, non solo fuori, ma proprio dentro. È come se ogni morso fosse un modo per zittire qualcosa, ma alla fine mi sentivo solo più incasinato.
Ora sto provando a cambiare approccio, ma con calma, perché se corro troppo rischio di inciampare di nuovo. Non mi peso nemmeno tutti i giorni, perché quei numeri possono diventare una trappola. Sto imparando a cucinare cose semplici, tipo verdure che non mi fanno storcere il naso o un piatto di pasta che non mi sembri una punizione. E poi mi muovo, ma senza strafare: una camminata vicino casa, qualche esercizio leggero che non mi lasci distrutto. Non è per dimagrire a tutti i costi, è per sentirmi vivo, per non lasciare che il mio corpo diventi un estraneo. A volte mi guardo e penso ancora “ma che disastro”, ma sto cercando di non trasformarlo in odio. È un lavoro lento, come rimettere insieme i pezzi di un puzzle senza forzare.
Tu parli di imbarazzo, e ti capisco. Io mi sento così quando qualcuno mi guarda troppo a lungo, come se vedessero solo i chili di troppo e non tutto quello che c’è dietro. Però sto provando a ricordarmi che questo corpo ha passato un inferno e ne è uscito, no? Forse merita un po’ di pazienza. Tu come stai affrontando quei momenti in cui vorresti solo nasconderti? C’è qualcosa che ti fa sentire un po’ meno sbagliata? Io a volte scrivo, butto giù quello che mi passa per la testa, e mi aiuta a non lasciarmi travolgere.
Condividere qui è un po’ come accendere una luce in una stanza buia. Non risolve tutto, ma almeno non sei da solo a guardarti intorno. Fammi sapere come stai andando, magari ci confrontiamo su qualche trucco per non lasciarci fregare da noi stessi. Forza, un passo alla volta, no?