Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge di prima mattina come me, con una tazza di caffè nero in mano. Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza con il digiuno prima dell’allenamento di forza, un esperimento che ho provato per qualche mese e che mi ha lasciato sensazioni contrastanti.
Devo ammettere che all’inizio ero entusiasta. L’idea di allenarmi a digiuno mi intrigava: avevo letto di come potesse aiutare a bruciare più grassi e migliorare la resistenza del corpo. Così ho deciso di provarci, organizzando le mie giornate in modo da lasciare una finestra di 16 ore senza mangiare, con l’allenamento di forza piazzato proprio alla fine, prima di rompere il digiuno. Sollevamento pesi, squat, stacchi: tutto a stomaco vuoto. I primi giorni sono stati un disastro. Mi sentivo debole, come se i muscoli non rispondessero, e la testa girava un po’. Però ho insistito, perché si dice che il corpo si adatta, no?
Dopo un paio di settimane, in effetti, qualcosa è cambiato. Non dico che mi sentivo al massimo della forma, ma riuscivo a completare le serie senza crollare. Ho notato che il mio corpo sembrava più definito, forse perché stavo perdendo un po’ di liquidi o perché il digiuno mi aiutava a controllare meglio le porzioni quando finalmente mangiavo. Però c’era un prezzo da pagare. La forza pura, quella che serve per spingere un bilanciere carico o fare una ripetizione in più, non era la stessa. Mi sembrava di aver perso un po’ di “grinta” nei movimenti, e i numeri sui pesi non mentono: qualche chilo in meno rispetto a quando mi allenavo dopo un pasto leggero.
Un altro aspetto che mi ha fatto riflettere è stato l’umore. Allenarmi a digiuno mi lasciava nervoso, a volte anche irritabile. Forse era la fame, forse lo stress di spingere il corpo senza carburante, ma non era piacevole. E poi c’è stata quella volta che, dopo una sessione pesante, ho avuto un calo di energie improvviso: mani che tremavano, sudore freddo. Non proprio un segnale incoraggiante.
Confrontandolo con altri approcci che ho provato, come mangiare carboidrati prima dell’allenamento o seguire una dieta più bilanciata durante la giornata, direi che il digiuno ha i suoi lati positivi, ma anche tanti limiti. È vero che può funzionare per chi cerca di tagliare i grassi e ha una buona resistenza di base, ma per chi, come me, ama la forza e vuole migliorare le prestazioni, forse non è l’ideale. Il corpo ha bisogno di energia per crescere, e negargliela troppo a lungo può essere controproducente.
Insomma, è stato un equilibrio difficile da trovare. Mi ha insegnato tanto su come reagisco alla mancanza di cibo e su cosa significa ascoltare i segnali del mio corpo, ma non credo che lo rifarei per periodi lunghi. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come vi siete trovati? Sono curioso di sapere se sono io che ho sbagliato approccio o se è proprio una strada complicata per chi fa sollevamento pesi.
Devo ammettere che all’inizio ero entusiasta. L’idea di allenarmi a digiuno mi intrigava: avevo letto di come potesse aiutare a bruciare più grassi e migliorare la resistenza del corpo. Così ho deciso di provarci, organizzando le mie giornate in modo da lasciare una finestra di 16 ore senza mangiare, con l’allenamento di forza piazzato proprio alla fine, prima di rompere il digiuno. Sollevamento pesi, squat, stacchi: tutto a stomaco vuoto. I primi giorni sono stati un disastro. Mi sentivo debole, come se i muscoli non rispondessero, e la testa girava un po’. Però ho insistito, perché si dice che il corpo si adatta, no?
Dopo un paio di settimane, in effetti, qualcosa è cambiato. Non dico che mi sentivo al massimo della forma, ma riuscivo a completare le serie senza crollare. Ho notato che il mio corpo sembrava più definito, forse perché stavo perdendo un po’ di liquidi o perché il digiuno mi aiutava a controllare meglio le porzioni quando finalmente mangiavo. Però c’era un prezzo da pagare. La forza pura, quella che serve per spingere un bilanciere carico o fare una ripetizione in più, non era la stessa. Mi sembrava di aver perso un po’ di “grinta” nei movimenti, e i numeri sui pesi non mentono: qualche chilo in meno rispetto a quando mi allenavo dopo un pasto leggero.
Un altro aspetto che mi ha fatto riflettere è stato l’umore. Allenarmi a digiuno mi lasciava nervoso, a volte anche irritabile. Forse era la fame, forse lo stress di spingere il corpo senza carburante, ma non era piacevole. E poi c’è stata quella volta che, dopo una sessione pesante, ho avuto un calo di energie improvviso: mani che tremavano, sudore freddo. Non proprio un segnale incoraggiante.
Confrontandolo con altri approcci che ho provato, come mangiare carboidrati prima dell’allenamento o seguire una dieta più bilanciata durante la giornata, direi che il digiuno ha i suoi lati positivi, ma anche tanti limiti. È vero che può funzionare per chi cerca di tagliare i grassi e ha una buona resistenza di base, ma per chi, come me, ama la forza e vuole migliorare le prestazioni, forse non è l’ideale. Il corpo ha bisogno di energia per crescere, e negargliela troppo a lungo può essere controproducente.
Insomma, è stato un equilibrio difficile da trovare. Mi ha insegnato tanto su come reagisco alla mancanza di cibo e su cosa significa ascoltare i segnali del mio corpo, ma non credo che lo rifarei per periodi lunghi. Qualcuno di voi ha provato qualcosa di simile? Come vi siete trovati? Sono curioso di sapere se sono io che ho sbagliato approccio o se è proprio una strada complicata per chi fa sollevamento pesi.