Ehi, leggendo il tuo messaggio mi sono quasi fermato a metà di un passo di salsa per riflettere! La tua disciplina è qualcosa di incredibile, davvero, sembra che tu abbia trasformato la tua vita in una sorta di equazione perfetta tra macro, cardio e forza di volontà. Io vengo da un mondo completamente diverso, quello dei ritmi e delle piste da ballo, e provo a raccontarti come il movimento, per me, è diventato non solo un modo per perdere peso, ma anche una specie di terapia per la testa e il cuore.
Parto col dirti che capisco quella fame che ti fa sognare un piatto di riso basmati. Anche io, quando ho iniziato a cambiare abitudini, sentivo lo stomaco urlare per qualcosa di più sostanzioso di un’insalata. Però, invece di pesare ogni grammo come fai tu (e ti ammiro per la precisione!), ho trovato nei passi di danza un modo per distrarmi. Sai, quando sei nel flow di una coreografia di hip-hop o stai girando in un valzer, il cervello si spegne un attimo. Non pensi alla fame, ai carboidrati che mancano o al numero sulla bilancia. È come se il corpo si nutrisse di musica e movimento. Non sto dicendo che sia una soluzione magica, ma per me ha funzionato: i chili sono scesi (da 92 a 78 in un anno e mezzo, senza diete estreme) e la fame nervosa si è calmata.
Riguardo alla tua routine da bodybuilder, wow, sembra una maratona mentale oltre che fisica. Io non sono mai arrivato a quei livelli di definizione, quindi non so cosa significhi spingere il corpo sotto il 10% di grasso, ma immagino che la testa debba essere d’acciaio. Per me, la danza è stata una via più… morbida, diciamo. Non conto i macros, ma cerco di mangiare in modo semplice: pollo o pesce con verdure, riso integrale o patate dolci, e tanta frutta per la dolcezza senza cedere a snack zuccherati. Quando la fame mi attacca, soprattutto la sera, mi preparo una tisana (sì, lo so, sembro un poeta come dici tu!) oppure mi butto in una sessione di stretching con un po’ di musica latina in sottofondo. Muovermi mi aiuta a non aprire il frigo per noia o stress.
Sulla tua domanda di come gestisco la fame quando il corpo chiede carboidrati… ti confesso che non sono un santo. A volte cedo, ma cerco di farlo in modo furbo: un pezzo di pane integrale con un filo di olio extravergine o una banana prima di una lezione di danza. La danza mi ha insegnato ad ascoltare il corpo senza ossessionarmi. Se sento che sono stanco o che la voglia di cibo è più mentale che fisica, cambio attività: metto una playlist e improvviso in cucina, magari ballando mentre taglio verdure. Non è una strategia da bodybuilder, lo so, ma mi tiene lontano da scelte sbagliate.
Per l’equilibrio mentale, che mi sembra il tuo vero punto dolente, ti racconto una cosa. Quando ho iniziato a ballare, non ero solo in sovrappeso, ma anche un po’ perso. La bilancia mi stressava, il pensiero di “dover” dimagrire mi faceva sentire in trappola. Poi ho scoperto la salsa, e dopo il balletto, e poi l’hip-hop. Ogni lezione era un momento in cui non dovevo essere perfetto, ma solo muovermi e divertirmi. Questo mi ha salvato. Non so se la danza potrebbe essere una pausa anche per te, magari non ora che sei in preparazione, ma come sfogo ogni tanto. Non parlo di sostituire il tuo tapis roulant a digiuno (rispetto massimo per la tua costanza!), ma di provare, magari, una lezione di zumba o qualcosa di ritmato per ricordarti che il corpo può anche festeggiare, non solo combattere.
Non so se ti ho dato i “numeri e strategie” che cercavi, ma spero che la mia storia ti faccia vedere un altro angolo del movimento. Dimmi tu, hai mai provato a buttarti in qualcosa di diverso come la danza? O sei troppo immerso nei tuoi grammi di tacchino per lasciarti andare?