Ehi, sai che non sei l’unico a trovare un ritmo con le camminate? Anche io ho i miei momenti, quando esco e macino chilometri, ma a volte torno a casa con un peso dentro che non spiego. La tua idea di pianificare i pasti attorno al movimento mi ha fatto riflettere, però. Io sono nel pieno di questo “100 giorni senza zucchero” e, credimi, le prime settimane sono state un inferno: mal di testa, nervi a fior di pelle, una specie di nebbia che non se ne andava. Eppure, dopo un mese, qualcosa è cambiato. Ora, quando torno dalle mie camminate – tipo ieri, 7 km sotto un cielo grigio che sembrava schiacciarmi – sento il corpo più leggero, anche se la testa non sempre segue.
Il tuo pollo con quinoa mi ha fatto venire in mente che forse sto sottovalutando i sapori semplici. Senza zucchero, sto scoprendo gusti che prima ignoravo: il dolce naturale di una carota, la ricchezza di un avocado schiacciato su una fettina di pane integrale. Però, ammetto, dopo una camminata lunga come la tua, 8 km, mi sento quasi in colpa a non “festeggiare” con qualcosa di più. Magari è la stanchezza che parla, non so. La mia ultima “ricompensa” è stata un piatto di zucchine grigliate con un po’ di tahina e qualche noce spezzata sopra – niente di che, ma mi ha riempito senza appesantirmi.
Per rendere i post-camminata più sfiziosi, ti direi di provare qualcosa che ti coccoli un po’, senza strafare. Tipo, hai mai grigliato dei funghi con un po’ di erbe fresche? O magari un uovo sodo schiacciato con qualche fettina di cetriolo, giusto per variare. Io sto imparando che senza quel maledetto zucchero ogni sapore diventa una sorpresa, ma ci sono giorni in cui mi manca da morire quel picco di energia facile. Tu come tieni su l’umore quando la fame post-camminata ti prende e il mondo sembra un po’ più pesante? Forse è solo una fase, ma condividere ste cose mi fa sentire meno solo in questa battaglia.