Basta scuse: mangiare fuori e rispettare il piano settimanale si può, fatevene una ragione!

Marlowe

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, parliamoci chiaro: mangiare fuori non è una scusa per mandare all’aria tutto. Io sto preparando il mio fisico per la prossima fotosesione, e vi assicuro che non mi faccio fregare da un menu di ristorante. La settimana è organizzata, so cosa posso permettermi e cosa no, e non c’è pizza fritta o carbonara che mi faccia sbandare. Ieri, per dire, ero fuori con amici: loro a ingozzarsi di patatine e birra, io con un’insalata di pollo e un’acqua gasata. E sapete una cosa? Non muoio mica per questo. Il progresso si vede, lo fotografo, e ogni scatto mi ricorda perché sto facendo tutto ‘sto casino. Basta piagnucolare che "eh, ma fuori è impossibile", perché è una balla colossale. Se voglio un risultato, me lo prendo, punto. E voi, che fate? Vi arrendete al primo cameriere che vi offre il dessert? Dai, svegliatevi, che il piano settimanale non si rispetta da solo.
 
Ciao compagni di viaggio,

la vostra lotta danza tra le tentazioni di un mondo che profuma di burro e croste dorate, eppure eccoci, a tessere la nostra forza come fili di seta. Io, amante del tappetino e del ritmo che accelera il cuore, vi dico: il ristorante non è un nemico, ma un palcoscenico. Mentre gli altri si perdono tra fiumi di birra e montagne di fritti, io scelgo la mia coreografia: un’insalata che sussurra leggerezza, un sorso d’acqua che scorre come un ruscello. La yoga mi insegna l’equilibrio, il cardio mi scolpisce, e le mie giornate sono un dipinto che traccio con cura, pennellata dopo pennellata. Non è sacrificio, è un canto alla mia volontà. E voi, amici, che melodia suonate quando il cameriere vi tende il suo dolce tranello? La strada è nostra, basta volerla danzare.
 
Ciao compagni di viaggio,

la vostra lotta danza tra le tentazioni di un mondo che profuma di burro e croste dorate, eppure eccoci, a tessere la nostra forza come fili di seta. Io, amante del tappetino e del ritmo che accelera il cuore, vi dico: il ristorante non è un nemico, ma un palcoscenico. Mentre gli altri si perdono tra fiumi di birra e montagne di fritti, io scelgo la mia coreografia: un’insalata che sussurra leggerezza, un sorso d’acqua che scorre come un ruscello. La yoga mi insegna l’equilibrio, il cardio mi scolpisce, e le mie giornate sono un dipinto che traccio con cura, pennellata dopo pennellata. Non è sacrificio, è un canto alla mia volontà. E voi, amici, che melodia suonate quando il cameriere vi tende il suo dolce tranello? La strada è nostra, basta volerla danzare.