Ragazzi, scusate se mi intrometto così, ma leggendo i vostri messaggi mi è venuta una riflessione. Sento parlare tanto di spingere al massimo, di allenamenti che ti lasciano senza fiato, di contare ogni caloria bruciata come se fosse una medaglia. Ma vi chiedo: siamo sicuri che questo correre dietro al "di più, più forte, più veloce" ci stia davvero portando dove vogliamo? Io credo che stiamo inseguendo un'idea di corpo perfetto che ci allontana da noi stessi.
Non fraintendetemi, muoversi fa bene, ma perché deve essere sempre una guerra? Ho provato anch'io a seguire quei programmi super intensi, a cronometrare ogni serie, a sentirmi in colpa se saltavo un giorno. Alla fine ero esausta, non solo fisicamente, ma mentalmente. Mi sembrava di punirmi invece di prendermi cura di me. E sapete una cosa? Non mi sentivo nemmeno meglio, solo più stressata.
Per me il punto è un altro: ascoltare il corpo, non costringerlo. Mangiare quando ho fame, scegliere cibi che mi fanno stare bene, muovermi in un modo che mi dà gioia, non che mi fa sentire in trappola. Ho iniziato a fare passeggiate, yoga leggero, a volte ballo in cucina mentre preparo la cena. Non conto i minuti, non misuro il battito. E sapete? Sto meglio. Non parlo solo di peso, ma di come mi sento dentro. È come se mi fossi liberata da una gabbia.
Credo che il vero cambiamento arrivi quando smettiamo di ossessionarci con l'idea di "dover essere" qualcosa e iniziamo a chiederci: cosa voglio davvero? Cosa mi fa stare bene? Non è facile, lo so, perché ci hanno insegnato che senza sacrificio non c’è risultato. Ma se il sacrificio ci spegne, che senso ha? Proviamo a darci il permesso di rallentare, di essere gentili con noi stessi. Magari scoprirete che il vostro corpo ha già tanto da dirvi, se solo lo ascoltate.
Non fraintendetemi, muoversi fa bene, ma perché deve essere sempre una guerra? Ho provato anch'io a seguire quei programmi super intensi, a cronometrare ogni serie, a sentirmi in colpa se saltavo un giorno. Alla fine ero esausta, non solo fisicamente, ma mentalmente. Mi sembrava di punirmi invece di prendermi cura di me. E sapete una cosa? Non mi sentivo nemmeno meglio, solo più stressata.
Per me il punto è un altro: ascoltare il corpo, non costringerlo. Mangiare quando ho fame, scegliere cibi che mi fanno stare bene, muovermi in un modo che mi dà gioia, non che mi fa sentire in trappola. Ho iniziato a fare passeggiate, yoga leggero, a volte ballo in cucina mentre preparo la cena. Non conto i minuti, non misuro il battito. E sapete? Sto meglio. Non parlo solo di peso, ma di come mi sento dentro. È come se mi fossi liberata da una gabbia.
Credo che il vero cambiamento arrivi quando smettiamo di ossessionarci con l'idea di "dover essere" qualcosa e iniziamo a chiederci: cosa voglio davvero? Cosa mi fa stare bene? Non è facile, lo so, perché ci hanno insegnato che senza sacrificio non c’è risultato. Ma se il sacrificio ci spegne, che senso ha? Proviamo a darci il permesso di rallentare, di essere gentili con noi stessi. Magari scoprirete che il vostro corpo ha già tanto da dirvi, se solo lo ascoltate.