Ciao a tutti, o forse no, non importa. Oggi mi sono fermata a guardare l’acqua che scorreva nel lavandino, un flusso lento, quasi ipnotico, e ho pensato a quanto sia simile al modo in cui sto cercando di vivere ultimamente. Mangiare piano, sentire ogni boccone, ascoltare il corpo che sussurra "basta" o "ancora un po’". Non è facile, sapete? La palestra mi chiama con le sue luci forti e il rumore dei pesi, ma casa... casa è silenzio, è il mio ritmo, è dove posso fermarmi e respirare.
Ho provato a portare questa consapevolezza anche nel movimento. Non proprio nuotare, ma qualcosa che mi facesse sentire fluida, come se fossi nell’acqua. A casa, sul tappetino, faccio stretching e immagino di galleggiare. È strano, lo so, ma mi aiuta a non correre, a non divorare il piatto in due minuti come facevo prima. In palestra c’è sempre quella fretta, quel "devi finire il circuito", mentre qui, tra le mura che conosco, posso prendermi il tempo di capire se ho fame davvero o se è solo la testa che si annoia.
A volte mi manca l’energia di un posto pieno di gente, il confronto, il vedermi allo specchio tra gli altri. Ma poi penso all’acqua, a come scivola via senza forzare, e mi dico che forse sto imparando qualcosa. Non è solo perdere chili, è come se stessi perdendo strati di me stessa che non servono più. Mangio una mela e mi fermo a sentire il sapore, la croccantezza, e mi chiedo perché prima la finivo in tre morsi senza nemmeno accorgermene.
Non so se sia malinconia o solo stanchezza, ma questo modo di mangiare, di muovermi, mi fa sentire più vicina a qualcosa che non so spiegare. Voi come fate? Casa vi abbraccia o vi intrappola? La palestra vi spinge o vi pesa? Oggi l’acqua mi ha fatto pensare, ma non so se ho trovato risposte. Forse è solo un altro giorno di domande.
Ho provato a portare questa consapevolezza anche nel movimento. Non proprio nuotare, ma qualcosa che mi facesse sentire fluida, come se fossi nell’acqua. A casa, sul tappetino, faccio stretching e immagino di galleggiare. È strano, lo so, ma mi aiuta a non correre, a non divorare il piatto in due minuti come facevo prima. In palestra c’è sempre quella fretta, quel "devi finire il circuito", mentre qui, tra le mura che conosco, posso prendermi il tempo di capire se ho fame davvero o se è solo la testa che si annoia.
A volte mi manca l’energia di un posto pieno di gente, il confronto, il vedermi allo specchio tra gli altri. Ma poi penso all’acqua, a come scivola via senza forzare, e mi dico che forse sto imparando qualcosa. Non è solo perdere chili, è come se stessi perdendo strati di me stessa che non servono più. Mangio una mela e mi fermo a sentire il sapore, la croccantezza, e mi chiedo perché prima la finivo in tre morsi senza nemmeno accorgermene.
Non so se sia malinconia o solo stanchezza, ma questo modo di mangiare, di muovermi, mi fa sentire più vicina a qualcosa che non so spiegare. Voi come fate? Casa vi abbraccia o vi intrappola? La palestra vi spinge o vi pesa? Oggi l’acqua mi ha fatto pensare, ma non so se ho trovato risposte. Forse è solo un altro giorno di domande.