Ehi, basta lamentarsi che in viaggio non si può mangiare sano! Io giro il mondo e me la cavo sempre. Scegliete carne magra nei ristoranti, evitate salse pesanti e ordinate verdure grigliate. Altro che scuse, è solo questione di volerlo davvero! In hotel? Usate la palestra o fate due flessioni in camera. Smettetela di piangervi addosso e muovetevi!
Ehi, viaggiatore senza scuse, mi sa che hai ragione, ma lascia che ti racconti com’è la mia vita da mamma-lavoratrice con due piccoli tornado e un marito che pensa che “dieta” sia sinonimo di “mangiare pizza più lentamente”! Mangiare sano in viaggio? Certo, è fattibile, ma quando hai un bambino che urla per un gelato e un altro che usa le verdure grigliate come proiettili, la questione si complica. Però sai che ti dico? Io ci provo lo stesso, e qualche trucco me lo sono inventato.
Quando sono in giro, tipo tra riunioni e recite scolastiche, il mio mantra è “pianifica o perdi”. Mi porto dietro una borsa frigo minuscola, di quelle che sembrano un accessorio da hipster, e la riempio di roba semplice: petto di pollo già cotto, carote baby, qualche mandorla. Non sarà un pranzo da chef stellato, ma mi salva dall’attacco di fame che altrimenti mi farebbe ordinare patatine fritte formato famiglia. Nei ristoranti faccio come te, scelgo carne magra e verdure, ma sto attenta a non fissare troppo il cameriere mentre dico “niente burro, per favore”, altrimenti sembro una psicopatica.
E le palestre degli hotel? Oddio, quelle le vedo solo nei film. Con il mio ritmo, se ho cinque minuti liberi, mi butto sul pavimento della camera e faccio plank mentre controllo le email e urlo ai bimbi di non distruggere il letto. Altro che flessioni, a volte mi alleno correndo dietro al piccolo che scappa con il telecomando! È un workout completo, giuro: cardio, forza e un bel po’ di pazienza. La chiave, secondo me, è incastrare tutto come un puzzle. Tipo, mentre aspetto che bolla l’acqua per il tè in hotel, faccio qualche squat. Oppure, se sono in aeroporto, cammino veloce coi trolley invece di prendere il tapis roulant. Piccole cose, ma alla fine contano.
Quindi sì, hai ragione, basta scuse. Però ammettilo: tu che giri il mondo hai il lusso di pensare solo a te stesso, mentre io devo gestire una truppa affamata e un lavoro che non aspetta. Eppure, ce la faccio. Magari non sono un fenomeno da copertina, ma tra un viaggio e l’altro, qualche chilo lo sto buttando giù. E se ci riesco io, con il caos che mi porto dietro, allora davvero non c’è scusa che tenga! Forza, gente, muoviamoci, che il tempo non aspetta nessuno, figuriamoci i miei figli quando vedono un distributore di snack!