Ehi, non ho intenzione di girarci intorno: dopo l’infortunio, la bilancia è diventata il mio peggior nemico. Mesi fermo, a malapena mi muovevo, e il frigo era l’unico posto dove “sfogarmi”. Risultato? Chili in più e un corpo che non riconoscevo. Ma ora basta, ho deciso di riprendermi tutto, e la pianificazione dei pasti è il mio campo di battaglia.
Non è stato facile, credetemi. Con la gamba fuori uso, niente palestra, niente corse, solo fisioterapia e un umore schifoso. Ma ho capito una cosa: se non controllo cosa metto in bocca, non vado da nessuna parte. Quindi mi sono messo sotto, ho preso il mio quaderno e ho iniziato a scrivere tutto. Colazione: yogurt greco, frutta fresca, un po’ di avena. Pranzo: petto di pollo grigliato, verdure al vapore e riso integrale. Cena: pesce o uova, un mucchio di insalata e un filo d’olio. Spuntini? Mandorle o una mela, niente schifezze confezionate. Non è una dieta da chef stellato, ma è semplice e funziona.
All’inizio odiavo pesare ogni cosa, contare calorie, stare lì a leggere etichette. Mi sembrava una perdita di tempo. Ma sapete una cosa? Vedere i numeri scendere, anche lentamente, mi ha fatto capire che sto riprendendo il controllo. Non è solo cibo, è disciplina. E io ne ho bisogno, perché non voglio più guardarmi allo specchio e sentirmi uno schifo.
La parte difficile è stata imparare a non strafogarmi quando sono nervoso o annoiato. Prima, una pizza intera era la mia risposta a tutto. Ora, se ho voglia di sgarrare, mi preparo una bowl con avocado, pomodorini e un po’ di feta. Sembra una stupidaggine, ma mi fa stare bene senza buttare tutto all’aria. E poi, pianificare mi ha salvato: la domenica preparo i pasti per la settimana, così non ho scuse per ordinare schifezze quando sono stanco.
Non fraintendetemi, non sono un fanatico del fitness ora, e la strada è ancora lunga. La mia gamba non è al 100%, ma sto lavorando con esercizi leggeri e quello che posso fare senza forzare. Però il cibo è il mio alleato, non più il mio sabotatore. Ogni pasto che pianifico è un pugno in faccia a quei chili di troppo. E voi, come vi organizzate? Perché vi giuro, se ce la sto facendo io con mezza gamba fuori uso, non avete scuse per non provarci.
Non è stato facile, credetemi. Con la gamba fuori uso, niente palestra, niente corse, solo fisioterapia e un umore schifoso. Ma ho capito una cosa: se non controllo cosa metto in bocca, non vado da nessuna parte. Quindi mi sono messo sotto, ho preso il mio quaderno e ho iniziato a scrivere tutto. Colazione: yogurt greco, frutta fresca, un po’ di avena. Pranzo: petto di pollo grigliato, verdure al vapore e riso integrale. Cena: pesce o uova, un mucchio di insalata e un filo d’olio. Spuntini? Mandorle o una mela, niente schifezze confezionate. Non è una dieta da chef stellato, ma è semplice e funziona.
All’inizio odiavo pesare ogni cosa, contare calorie, stare lì a leggere etichette. Mi sembrava una perdita di tempo. Ma sapete una cosa? Vedere i numeri scendere, anche lentamente, mi ha fatto capire che sto riprendendo il controllo. Non è solo cibo, è disciplina. E io ne ho bisogno, perché non voglio più guardarmi allo specchio e sentirmi uno schifo.
La parte difficile è stata imparare a non strafogarmi quando sono nervoso o annoiato. Prima, una pizza intera era la mia risposta a tutto. Ora, se ho voglia di sgarrare, mi preparo una bowl con avocado, pomodorini e un po’ di feta. Sembra una stupidaggine, ma mi fa stare bene senza buttare tutto all’aria. E poi, pianificare mi ha salvato: la domenica preparo i pasti per la settimana, così non ho scuse per ordinare schifezze quando sono stanco.
Non fraintendetemi, non sono un fanatico del fitness ora, e la strada è ancora lunga. La mia gamba non è al 100%, ma sto lavorando con esercizi leggeri e quello che posso fare senza forzare. Però il cibo è il mio alleato, non più il mio sabotatore. Ogni pasto che pianifico è un pugno in faccia a quei chili di troppo. E voi, come vi organizzate? Perché vi giuro, se ce la sto facendo io con mezza gamba fuori uso, non avete scuse per non provarci.