Basta con le scuse: il sollevamento pesi mi sta salvando dalla bulimia

derek23

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, non ne posso più di sentire le solite scuse. "Non ho tempo", "non ho energie", "la palestra non fa per me". Basta, smettetela di piangervi addosso! Io sono stata bulimica per anni, mi sono distrutta il corpo e la testa, e sapete cosa mi sta tirando fuori da quel buco nero? Il sollevamento pesi. Sì, avete capito bene, alzare ghisa, sudare, spingere i miei limiti. Non è una passeggiata, non è una soluzione magica, ma funziona.
All’inizio ero terrorizzata. Pensavo che muovermi mi avrebbe fatto venire ancora più fame, che avrei perso il controllo e mi sarei abbuffata ancora di più. Invece no. Il ferro mi ha dato disciplina. Mi ha fatto sentire forte, non solo un sacco di pelle e ossa che si svuotava ogni volta che poteva. Quando finisco un allenamento, non ho voglia di correre al bagno a vomitare. Ho voglia di mangiare, sì, ma mangiare per davvero, per nutrire i muscoli che sto costruendo. Non è facile, ve lo dico subito. Ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e vedo ancora quella versione di me che odio, quella che si inginocchiava davanti al water. Ma poi prendo un bilanciere in mano e mi ricordo che sto cambiando.
Non sto qui a dirvi che il sollevamento pesi è la cura per tutto, perché non sono un dottore e non mi piace raccontare favole. Però vi dico questo: smettetela di cercare scuse e provateci. Non serve essere perfetti, non serve avere il fisico da copertina. Serve solo iniziare. Io ho iniziato con due manubri scalcagnati a casa, tremavo come una foglia e mi sentivo ridicola. Ora sono in palestra tre volte a settimana e sto imparando a fare uno squat decente. Non è solo il corpo che cambia, è la testa. Non mi sento più una vittima della mia malattia, mi sento una che lotta.
E a voi che dite "ma io non ce la faccio", vi rispondo: neanch’io ce la facevo. Eppure eccomi qua. Non è una gara con gli altri, è una guerra con se stessi. E il sollevamento pesi mi sta dando le armi per vincerla. Provateci, e se non funziona tornate pure a lamentarvi. Ma almeno avrete fatto qualcosa invece di stare fermi a compatirvi.
 
Ragazzi, non ne posso più di sentire le solite scuse. "Non ho tempo", "non ho energie", "la palestra non fa per me". Basta, smettetela di piangervi addosso! Io sono stata bulimica per anni, mi sono distrutta il corpo e la testa, e sapete cosa mi sta tirando fuori da quel buco nero? Il sollevamento pesi. Sì, avete capito bene, alzare ghisa, sudare, spingere i miei limiti. Non è una passeggiata, non è una soluzione magica, ma funziona.
All’inizio ero terrorizzata. Pensavo che muovermi mi avrebbe fatto venire ancora più fame, che avrei perso il controllo e mi sarei abbuffata ancora di più. Invece no. Il ferro mi ha dato disciplina. Mi ha fatto sentire forte, non solo un sacco di pelle e ossa che si svuotava ogni volta che poteva. Quando finisco un allenamento, non ho voglia di correre al bagno a vomitare. Ho voglia di mangiare, sì, ma mangiare per davvero, per nutrire i muscoli che sto costruendo. Non è facile, ve lo dico subito. Ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e vedo ancora quella versione di me che odio, quella che si inginocchiava davanti al water. Ma poi prendo un bilanciere in mano e mi ricordo che sto cambiando.
Non sto qui a dirvi che il sollevamento pesi è la cura per tutto, perché non sono un dottore e non mi piace raccontare favole. Però vi dico questo: smettetela di cercare scuse e provateci. Non serve essere perfetti, non serve avere il fisico da copertina. Serve solo iniziare. Io ho iniziato con due manubri scalcagnati a casa, tremavo come una foglia e mi sentivo ridicola. Ora sono in palestra tre volte a settimana e sto imparando a fare uno squat decente. Non è solo il corpo che cambia, è la testa. Non mi sento più una vittima della mia malattia, mi sento una che lotta.
E a voi che dite "ma io non ce la faccio", vi rispondo: neanch’io ce la facevo. Eppure eccomi qua. Non è una gara con gli altri, è una guerra con se stessi. E il sollevamento pesi mi sta dando le armi per vincerla. Provateci, e se non funziona tornate pure a lamentarvi. Ma almeno avrete fatto qualcosa invece di stare fermi a compatirvi.
Ciao a tutti, o forse meglio dire "forza, muoviamoci"! Il tuo post mi ha colpita, sai? Capisco quel senso di frustrazione, quel "basta scuse" che urli. Anch’io sono partita da un punto in cui mi sentivo incastrata, non con la bulimia ma con chili di troppo e una pigrizia che mi teneva incollata al divano. Poi ho scoperto le camminate. Non parlo di passeggiatine lente, ma di lunghe marce, a volte anche con un po’ di salita che mi fa sudare e imprecare.

All’inizio pensavo fosse una perdita di tempo, che non avrebbe cambiato niente. E invece, passo dopo passo, ho iniziato a sentirmi diversa. Non è solo il peso che scende – lentamente, eh, non aspettarti miracoli – ma è la testa che si schiarisce. Camminare mi dà un ritmo, mi fa sentire che sto andando da qualche parte, non solo fisicamente. Condivido spesso i miei percorsi con gli amici: l’altro giorno ho fatto 15 km tra i boschi vicino casa, con un cielo che sembrava dipinto. Ti stanchi, sì, ma è una stanchezza che ti ricarica.

Non sto dicendo che sia la soluzione per tutti, come tu non lo dici per il sollevamento pesi. Però mi ritrovo nel tuo "provateci". Io ho messo un paio di scarpe da ginnastica e sono uscita, senza troppe storie. Magari non alzerò mai un bilanciere, ma ti capisco quando parli di lotta. Ognuno trova la sua arma, no? La mia è un sentiero sterrato, la tua un manubrio. L’importante è non stare fermi. Quindi sì, hai ragione: smettiamola di piangerci addosso e facciamolo, ognuno a modo suo.
 
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Ragazzi, non ne posso più di sentire le solite scuse. "Non ho tempo", "non ho energie", "la palestra non fa per me". Basta, smettetela di piangervi addosso! Io sono stata bulimica per anni, mi sono distrutta il corpo e la testa, e sapete cosa mi sta tirando fuori da quel buco nero? Il sollevamento pesi. Sì, avete capito bene, alzare ghisa, sudare, spingere i miei limiti. Non è una passeggiata, non è una soluzione magica, ma funziona.
All’inizio ero terrorizzata. Pensavo che muovermi mi avrebbe fatto venire ancora più fame, che avrei perso il controllo e mi sarei abbuffata ancora di più. Invece no. Il ferro mi ha dato disciplina. Mi ha fatto sentire forte, non solo un sacco di pelle e ossa che si svuotava ogni volta che poteva. Quando finisco un allenamento, non ho voglia di correre al bagno a vomitare. Ho voglia di mangiare, sì, ma mangiare per davvero, per nutrire i muscoli che sto costruendo. Non è facile, ve lo dico subito. Ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e vedo ancora quella versione di me che odio, quella che si inginocchiava davanti al water. Ma poi prendo un bilanciere in mano e mi ricordo che sto cambiando.
Non sto qui a dirvi che il sollevamento pesi è la cura per tutto, perché non sono un dottore e non mi piace raccontare favole. Però vi dico questo: smettetela di cercare scuse e provateci. Non serve essere perfetti, non serve avere il fisico da copertina. Serve solo iniziare. Io ho iniziato con due manubri scalcagnati a casa, tremavo come una foglia e mi sentivo ridicola. Ora sono in palestra tre volte a settimana e sto imparando a fare uno squat decente. Non è solo il corpo che cambia, è la testa. Non mi sento più una vittima della mia malattia, mi sento una che lotta.
E a voi che dite "ma io non ce la faccio", vi rispondo: neanch’io ce la facevo. Eppure eccomi qua. Non è una gara con gli altri, è una guerra con se stessi. E il sollevamento pesi mi sta dando le armi per vincerla. Provateci, e se non funziona tornate pure a lamentarvi. Ma almeno avrete fatto qualcosa invece di stare fermi a compatirvi.
Ehi, capisco bene quel "non ce la faccio", l’ho detto mille volte anch’io. Ma sai una cosa? Il sollevamento pesi non chiede di essere già forti, chiede solo di provarci. Non servono magie, solo un po’ di costanza. Io ero un disastro, contavo calorie come una pazza per poi crollare comunque. Ora, dopo un allenamento, non penso a svuotarmi, ma a riempirmi bene: un piatto di pollo e riso mi sembra un premio, non una colpa. Non dico che sia la tua strada, ma se ti va, prendi un peso in mano e vedi come ti senti. Magari ti sorprende.
 
Guarda, ti capisco quando dici che è una guerra con se stessi, ci sono passata anch’io. Sai cosa mi ha aiutato a mettere un piede davanti all’altro? Muovermi, anche solo un po’. Non parlo di sollevamento pesi, ma di una corsetta leggera, quel ritmo che ti fa sentire il cuore che batte e la testa che si svuota. Non serve essere un atleta, basta uscire e provare. Magari non sarà la tua cura, ma potrebbe darti quella spinta per sentirti meno in trappola. Fai un passo, vedi come va.