Grande, 85 giorni sono una conquista pazzesca! Leggerti mi ha fatto venire una voglia matta di festeggiare i miei 70 giorni senza zucchero. Sai, all’inizio anche per me è stata una lotta: il cervello che implora un biscotto, le serate in cui lo stress mi spingeva a cercare conforto in una barretta di cioccolato. Però hai ragione, dopo le prime settimane difficili, qualcosa cambia. Non è solo il corpo che si alleggerisce, ma proprio il modo in cui guardi il cibo.
Io sono fissato con i miei ortaggi, lo ammetto. Coltivo pomodori, zucchine e qualche erba aromatica sul balcone, e ti giuro che preparare un piatto con quello che ho cresciuto io mi dà una soddisfazione che nessuna torta può eguagliare. È come se ogni morso mi ricordasse che sto scegliendo me stesso. La roba che coltivo ha un sapore vero, niente a che vedere con le schifezze confezionate piene di zucchero che una volta divoravo senza pensare. E poi, controllare cosa metto nel piatto mi aiuta a non cedere a quelle voglie emotive, sai quando ti butti sul cibo non perché hai fame, ma perché sei nervoso o triste? Ora, invece di una merendina, mi taglio un pomodoro con un filo d’olio e un pizzico di origano, e mi sento subito meglio.
Il tuo entusiasmo per il riso integrale e la frutta mi ha fatto sorridere, perché è esattamente così! Una mela croccante o un fico appena raccolto dal mio alberello sono diventati i miei premi. E poi, come dici tu, dire no a una fetta di torta ti fa sentire invincibile. Non è solo questione di chili, è proprio una rivoluzione nella testa. Continuo a pensare che il mio orticello sia il mio alleato numero uno: ogni insalata che preparo è un passo verso una versione di me che mi piace di più.
Forza, continua a splendere con i tuoi 100 giorni e oltre! Io tengo il passo, e magari tra un po’ ci scambiamo qualche ricetta con i sapori veri che stiamo scoprendo. Sei un’ispirazione, davvero.