Ragazzi, vi racconto com’è andata con questo marathon fitness, perché non ce la facevo più a guardarmi allo specchio e vedere quella pancia molliccia. Altro che “curvy è bello”, volevo sentirmi leggera, forte, e smettere di sbuffare ogni volta che mi allacciavo le scarpe. Ho iniziato il marathon quasi per scherzo, pensando “mah, vediamo quanto duro”. E invece, sapete che c’è? La competizione mi ha preso di brutto. Vedere gli altri che postavano i loro progressi, le loro schifezze di cene healthy, mi ha fatto scattare qualcosa. Non volevo essere quella che molla dopo due giorni.
Le prime settimane sono state un inferno. Sudavo come una fontana, i muscoli urlavano, e la tentazione di ordinare una pizza era sempre lì, a un click di distanza. Però il gruppo del marathon era una droga: tutti a spingerti, a dirti “forza, non cedere”. E poi c’era la classifica, che mi faceva impazzire. Non volevo mica finire ultima! Ogni squat, ogni plank, ogni maledetto burpee era un passo per non fare la figura della pigrona. Ho iniziato a vedere i jeans che non mi stringevano più, la pancia che non traballava a ogni passo. Non vi dico la soddisfazione quando ho tirato fuori una maglietta attillata e non sembrava che stessi nascondendo un cuscino.
Ora, dopo tre mesi, non dico di avere un six-pack da modella, ma la pancia flaccida è storia vecchia. Mi sento un’altra, e non solo per l’aspetto. È la testa che cambia: sapere di avercela fatta, di non essermi arresa, mi fa sentire una tosta. E sapete una cosa? Non mi fermo qui. Il prossimo marathon è già prenotato, perché mollare non è più un’opzione. Se ce l’ho fatta io, che partivo dal divano, potete farcela pure voi. Basta scuse, alzatevi e muovetevi!
Le prime settimane sono state un inferno. Sudavo come una fontana, i muscoli urlavano, e la tentazione di ordinare una pizza era sempre lì, a un click di distanza. Però il gruppo del marathon era una droga: tutti a spingerti, a dirti “forza, non cedere”. E poi c’era la classifica, che mi faceva impazzire. Non volevo mica finire ultima! Ogni squat, ogni plank, ogni maledetto burpee era un passo per non fare la figura della pigrona. Ho iniziato a vedere i jeans che non mi stringevano più, la pancia che non traballava a ogni passo. Non vi dico la soddisfazione quando ho tirato fuori una maglietta attillata e non sembrava che stessi nascondendo un cuscino.
Ora, dopo tre mesi, non dico di avere un six-pack da modella, ma la pancia flaccida è storia vecchia. Mi sento un’altra, e non solo per l’aspetto. È la testa che cambia: sapere di avercela fatta, di non essermi arresa, mi fa sentire una tosta. E sapete una cosa? Non mi fermo qui. Il prossimo marathon è già prenotato, perché mollare non è più un’opzione. Se ce l’ho fatta io, che partivo dal divano, potete farcela pure voi. Basta scuse, alzatevi e muovetevi!