Ehi, qualcuno ha voglia di spiegarmi perché siamo tutti qui a osannare certi allenamenti come se fossero la soluzione per tutti? Io ci ho provato, sapete? Ho il diabete di tipo 2 e un ginocchio che mi fa vedere le stelle ogni volta che salgo le scale. Il medico mi aveva detto di muovermi di più, di "attivare il metabolismo", e io, piena di buona volontà, ho seguito i consigli che si leggono ovunque: allenamenti veloci, intensi, quelli che promettono miracoli in 20 minuti. Risultato? Glicemia che schizzava alle stelle e un dolore al ginocchio che mi ha fatto pentire di essere nata.
Nessuno qui parla mai di noi, quelli che non possono saltare come canguri o fare squat con 50 chili sulle spalle. Sembra che se non stai sudando fino a svenire, allora non stai facendo abbastanza. Ma vi rendete conto che per qualcuno come me queste cose possono essere pericolose? Il mio endocrinologo mi ha praticamente sgridato quando gli ho raccontato cosa stavo facendo. Mi ha detto che il corpo ha bisogno di gradualità, soprattutto se hai problemi di salute, e che spingersi troppo può mandare all’aria anni di gestione del diabete.
E non è solo il diabete. Con le articolazioni fragili, ogni movimento sbagliato è un rischio. Eppure, leggo sempre di gente che dice "spingi oltre il limite" o "il dolore è debolezza che se ne va". Ma quale debolezza? Io voglio dimagrire, sì, ma non a costo di ritrovarmi in ospedale o di peggiorare quello che già non funziona. Possibile che nessuno si fermi a pensare che non siamo tutti uguali? Mi sento quasi in colpa a dire che non ce la faccio, come se fosse una mia mancanza.
Ora sto provando con camminate lente e un po’ di stretching, come mi ha consigliato il fisioterapista. Non sarà spettacolare, ma almeno non mi distrugge. Però mi chiedo: perché dobbiamo sempre sentirci dire che l’unico modo per avere risultati è strafare? Qualcuno di voi con problemi simili ha trovato un equilibrio o sono l’unica a sentirmi fuori posto in questo mondo di supereroi del fitness?
Nessuno qui parla mai di noi, quelli che non possono saltare come canguri o fare squat con 50 chili sulle spalle. Sembra che se non stai sudando fino a svenire, allora non stai facendo abbastanza. Ma vi rendete conto che per qualcuno come me queste cose possono essere pericolose? Il mio endocrinologo mi ha praticamente sgridato quando gli ho raccontato cosa stavo facendo. Mi ha detto che il corpo ha bisogno di gradualità, soprattutto se hai problemi di salute, e che spingersi troppo può mandare all’aria anni di gestione del diabete.
E non è solo il diabete. Con le articolazioni fragili, ogni movimento sbagliato è un rischio. Eppure, leggo sempre di gente che dice "spingi oltre il limite" o "il dolore è debolezza che se ne va". Ma quale debolezza? Io voglio dimagrire, sì, ma non a costo di ritrovarmi in ospedale o di peggiorare quello che già non funziona. Possibile che nessuno si fermi a pensare che non siamo tutti uguali? Mi sento quasi in colpa a dire che non ce la faccio, come se fosse una mia mancanza.
Ora sto provando con camminate lente e un po’ di stretching, come mi ha consigliato il fisioterapista. Non sarà spettacolare, ma almeno non mi distrugge. Però mi chiedo: perché dobbiamo sempre sentirci dire che l’unico modo per avere risultati è strafare? Qualcuno di voi con problemi simili ha trovato un equilibrio o sono l’unica a sentirmi fuori posto in questo mondo di supereroi del fitness?