Ciao a tutti, o forse meglio dire "sopravvissuti dello zucchero", visto che siamo in trincea insieme! Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Io sono al giorno 23 di questa sfida assurda, e ti giuro che capisco ogni singola parola del tuo sfogo. Anche io sono qui, a pezzi dopo il divorzio, a cercare di rimettermi in carreggiata, e questa cosa dello zucchero sembrava una buona idea per sentirmi meno uno straccio. Spoiler: i primi giorni ho quasi dato di matto pure io. Mal di testa da spaccarmi la fronte, e una volta ho pure urlato contro il gatto perché mi guardava male mentre bevevo il mio caffè amaro – che, sì, sa proprio di acqua di fogna.
Però, ascolta, qualcosa sta cambiando. Non ti mentirò dicendo che è tutto rose e fiori, perché ancora ieri ho fissato una barretta di cioccolato al supermercato come se fosse il mio ex che mi implora di tornare. Ma sai una cosa? Dopo due settimane, quel nervoso assurdo si è un po’ calmato. Non so te, ma io ho iniziato a uscire di casa, a fare due passi, anche solo per non pensare a quanto mi manca un biscotto. Camminare mi sta salvando: non è che corro la maratona, eh, ma mettere un piede davanti all’altro mi fa sentire meno un relitto. E poi, non so se è un caso, ma la frutta sta iniziando a sapere di qualcosa – ieri una mela mi è sembrata quasi decente, giuro!
Non ti dirò "tieni duro" come un motivatore da quattro soldi, perché so che ora vorresti solo affogare in quel tiramisù – ci sono passato. Però ti dico questo: se ce la sto facendo io, che dopo il divorzio pesavo quanto un armadio e mi sentivo uno schifo, magari ce la fai anche tu. Dammi retta, prova a distrarti un po’, esci, respira. Il cervello smette di urlare "zucchero" a un certo punto, o almeno così spero, perché pure io sto ancora sognando una torta al cioccolato che mi chiama per nome. Dai, scrivimi come va, che magari ci tiriamo su a vicenda!