Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!