Ciao, anime in cerca di leggerezza, oggi voglio portarvi nel mio piccolo mondo fatto di piatti che danzano tra colori e sapori. Il "metodo della taрелка", come lo chiamo io, è diventato la mia bussola in questo viaggio verso un corpo più snello e un'anima più serena. Immaginate una tela rotonda, divisa con cura: metà si tinge del verde brillante delle verdure, un quarto si offre al candore del pollo o al rosso vivo del pesce, e l’ultimo quarto accoglie il marrone caldo del riso integrale o il giallo dorato delle patate.
All’inizio non è stato facile. La fame sembrava un’ombra che mi seguiva, sussurrando di riempire quel piatto fino all’orlo. Ma ho imparato ad ascoltare il mio corpo, a dipingere ogni pasto come un quadro, non come una montagna da scalare. Prendo una zucchina croccante, la accosto a un filetto di salmone appena scottato, e magari una manciata di quinoa che sembra quasi brillare sotto la luce della cucina. Scatto una foto, non per vantarmi, ma per ricordarmi che la bellezza sta nella semplicità.
Il segreto? Non è solo dividere il piatto, ma educare gli occhi e lo stomaco a nuove porzioni. All’inizio pesavo tutto, quasi ossessionata dai grammi, ma ora è un gesto naturale, un ritmo che il mio corpo ha imparato a seguire. Non si tratta di privazione, ma di equilibrio: i broccoli al vapore non sono una punizione, sono un regalo che faccio a me stessa, così come quel cucchiaio di farro che mi scalda l’anima.
Vi confesso che i primi giorni guardavo quel mezzo piatto di verdure con sospetto, come se fosse un intruso. Ma poi ho scoperto che i colori riempiono non solo la vista, ma anche il cuore. E i risultati? Lenti, sì, ma veri. La bilancia scende piano, quasi con timidezza, ma i jeans che prima stringevano ora scivolano via senza protestare. Non è una corsa, è una danza, e il mio piatto è il mio compagno di ballo.
E voi, come dipingete i vostri giorni? Quali colori scegliete per nutrirvi, dentro e fuori?
All’inizio non è stato facile. La fame sembrava un’ombra che mi seguiva, sussurrando di riempire quel piatto fino all’orlo. Ma ho imparato ad ascoltare il mio corpo, a dipingere ogni pasto come un quadro, non come una montagna da scalare. Prendo una zucchina croccante, la accosto a un filetto di salmone appena scottato, e magari una manciata di quinoa che sembra quasi brillare sotto la luce della cucina. Scatto una foto, non per vantarmi, ma per ricordarmi che la bellezza sta nella semplicità.
Il segreto? Non è solo dividere il piatto, ma educare gli occhi e lo stomaco a nuove porzioni. All’inizio pesavo tutto, quasi ossessionata dai grammi, ma ora è un gesto naturale, un ritmo che il mio corpo ha imparato a seguire. Non si tratta di privazione, ma di equilibrio: i broccoli al vapore non sono una punizione, sono un regalo che faccio a me stessa, così come quel cucchiaio di farro che mi scalda l’anima.
Vi confesso che i primi giorni guardavo quel mezzo piatto di verdure con sospetto, come se fosse un intruso. Ma poi ho scoperto che i colori riempiono non solo la vista, ma anche il cuore. E i risultati? Lenti, sì, ma veri. La bilancia scende piano, quasi con timidezza, ma i jeans che prima stringevano ora scivolano via senza protestare. Non è una corsa, è una danza, e il mio piatto è il mio compagno di ballo.
E voi, come dipingete i vostri giorni? Quali colori scegliete per nutrirvi, dentro e fuori?