Basta scuse: pianificare i pasti o niente bici!

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Bobyx

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!
 
Ehi, ciao a tutti, o meglio, salve a chi ha ancora il fiato per pedalare! Devo dirtelo, il tuo post mi ha fatto sorridere, perché mi ci rivedo proprio nei giorni in cui pensavo che la bici fosse la bacchetta magica per far sparire i chili. Anche io, come te all’inizio, tornavo dai miei giri e mi premiavo con un piatto di carbonara, tanto “avevo fatto sport”! Spoiler: il medico non era d’accordo, e nemmeno la bilancia.

Due anni fa, quando il dottore mi ha guardato negli occhi e mi ha detto “o cambi o ti prepari a diabete e pressione alta”, ho capito che era ora di smetterla con le storie. Pesavo 90 chili, mi sentivo uno straccio, fiatone pure a legarmi le scarpe. Oggi sono a 68, e ti giuro, non è stato solo per la bici – anche se quelle salite mi hanno rimesso al mondo! Il segreto? Proprio quello che dici tu: pianificare. Ora il mio sabato sera è tipo una festa, ma con un’agenda: scrivo cosa mangio, preparo le porzioni, e via. Colazione con yogurt e mandorle, pranzo con quinoa e salmone, cena leggera con verdure. Niente più “mangio quello che capita”.

La bici mi ha dato energia, ma è stato smettere di sabotarmi a tavola che mi ha fatto volare – dentro e fuori. Ora mi sento leggero, il cuore non fa le bizze e pure il medico mi fa i complimenti. Quindi sì, hai ragione: basta scuse, serve disciplina. E per chi dice “non ho tempo”, rispondo: trovarlo per cucinare è più facile che trovarlo per le visite in ospedale! Dai, ragazzi, organizziamoci e pedaliamo verso una versione migliore di noi stessi!
 
Ehi, salve a chi ancora resiste alla tentazione di aprire il frigo a mezzanotte! Il tuo post mi ha colpito, perché mi ci rivedo eccome – anch’io ero quello che tornava dalla pedalata e pensava “dai, un piattone di pasta non farà male, me lo sono meritato”. E invece, sorpresa, la bilancia mi guardava storto e io pure, allo specchio. La tua storia del medico che ti mette davanti al bivio mi ha fatto ripensare a quando anch’io ho toccato il fondo: 85 chili, sempre stanco, e la notte che finivo per mangiarmi mezzo mondo. Tipo, letteralmente, aprivo il frigo alle 2 e via di formaggi, avanzi, qualsiasi cosa mi capitasse a tiro.

La bici? Sì, mi ha aiutato a sentirmi vivo, ma il vero casino era la sera. Tornavo a casa, stanco morto, e invece di riposarmi mi premiavo con schifezze. “Tanto domani pedalo” – famoso ultimo pensiero prima di crollare sul divano. Poi ho detto basta, perché non ce la facevo più a sentirmi un sacco di patate. Ho iniziato a cambiare le mie serate, mica facile eh, ancora oggi ogni tanto la vocina mi dice “dai, un biscotto non ti uccide”. Ma ho trovato un trucco: mi tengo occupato. Preparo la cena presto, tipo verdure grigliate con un po’ di pollo, e dopo mi metto a fare altro – leggo, guardo una serie, sistemo casa. Niente mani in mano vicino alla cucina!

Ora sono sceso a 72 chili, non proprio un figurino, ma sto bene, dormo meglio e non mi sveglio col senso di colpa. Pianificare i pasti mi ha salvato, proprio come dici tu – se so cosa mangio, non improvviso e non deraglio. La tua disciplina mi ispira, anche se a volte mi manca quel caos delle abbuffate notturne, lo ammetto. Ma vuoi mettere? Svegliarsi leggeri vale più di qualsiasi spuntino di mezzanotte. Dai, gente, proviamoci sul serio – basta scuse, organizziamo ‘sta benedetta cena e lasciamo il frigo chiuso dopo le 9!
 
Ciao a tutti, cavolo, leggerti mi ha proprio spiazzato! Mi sono rivisto in ogni singola parola, giuro, sembrava stessi parlando di me qualche anno fa. Quel “me lo sono meritato” dopo una pedalata è un classico, una trappola in cui cadevo pure io. Tornavo a casa tutto soddisfatto, con l’adrenalina ancora in circolo, e zac, mi buttavo su un piatto di carbonara come se fosse il premio Nobel per la fatica. E la bilancia? Un disastro. Mi guardava con quel numeretto che saliva e io mi sentivo un idiota, perché lo sapevo che stavo sbagliando, eppure continuavo.

Il tuo racconto delle notti insonni con il frigo aperto mi ha fatto venire i brividi. Io ero uguale: 88 chili, sempre uno straccio, e la notte diventava il mio peggior nemico. Non era fame, era proprio un buco nero che mi risucchiava. Formaggio, pane, un avanzo di pizza fredda… qualsiasi cosa pur di riempire quel vuoto. Poi la mattina mi svegliavo con lo stomaco pesante e la testa ancora di più, pensando “ma chi me l’ha fatto fare?”. La bici mi dava una scossa, sì, ma era come mettere un cerotto su una ferita che non smetteva di sanguinare.

Leggerti mi ha fatto ripensare a quando ho deciso di darci un taglio. Non ne potevo più di sentirmi così, un peso non solo sul corpo ma anche nella testa. Pianificare i pasti è stato il mio salvagente, proprio come dici tu. Non è che sono diventato uno chef stellato, eh, ma preparare qualcosa di semplice la sera – tipo del pesce al forno con un po’ di zucchine – mi ha tolto quella scusa di “vabbè, improvviso”. E il sonno, ragazzi, che scoperta! Ho letto un po’ di studi su questo, e non è una cavolata: dormire male ti sballa gli ormoni, tipo la grelina che ti fa venire fame e la leptina che invece ti dice “basta”. Se non dormi, è come se il tuo corpo urlasse “mangia, mangia!” anche quando non serve. Da quando ho messo in riga le mie serate, ho perso 15 chili e finalmente mi sveglio senza sentirmi uno zombie.

La tua disciplina mi ha shockato, sul serio. Io ancora qualche volta inciampo, tipo ieri che ho fissato una scatola di biscotti per dieci minuti buoni prima di girarmi dall’altra parte. Ma hai ragione: organizzarsi è la chiave. Se sai cosa mangi a cena, non c’è spazio per il caos. E svegliarsi leggeri, come dici tu, è una sensazione che non ha prezzo. Forza, gente, proviamo a fare sul serio: chiudiamo quel frigo dopo le 9 e vediamo che succede!
 
Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!
Ehi, capisco il tuo discorso e sono d’accordo che senza disciplina a tavola non si va lontano. Io però sono dall’altra parte della barricata: ho un metabolismo veloce e il mio problema non è perdere peso, ma mettere su muscoli senza accumulare grasso inutile. Anche per me pianificare i pasti è tutto. Non pedalo per dimagrire, ma per avere la forza di spingere in palestra, e se non mangio bene, ciao definizione.

La mia settimana è tipo questa: colazione con fiocchi d’avena, albumi e un po’ di burro d’arachidi, altro che brioche. Spuntino? Mandorle o uno shaker proteico, non schifezze. Pranzo è riso basmati, tacchino e broccoli, niente roba pesante che mi appesantisce. Cena, spesso salmone o uova con spinaci, e carboidrati li tengo bassi la sera. Se esco per un giro in bici lungo, mi porto dietro una barretta proteica o qualche noce, ma non è una scusa per abbuffarmi dopo, sennò addio “massa pulita”.

Non serve essere un fenomeno ai fornelli, basta organizzarsi. Io mi preparo tutto il sabato, divido le porzioni e via, pronto per la settimana. La bici mi aiuta a tenere il ritmo, ma il grosso lo faccio con i pesi e il piatto. Se vuoi risultati, che sia dimagrire o crescere, la parola magica è una sola: costanza. Punto.
 
Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!
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Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!
Ehi, capisco benissimo il tuo discorso e sono d’accordo: la disciplina a tavola è tutto. Dopo la mia malattia, ero salito di peso e rimettermi in carreggiata non è stato semplice. Ora sto pianificando i pasti come dici tu, e mi sono dato un piccolo obiettivo per questo mese: perdere un paio di chili mangiando bene e tornando a muovermi con calma. Niente bici per ora, solo camminate leggere, ma il cibo lo controllo. Faccio porzioni semplici: verdure, proteine magre, un po’ di carboidrati sani. Non è perfetto, ma mi dà energia senza appesantirmi. Grazie per il tuo post, mi ha dato una spinta in più per non mollare.
 
Ragazzi, parliamoci chiaro: se non vi mettete in testa di pianificare i pasti, lasciate perdere la bici e pure il discorso di dimagrire. Io sono passato da 95 chili a 72 in due anni, e non è stata magia, è stata disciplina. Pedalare mi ha salvato, sì, ma senza mangiare come si deve non vai da nessuna parte. Non venitemi a dire "eh, ma non ho tempo" o "eh, ma è complicato". Sono scuse da pigri, e i pigri non perdono peso, punto.
Quando ho iniziato, facevo giri di 20-30 km e tornavo a casa a ingozzarmi di pasta e schifezze perché "tanto avevo pedalato". Risultato? Zero. Anzi, mettevo su altro grasso. Poi ho capito: la bici è un alleato, ma il vero lavoro lo fai a tavola. Ora ogni domenica mi siedo, prendo un foglio e scrivo cosa mangio per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con frutta, niente brioche zuccherate. Pranzo? Riso integrale, petto di pollo e verdure, non pizza surgelata. Cena? Pesce o legumi, stop ai formaggi a caso. E sì, tengo una barretta in tasca per i giri lunghi, ma non è una scusa per strafogarmi dopo.
Non è questione di essere chef stellati, è questione di volerlo davvero. La bici ti dà la spinta, ti fa sentire vivo, ma se poi ti butti sul divano con una birra e patatine, stai solo prendendo in giro te stesso. Io ho comprato un portapranzo da Decathlon, ci butto dentro il mio cibo e me lo porto ovunque, pure al lavoro. Basta ristoranti o panini al volo. Pianificare i pasti è come scegliere il percorso giusto per un giro: se non lo fai, ti perdi e basta.
Smettetela di lamentarvi e muovetevi. La bilancia non mente, e nemmeno il cronometro della vostra bici. O vi organizzate, o restate fermi – in tutti i sensi. Forza, che la strada non aspetta!