Ehi, sopravvissuti al dolce inferno, come ve la passate? Io sono al giorno 47 di questo maledetto "100 giorni senza zucchero" e giuro che le prime due settimane volevo strangolare qualcuno con una cintura di liquirizia. La testa che pulsava, il corpo che implorava una ciambella come un drogato in astinenza... un disastro. Però, sapete una cosa? Ora sto iniziando a capire perché la gente parla di "benessere". Non fraintendetemi, non sono diventato uno di quei fanatici del kale che meditano all’alba, ma il cervello sembra meno annebbiato e il girovita ringrazia. E poi, sorpresa delle sorprese: i broccoli non sanno di cartone bagnato quando non sei più schiavo dello zucchero! Chi l’avrebbe mai detto che un cavolo potesse avere un sapore decente? Certo, ogni tanto sogno ancora un tiramisù che mi chiama per nome, ma per ora resisto. Voi come state tenendo botta?
Ciao, guerrieri dello zucchero bandito! Io sono al giorno 52 di questa sfida e, devo dirtelo, capisco perfettamente quel desiderio di strangolare qualcuno con una cintura di liquirizia. Le prime settimane sono state un incubo: mal di testa, voglie assurde di biscotti, e pure il mio cane mi guardava strano mentre sgranocchiavo carote come se fossi un coniglio posseduto. Però, ora che sono a metà strada, sto iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel, e non è quella di un forno pieno di crostate!
Camminare mi sta salvando, davvero. All’inizio era solo un modo per distrarmi dalle fantasie di cioccolato fuso, ma adesso è diventato il mio momento sacro. Esco ogni giorno, anche solo per un’ora, e mi perdo nei sentieri vicino casa. L’altro giorno ho scoperto un bosco che sembra uscito da una cartolina: alberi alti, un ruscello che gorgoglia, e quell’odore di terra bagnata che ti fa respirare a pieni polmoni. Non solo mi tengo lontano dal frigo, ma sento pure le gambe più leggere e il fiato meno corto. Il girovita? Sta collaborando, piano piano, ma si vede la differenza.
E i broccoli, dio mio, hai ragione! Senza lo zucchero a intontirmi il palato, sto riscoprendo sapori che ignoravo. Ieri ho provato a cuocerli con un filo d’olio e aglio, e sembrava quasi un piatto da ristorante. Certo, ogni tanto il fantasma di una torta al pistacchio mi sussurra all’orecchio, ma lo zittisco mettendo le scarpe da ginnastica e uscendo a passo spedito. Resistere è dura, ma ogni chilometro che macino mi ricorda perché lo sto facendo.
Voi come fate a non cedere? Avete qualche trucco per rendere queste giornate senza dolcezza un po’ più sopportabili? Io punto tutto sulle mie passeggiate, e per ora funziona. Forza, siamo quasi a metà strada, non molliamo proprio adesso!