La mia esperienza con il digiuno prima dell'allenamento di forza: un equilibrio difficile

GiorgosPrague

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge di prima mattina come me, con una tazza di caffè nero in mano. Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza con il digiuno prima dell’allenamento di forza, un esperimento che ho provato per qualche mese e che mi ha lasciato sensazioni contrastanti.
Devo ammettere che all’inizio ero entusiasta. L’idea di allenarmi a digiuno mi intrigava: avevo letto di come potesse aiutare a bruciare più grassi e migliorare la resistenza del corpo. Così ho deciso di provarci, organizzando le mie giornate in modo da lasciare una finestra di 16 ore senza mangiare, con l’allenamento di forza piazzato proprio alla fine, prima di rompere il digiuno. Sollevamento pesi, squat, stacchi: tutto a stomaco vuoto. I primi giorni sono stati un disastro. Mi sentivo debole, come se i muscoli non rispondessero, e la testa girava un po’. Però ho insistito, perché si dice che il corpo si adatta, no?
Dopo un paio di settimane, in effetti, qualcosa è cambiato. Non dico che mi sentivo al massimo della forma, ma riuscivo a completare le serie senza crollare. Ho notato che il mio corpo sembrava più definito, forse perché stavo perdendo un po’ di liquidi o perché il digiuno mi aiutava a controllare meglio le porzioni quando finalmente mangiavo. Però c’era un prezzo da pagare. La forza pura, quella che serve per spingere un bilanciere carico o fare una ripetizione in più, non era la stessa. Mi sembrava di aver perso un po’ di “grinta” nei movimenti, e i numeri sui pesi non mentono: qualche chilo in meno rispetto a quando mi allenavo dopo un pasto leggero.
Un altro aspetto che mi ha fatto riflettere è stato l’umore. Allenarmi a digiuno mi lasciava nervoso, a volte anche irritabile. Forse era la fame, forse lo stress di spingere il corpo senza carburante, ma non era piacevole. E poi c’è stata quella volta che, dopo una sessione pesante, ho avuto un calo di energie improvviso: mani che tremavano, sudore freddo. Non proprio un segnale incoraggiante.
Confrontandolo con altri approcci che ho provato, come mangiare carboidrati prima dell’allenamento o seguire una dieta più bilanciata durante la giornata, direi che il digiuno ha i suoi lati positivi, ma anche tanti limiti. È vero che può funzionare per chi cerca di tagliare i grassi e ha una buona resistenza di base, ma per chi, come me, ama la forza e vuole migliorare le prestazioni, forse non è l’ideale. Il corpo ha bisogno di energia per crescere, e negargliela troppo a lungo può essere controproducente.
Insomma, è stato un equilibrio difficile da trovare. Mi ha insegnato tanto su come reagisco alla mancanza di cibo e su cosa significa ascoltare i segnali del mio corpo, ma non credo che lo rifarei per periodi lunghi. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come vi siete trovati? Sono curioso di sapere se sono io che ho sbagliato approccio o se è proprio una strada complicata per chi fa sollevamento pesi.
 
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, dipende da quando mi leggi! La tua esperienza con il digiuno prima dell’allenamento mi ha fatto proprio pensare, perché anch’io ho provato qualcosa di simile, ma con un twist diverso dovuto ai miei problemi ormonali. Io combatto con l’ipotiroidismo, quindi il mio metabolismo è un po’ un bradipo pigro, e ogni scelta su dieta o allenamento è una specie di scommessa.

Ho provato il digiuno intermittente per un po’, tipo 16:8 come te, e l’idea di allenarmi a stomaco vuoto mi sembrava una sfida interessante. All’inizio, però, è stato un incubo: zero energia, muscoli che sembravano di gelatina e una stanchezza che non ti dico. Il mio endocrinologo mi ha spiegato che con la tiroide lenta il corpo non reagisce bene se lo privi di carburante troppo a lungo, e infatti i primi tempi mi sentivo più svuotato che mai. Però, come te, ho voluto insistere, anche solo per capire dove potevo arrivare.

Dopo un mese, con qualche aggiustamento (tipo integratori di iodio e un caffè bello forte prima di andare in palestra), ho iniziato a vedere un po’ di luce. Non ero un fulmine di guerra, ma riuscivo a fare squat e panca senza crollare. La bilancia scendeva piano, il che per me è già un miracolo, e mi sentivo meno gonfio. Però, la forza? Quella proprio non c’era. Sollevare pesi decenti era un sogno lontano, e ogni tanto mi sembrava di regredire invece che migliorare. L’umore poi era un altro problema: tra la fame e gli ormoni ballerini, ero un disastro ambulante.

Alla fine, ho trovato un compromesso che per me funziona meglio: un pasto leggero con proteine e qualche carboidrato un paio d’ore prima dell’allenamento. Non sarà estremo come il digiuno, ma mi dà l’energia per spingere senza sentirmi un relitto dopo. Il digiuno lo tengo per i giorni di riposo, quando non devo chiedere troppo al corpo. Credo che con i miei problemi ormonali sia tutta una questione di ascoltare i segnali e non forzare troppo.

Mi ritrovo tanto in quello che dici sull’equilibrio difficile. Tu come hai gestito quei momenti di calo? E hai mai provato a mixare il digiuno con qualcosa di più soft per la forza? Sono curioso di sapere se hai trovato qualche trucco!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge di prima mattina come me, con una tazza di caffè nero in mano. Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza con il digiuno prima dell’allenamento di forza, un esperimento che ho provato per qualche mese e che mi ha lasciato sensazioni contrastanti.
Devo ammettere che all’inizio ero entusiasta. L’idea di allenarmi a digiuno mi intrigava: avevo letto di come potesse aiutare a bruciare più grassi e migliorare la resistenza del corpo. Così ho deciso di provarci, organizzando le mie giornate in modo da lasciare una finestra di 16 ore senza mangiare, con l’allenamento di forza piazzato proprio alla fine, prima di rompere il digiuno. Sollevamento pesi, squat, stacchi: tutto a stomaco vuoto. I primi giorni sono stati un disastro. Mi sentivo debole, come se i muscoli non rispondessero, e la testa girava un po’. Però ho insistito, perché si dice che il corpo si adatta, no?
Dopo un paio di settimane, in effetti, qualcosa è cambiato. Non dico che mi sentivo al massimo della forma, ma riuscivo a completare le serie senza crollare. Ho notato che il mio corpo sembrava più definito, forse perché stavo perdendo un po’ di liquidi o perché il digiuno mi aiutava a controllare meglio le porzioni quando finalmente mangiavo. Però c’era un prezzo da pagare. La forza pura, quella che serve per spingere un bilanciere carico o fare una ripetizione in più, non era la stessa. Mi sembrava di aver perso un po’ di “grinta” nei movimenti, e i numeri sui pesi non mentono: qualche chilo in meno rispetto a quando mi allenavo dopo un pasto leggero.
Un altro aspetto che mi ha fatto riflettere è stato l’umore. Allenarmi a digiuno mi lasciava nervoso, a volte anche irritabile. Forse era la fame, forse lo stress di spingere il corpo senza carburante, ma non era piacevole. E poi c’è stata quella volta che, dopo una sessione pesante, ho avuto un calo di energie improvviso: mani che tremavano, sudore freddo. Non proprio un segnale incoraggiante.
Confrontandolo con altri approcci che ho provato, come mangiare carboidrati prima dell’allenamento o seguire una dieta più bilanciata durante la giornata, direi che il digiuno ha i suoi lati positivi, ma anche tanti limiti. È vero che può funzionare per chi cerca di tagliare i grassi e ha una buona resistenza di base, ma per chi, come me, ama la forza e vuole migliorare le prestazioni, forse non è l’ideale. Il corpo ha bisogno di energia per crescere, e negargliela troppo a lungo può essere controproducente.
Insomma, è stato un equilibrio difficile da trovare. Mi ha insegnato tanto su come reagisco alla mancanza di cibo e su cosa significa ascoltare i segnali del mio corpo, ma non credo che lo rifarei per periodi lunghi. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come vi siete trovati? Sono curioso di sapere se sono io che ho sbagliato approccio o se è proprio una strada complicata per chi fa sollevamento pesi.
Ehi, buongiorno con un sorriso a chi legge sorseggiando il caffè! 😄 Grazie per aver condiviso la tua esperienza, mi ha fatto davvero riflettere. Ti capisco benissimo quando parli di quel mix di entusiasmo e fatica con il digiuno prima dell’allenamento di forza. Anch’io ho provato qualcosa di simile, ma nel mio caso le tecnologie mi hanno aiutato a non perdere la bussola e a trovare un equilibrio che funziona.

Da amante dei gadget, ho un tracker fitness che praticamente vive al mio polso e un’app che tiene traccia di tutto: calorie, sonno, passi, persino quanto bevo! 💧 Quando ho iniziato a sperimentare con il digiuno intermittente (16:8 come te), il mio smartwatch è stato un alleato pazzesco. Mi avvisava se stavo esagerando con l’intensità in palestra senza aver mangiato abbastanza. Tipo, una volta durante una sessione di squat pesanti, ha vibrato per dirmi che la mia frequenza cardiaca era alle stelle – un bel promemoria per rallentare! 😅

Devo dire che il digiuno mi intrigava per gli stessi motivi tuoi: bruciare più grassi, sentirsi più leggeri. E in parte ha funzionato. La bilancia intelligente che uso mi mostrava un calo di peso graduale, e l’app mi confermava che stavo tenendo sotto controllo le porzioni quando rompevo il digiuno. Però, come te, ho notato che la forza ne risentiva. Sollevare pesi a stomaco vuoto mi faceva sentire un po’ come una batteria scarica: l’energia c’era, ma non al 100%. I dati del tracker non mentivano: le mie prestazioni migliori arrivavano sempre quando mangiavo qualcosa di leggero un paio d’ore prima, magari uno snack energetico che mi dava la spinta giusta.

Un trucco che ho trovato utile? Monitorare non solo il digiuno, ma anche cosa mangio dopo. La mia app mi aiuta a bilanciare proteine e carboidrati per recuperare bene, e ho notato che questo fa la differenza per non sentirmi nervoso o stanco. A volte mi segno pure l’umore, e ti giuro, vedere quei grafici colorati che migliorano quando mangio bene mi motiva un sacco! 📈 Non so se hai mai provato a usare un’app del genere, ma per me è come avere un coach personale che mi dice “ehi, non dimenticare di nutrirti!”.

Grazie ancora per il tuo racconto, mi ha fatto ripensare al mio percorso. Non credo che il digiuno prima dell’allenamento sia la chiave per tutti, ma sperimentare con l’aiuto di qualche gadget può davvero aiutare a capire cosa funziona per il nostro corpo. Tu che ne pensi, hai mai usato un tracker o qualcosa di simile per tenere tutto sotto controllo? Curioso di sapere! 💪
 
Ehi, Giorgos, che racconto intenso! Senti, io col digiuno ci ho provato, ma per me la vera svolta è stata il mio cane. Quel terremoto mi costringe a muovermi ogni giorno, altro che palestra a stomaco vuoto! Esco per portarlo a spasso, faccio km senza accorgermene, e ti giuro, brucio calorie senza nemmeno pensarci. Non ho la tua forza coi pesi, ma queste camminate mi tengono in pista e mi fanno sentire leggero. Tu col tuo digiuno hai avuto momenti in cui ti sentivi più definito, no? Ecco, io quella sensazione la provo dopo una bella corsa col mio cucciolo. Magari non è il tuo stile, ma un giretto col cane potrebbe darti una scossa senza stressare il corpo. Che dici, mai pensato di farti motivare da un quattro zampe?