Casa o palestra: se non scegli bene, il tuo peso ti schiaccerà!

Clydesider

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6 Marzo 2025
75
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Ciao a tutti, o forse no, non importa chi siete, tanto qui si parla di cose serie. Io sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha buttato giù 40 chili e non per magia, ma con sangue, sudore e qualche lacrima che non ammetterò mai. E sapete una cosa? Se non capite dove allenarvi, casa o palestra, rischiate di restare schiacciati dal vostro stesso peso, letteralmente. Io l’ho provato sulla mia pelle.
Quando ho iniziato, ero un disastro. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza sentirmi un fallito. Casa sembrava il posto perfetto: niente occhi indiscreti, niente abbonamenti da pagare, solo io e qualche video su YouTube. Ma vi dico la verità, a casa è una guerra persa se non hai disciplina d’acciaio. Ti distrai, c’è il divano che ti chiama, la cucina a due passi con quel pacchetto di patatine che ti fissa. Ho passato settimane a fare due flessioni e poi a crollare, convinto che “domani sarebbe andata meglio”. Non andava meglio. Il peso restava lì, come un macigno, e ogni giorno che passava mi sentivo più debole, non più forte.
Poi ho provato la palestra. All’inizio ero terrorizzato: tutti quei tipi muscolosi, le macchine che sembravano astronavi, l’odore di sudore e metallo. Ma sapete che c’è? Lì non puoi scappare. Una volta che entri, sei costretto a fare i conti con te stesso. Nessuno ti guarda davvero, sono tutti presi dai loro allenamenti. E quel rumore di pesi che sbattono, quel ritmo, ti entra dentro e ti spinge. Io ho trovato la mia salvezza lì: squat, stacchi, panca, giorno dopo giorno. Il peso ha iniziato a scendere, i muscoli a spuntare, e la testa… la testa ha smesso di essere il mio peggior nemico.
Non fraintendetemi, casa può funzionare, ma solo se siete dei dannati monaci guerrieri. Avete bisogno di un angolo dedicato, niente distrazioni, un piano ferreo e la volontà di non mollare mai, neanche quando il mondo sembra crollare. La palestra, invece, ti dà struttura, ti mette pressione, ti costringe a muoverti. E per uno come me, che partiva da zero, quella pressione è stata la chiave. Se restate a casa e vi lasciate andare, il vostro peso vi seppellirà. Se andate in palestra e non vi impegnate, sarà lo stesso.
Io ho scelto la palestra e non mi sono mai guardato indietro. Oggi sono un uomo nuovo, ma ogni tanto penso a quei giorni sul divano, con la bilancia che rideva di me. Non tornerei mai indietro. Voi, invece, che fate? Restate fermi e lasciate che il grasso vi schiacci, o prendete in mano la vostra vita? Decidete, ma sappiate che non c’è via di mezzo: o vincete, o perdete. E perdere, credetemi, fa schifo.
 
Ehi, non sono proprio uno che ama parlare, ma il tuo post mi ha colpito, sai? Mi ci rivedo un sacco in quello che dici, soprattutto quella sensazione di essere schiacciato dal peso… non solo quello sulla bilancia, ma proprio dentro. Io sono uno di quelli che a casa ci ha provato, ma finivo sempre a guardare il soffitto invece di allenarmi. La palestra, boh, mi intimidisce ancora un po’, tutti quei tipi che sembrano usciti da un film d’azione. Però leggendoti mi sa che hai ragione, forse serve quel qualcosa in più che ti spinge.

Io comunque ho trovato la mia via con le scale. Sì, proprio le scale di casa o del palazzo. Niente stade, niente tapis roulant, solo gradini. Faccio così: sprint veloci su, tipo che mi manca il fiato, e poi scendo piano, cercando di non inciampare perché, beh, sono un po’ imbranato. È una bomba per le gambe, giuro, e pure le chiappe ringraziano! All’inizio pensavo di morire dopo due rampe, ma ora ci prendo gusto. Non è proprio casa e non è palestra, è… non so, il mio angolo di lotta, credo.

Non ho perso 40 chili come te – cavolo, complimenti, sei un mito! – ma sto scendendo, piano piano. E sai una cosa? Mi sento meno perso. Magari non sono un monaco guerriero, ma queste scale mi stanno salvando. Tu che dici, potrebbe funzionare per qualcuno che non sa ancora scegliere tra casa e palestra?
 
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Ehi, non sono proprio uno che ama parlare, ma il tuo post mi ha colpito, sai? Mi ci rivedo un sacco in quello che dici, soprattutto quella sensazione di essere schiacciato dal peso… non solo quello sulla bilancia, ma proprio dentro. Io sono uno di quelli che a casa ci ha provato, ma finivo sempre a guardare il soffitto invece di allenarmi. La palestra, boh, mi intimidisce ancora un po’, tutti quei tipi che sembrano usciti da un film d’azione. Però leggendoti mi sa che hai ragione, forse serve quel qualcosa in più che ti spinge.

Io comunque ho trovato la mia via con le scale. Sì, proprio le scale di casa o del palazzo. Niente stade, niente tapis roulant, solo gradini. Faccio così: sprint veloci su, tipo che mi manca il fiato, e poi scendo piano, cercando di non inciampare perché, beh, sono un po’ imbranato. È una bomba per le gambe, giuro, e pure le chiappe ringraziano! All’inizio pensavo di morire dopo due rampe, ma ora ci prendo gusto. Non è proprio casa e non è palestra, è… non so, il mio angolo di lotta, credo.

Non ho perso 40 chili come te – cavolo, complimenti, sei un mito! – ma sto scendendo, piano piano. E sai una cosa? Mi sento meno perso. Magari non sono un monaco guerriero, ma queste scale mi stanno salvando. Tu che dici, potrebbe funzionare per qualcuno che non sa ancora scegliere tra casa e palestra?
Ciao, o forse no, non so nemmeno come iniziare! Il tuo messaggio mi ha fatto un po’ sorridere, ma anche pensare, sai? Quelle scale… cavolo, sembrano una guerra personale, e tu lì a combattere gradino dopo gradino. Mi piace l’idea, davvero, anche se solo a leggerlo mi sento già il fiatone! Io invece sono uno di quelli che con casa e palestra proprio non ce la fa a decidere, ma più che altro perché mi perdo nei “forse domani”. Le scale potrebbero essere una via di mezzo, sì, però non so se ho tutta quella grinta per sprintare senza crollare.

Io sto provando coi miei cari vecchi (o nuovi?) brodi di verdure. Non è che sono un mago in cucina, eh, butto dentro un po’ di zucchine, carote, magari un pezzo di sedano se mi sento ispirato, e via. L’idea è tenere le calorie basse, ma non morire di fame. All’inizio pensavo “ma chi me lo fa fare?”, poi però ho notato che mi sento meno gonfio, meno… schiacciato, come dici tu. Non è che perdo chili come te – complimenti ancora, sei una roccia! – ma sto lì, un passetto alla volta. Il problema è che dopo un piatto di minestrina mi viene quella voglia matta di qualcosa di più, tipo un pezzo di pane o peggio. Tu come fai a non cedere? Le tue scale ti tengono la testa occupata?

Non so, magari per uno come me, che ancora tentenna tra il divano e il tapis roulant della palestra che non userò mai, il tuo trucco delle scale potrebbe essere un’idea. Però mi sa che ci vuole un coraggio che io ancora non trovo. O forse è solo pigrizia, chissà. I miei passati di verdura mi salvano la coscienza, ma forse non abbastanza il girovita. Tu che ne pensi, brodo o gradini? O sono proprio senza speranza?
 
Ehi, altro che saluti formali, mi hai fatto quasi venir voglia di provare le tue scale! Però, sai, leggendoti mi sa che hai trovato proprio il tuo ritmo, e questo è oro. Io invece coi miei succhi detox sto cercando di non crollare dopo tre giorni – tipo oggi: mela, zenzero e un po’ di spinaci, niente di che, ma mi tiene leggero. Non è la rivoluzione dei 40 chili (grande rispetto per te!), ma mi evita quel senso di “torno sempre al punto di partenza”. Le scale potrebbero funzionare per chi, come me, ancora non sa se casa o palestra, ma ci vuole fegato! Il mio trucco è non esagerare coi succhi, sennò poi mi ritrovo a sognare pizza. Tu coi gradini come tieni a bada la fame? Magari un mix tra i due potrebbe salvarmi!
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa chi siete, tanto qui si parla di cose serie. Io sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha buttato giù 40 chili e non per magia, ma con sangue, sudore e qualche lacrima che non ammetterò mai. E sapete una cosa? Se non capite dove allenarvi, casa o palestra, rischiate di restare schiacciati dal vostro stesso peso, letteralmente. Io l’ho provato sulla mia pelle.
Quando ho iniziato, ero un disastro. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza sentirmi un fallito. Casa sembrava il posto perfetto: niente occhi indiscreti, niente abbonamenti da pagare, solo io e qualche video su YouTube. Ma vi dico la verità, a casa è una guerra persa se non hai disciplina d’acciaio. Ti distrai, c’è il divano che ti chiama, la cucina a due passi con quel pacchetto di patatine che ti fissa. Ho passato settimane a fare due flessioni e poi a crollare, convinto che “domani sarebbe andata meglio”. Non andava meglio. Il peso restava lì, come un macigno, e ogni giorno che passava mi sentivo più debole, non più forte.
Poi ho provato la palestra. All’inizio ero terrorizzato: tutti quei tipi muscolosi, le macchine che sembravano astronavi, l’odore di sudore e metallo. Ma sapete che c’è? Lì non puoi scappare. Una volta che entri, sei costretto a fare i conti con te stesso. Nessuno ti guarda davvero, sono tutti presi dai loro allenamenti. E quel rumore di pesi che sbattono, quel ritmo, ti entra dentro e ti spinge. Io ho trovato la mia salvezza lì: squat, stacchi, panca, giorno dopo giorno. Il peso ha iniziato a scendere, i muscoli a spuntare, e la testa… la testa ha smesso di essere il mio peggior nemico.
Non fraintendetemi, casa può funzionare, ma solo se siete dei dannati monaci guerrieri. Avete bisogno di un angolo dedicato, niente distrazioni, un piano ferreo e la volontà di non mollare mai, neanche quando il mondo sembra crollare. La palestra, invece, ti dà struttura, ti mette pressione, ti costringe a muoverti. E per uno come me, che partiva da zero, quella pressione è stata la chiave. Se restate a casa e vi lasciate andare, il vostro peso vi seppellirà. Se andate in palestra e non vi impegnate, sarà lo stesso.
Io ho scelto la palestra e non mi sono mai guardato indietro. Oggi sono un uomo nuovo, ma ogni tanto penso a quei giorni sul divano, con la bilancia che rideva di me. Non tornerei mai indietro. Voi, invece, che fate? Restate fermi e lasciate che il grasso vi schiacci, o prendete in mano la vostra vita? Decidete, ma sappiate che non c’è via di mezzo: o vincete, o perdete. E perdere, credetemi, fa schifo.
Ehi, ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio di qualche mese fa, ma con un bebè urlante in braccio e zero energia per alzarmi dal divano! Complimenti per i tuoi 40 chili, davvero, chapeau, ci vuole fegato e non solo sudore. Io sono una mamma in pieno caos post parto, con un piccolo che sembra avere un radar per svegliarsi ogni volta che provo a fare qualcosa per me. Casa o palestra? Bella domanda. A casa ci provo, giuro, metto su un video di esercizi mentre lui dorme – o almeno ci prova – ma finisce che mi ritrovo a fissare il telefono o a sistemare i bavaglini invece di fare squat. Il divano è un nemico subdolo, hai ragione, e la cucina... non ne parliamo, ieri ho aperto il frigo “solo per un secondo” e mi sono ritrovata con un cucchiaio di Nutella in mano.

La palestra mi attira, sai? Quel tuo racconto di pesi che sbattono e di pressione che ti spinge mi fa venire voglia di provarci. Però, c’è il però: il tempo. Tra pappe, cambi e ninne nanne, uscire di casa sembra un’impresa da supereroi. Eppure, leggendoti, mi chiedo se non sia proprio quella struttura che mi manca. Magari potrei portarmi il piccolo in passeggino e trovare una palestra con un angolo bimbi, no? O forse sto solo cercando scuse, come dici tu: o vinci o perdi.

Per ora sono nel limbo, provo a ritagliarmi 10 minuti al giorno con un’app che mi guida – sì, una di quelle per mamme disperate come me – ma non è la stessa cosa. Tu che dici, ce la posso fare da casa o devo buttarmi e prendere un abbonamento? Non voglio che il peso mi schiacci, ma non voglio neanche crollare sotto il giudizio di me stessa. Dimmi un trucco, uno solo, per non mollare!
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa chi siete, tanto qui si parla di cose serie. Io sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha buttato giù 40 chili e non per magia, ma con sangue, sudore e qualche lacrima che non ammetterò mai. E sapete una cosa? Se non capite dove allenarvi, casa o palestra, rischiate di restare schiacciati dal vostro stesso peso, letteralmente. Io l’ho provato sulla mia pelle.
Quando ho iniziato, ero un disastro. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza sentirmi un fallito. Casa sembrava il posto perfetto: niente occhi indiscreti, niente abbonamenti da pagare, solo io e qualche video su YouTube. Ma vi dico la verità, a casa è una guerra persa se non hai disciplina d’acciaio. Ti distrai, c’è il divano che ti chiama, la cucina a due passi con quel pacchetto di patatine che ti fissa. Ho passato settimane a fare due flessioni e poi a crollare, convinto che “domani sarebbe andata meglio”. Non andava meglio. Il peso restava lì, come un macigno, e ogni giorno che passava mi sentivo più debole, non più forte.
Poi ho provato la palestra. All’inizio ero terrorizzato: tutti quei tipi muscolosi, le macchine che sembravano astronavi, l’odore di sudore e metallo. Ma sapete che c’è? Lì non puoi scappare. Una volta che entri, sei costretto a fare i conti con te stesso. Nessuno ti guarda davvero, sono tutti presi dai loro allenamenti. E quel rumore di pesi che sbattono, quel ritmo, ti entra dentro e ti spinge. Io ho trovato la mia salvezza lì: squat, stacchi, panca, giorno dopo giorno. Il peso ha iniziato a scendere, i muscoli a spuntare, e la testa… la testa ha smesso di essere il mio peggior nemico.
Non fraintendetemi, casa può funzionare, ma solo se siete dei dannati monaci guerrieri. Avete bisogno di un angolo dedicato, niente distrazioni, un piano ferreo e la volontà di non mollare mai, neanche quando il mondo sembra crollare. La palestra, invece, ti dà struttura, ti mette pressione, ti costringe a muoverti. E per uno come me, che partiva da zero, quella pressione è stata la chiave. Se restate a casa e vi lasciate andare, il vostro peso vi seppellirà. Se andate in palestra e non vi impegnate, sarà lo stesso.
Io ho scelto la palestra e non mi sono mai guardato indietro. Oggi sono un uomo nuovo, ma ogni tanto penso a quei giorni sul divano, con la bilancia che rideva di me. Non tornerei mai indietro. Voi, invece, che fate? Restate fermi e lasciate che il grasso vi schiacci, o prendete in mano la vostra vita? Decidete, ma sappiate che non c’è via di mezzo: o vincete, o perdete. E perdere, credetemi, fa schifo.
Ehi, ciao, o forse no, fate un po’ voi, tanto qui si parla di cose che pesano, e non solo sulla bilancia. Io sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha scaricato 35 chili e non perché sono un fenomeno, ma perché ho sputato l’anima per riuscirci. E sapete cosa vi dico? Casa o palestra, se non capite cosa fa per voi, vi ritrovate schiacciati, punto. Io ci sono passato, e non è stato un picnic.

All’inizio pensavo che casa fosse la soluzione. Niente sguardi, niente spese, solo io, un tappetino e un po’ di buona volontà. Che illusione! A casa è un casino se non hai la testa dura come il marmo. Basta un attimo: il telefono squilla, il frigo ti strizza l’occhio, e quel divano… quel maledetto divano ti abbraccia e non ti molla più. Facevo tre squat, mi sentivo un eroe e poi finivo a fissare il soffitto, con la scusa che “ero stanco”. Stanco di cosa? Di non provarci davvero. Il peso non si muoveva, e io mi sentivo sempre più un rottame.

Poi ho messo piede in palestra. Ero fuori posto, con quei tizi che sembravano usciti da un film d’azione e attrezzi che parevano roba da NASA. Ma lì è scattato qualcosa. Non puoi nasconderti: entri, ti guardi allo specchio e capisci che non c’è scampo. Devi spingere. E sai una cosa? Quel casino di pesi che sbattono, quel sudore nell’aria, ti prendono e ti portano avanti. Ho iniziato a sollevare, a sudare, a contare i giorni in cui vedevo il numero scendere. La palestra mi ha salvato, perché mi ha dato una gabbia dove combattere, e io avevo bisogno di quella spinta.

Non dico che casa sia il male, eh. Se sei uno che si sveglia alle 5, fa 50 flessioni e non guarda il cioccolato in faccia, allora bravo, sei un mito. Ma per me, e per tanti come me, casa è una trappola. La palestra invece ti mette in riga, ti dà un ritmo, ti fa sentire che stai costruendo qualcosa. Io ho scelto quella strada e oggi mi guardo allo specchio senza vomitare. Voi che fate? Vi piangete addosso sul divano o vi alzate e andate a prendervi quello che vi spetta? Fate voi, ma non venite a dirmi che non vi avevo avvisato.
 
Ehi, Clydesider, o forse no, tanto qui ognuno ha qualcosa da dire e non sempre è oro colato. Leggo la tua storia e, cavolo, complimenti, 40 chili non sono uno scherzo, mica pizza e fichi! Però, sai com’è, io sono una che ci sta ancora dentro, nel casino del peso, e non so se mi convince tutto ‘sto entusiasmo per la palestra. Ognuno ha il suo viaggio, no? Io sono qui, dopo un divorzio che mi ha lasciato con 20 chili in più e una voglia di guardarmi allo specchio pari a zero. Altro che palestra o casa, all’inizio volevo solo sparire.

Casa, dici? Ci ho provato, eh. Mi sono messa lì con i video di quelle tipe perfette su YouTube, tutte sorrisi e “forza, ce la puoi fare!”. Ma la verità è che dopo cinque minuti mi ritrovavo con il telecomando in mano e un pacco di biscotti nell’altra. Disciplina d’acciaio? Io al massimo ho quella di carta stagnola, si piega al primo soffio. Il divano mi chiama, la cucina pure, e l’estate scorsa, con quel caldo che ti scioglie, altro che squat: mi scioglievo io sul cuscino con un gelato. Casa per me è stata una lotta, e non proprio vinta. Mi dava la libertà di nascondermi, sì, ma anche quella di mollare senza che nessuno mi vedesse.

Poi c’è la palestra. Ci sono andata, sai? Due volte. La prima mi sentivo un pesce fuor d’acqua, con quei tizi che sollevano pesi come se fosse niente e io che inciampo pure sull’aria. La seconda volta ho fatto qualche passo sul tapis roulant e mi sono detta “ok, forse non muoio”. Ma tutta quella storia del “non puoi scappare” e del “ritmo che ti entra dentro”? Boh, a me entrava solo ansia. Non dico che non funzioni, per carità, tu sei la prova che può cambiare tutto, ma io lì dentro mi sentivo giudicata, anche se magari nessuno mi guardava davvero. E l’estate, con quella voglia di leggerezza, mi ha fatto pensare più a insalate che a bilancieri.

Ora sto provando un mix, perché forse non è tutto bianco o nero come dici. A casa mi muovo un po’, niente di eroico, tipo ballare come una scema con la musica alta o fare qualche esercizio mentre guardo una serie. In palestra ci vado quando mi sento meno fragile, ma non è ancora il mio tempio della salvezza. Sto perdendo chili, piano, tipo 8 finora, e non so se è più il sudore o il fatto che ho smesso di mangiare schifezze per affogare i pensieri. Dopo il divorzio volevo solo sentirmi meno schiacciata, e non parlo solo del peso. La bilancia scende, ok, ma è la testa che deve stare dietro.

Tu hai ragione su una cosa: stare fermi è perdere. Ma non sono convinta che serva per forza la palestra per vincere. Forse sono ancora una di quelle che barcolla tra il divano e i pesi, ma almeno barcollo, no? Non mi sono arresa, anche se l’estate mi ha fatto pi
 
Ehi, Clydesider, o forse no, tanto qui ognuno ha qualcosa da dire e non sempre è oro colato. Leggo la tua storia e, cavolo, complimenti, 40 chili non sono uno scherzo, mica pizza e fichi! Però, sai com’è, io sono una che ci sta ancora dentro, nel casino del peso, e non so se mi convince tutto ‘sto entusiasmo per la palestra. Ognuno ha il suo viaggio, no? Io sono qui, dopo un divorzio che mi ha lasciato con 20 chili in più e una voglia di guardarmi allo specchio pari a zero. Altro che palestra o casa, all’inizio volevo solo sparire.

Casa, dici? Ci ho provato, eh. Mi sono messa lì con i video di quelle tipe perfette su YouTube, tutte sorrisi e “forza, ce la puoi fare!”. Ma la verità è che dopo cinque minuti mi ritrovavo con il telecomando in mano e un pacco di biscotti nell’altra. Disciplina d’acciaio? Io al massimo ho quella di carta stagnola, si piega al primo soffio. Il divano mi chiama, la cucina pure, e l’estate scorsa, con quel caldo che ti scioglie, altro che squat: mi scioglievo io sul cuscino con un gelato. Casa per me è stata una lotta, e non proprio vinta. Mi dava la libertà di nascondermi, sì, ma anche quella di mollare senza che nessuno mi vedesse.

Poi c’è la palestra. Ci sono andata, sai? Due volte. La prima mi sentivo un pesce fuor d’acqua, con quei tizi che sollevano pesi come se fosse niente e io che inciampo pure sull’aria. La seconda volta ho fatto qualche passo sul tapis roulant e mi sono detta “ok, forse non muoio”. Ma tutta quella storia del “non puoi scappare” e del “ritmo che ti entra dentro”? Boh, a me entrava solo ansia. Non dico che non funzioni, per carità, tu sei la prova che può cambiare tutto, ma io lì dentro mi sentivo giudicata, anche se magari nessuno mi guardava davvero. E l’estate, con quella voglia di leggerezza, mi ha fatto pensare più a insalate che a bilancieri.

Ora sto provando un mix, perché forse non è tutto bianco o nero come dici. A casa mi muovo un po’, niente di eroico, tipo ballare come una scema con la musica alta o fare qualche esercizio mentre guardo una serie. In palestra ci vado quando mi sento meno fragile, ma non è ancora il mio tempio della salvezza. Sto perdendo chili, piano, tipo 8 finora, e non so se è più il sudore o il fatto che ho smesso di mangiare schifezze per affogare i pensieri. Dopo il divorzio volevo solo sentirmi meno schiacciata, e non parlo solo del peso. La bilancia scende, ok, ma è la testa che deve stare dietro.

Tu hai ragione su una cosa: stare fermi è perdere. Ma non sono convinta che serva per forza la palestra per vincere. Forse sono ancora una di quelle che barcolla tra il divano e i pesi, ma almeno barcollo, no? Non mi sono arresa, anche se l’estate mi ha fatto pi
Ehi, ciao, o forse “ben ritrovata” nel caos di questo forum! 😅 Leggo il tuo messaggio e, mamma mia, sembra una montagna russa emotiva, altro che pizza e fichi! Ti capisco, sai? Quel divorzio che ti ha lasciato a terra con 20 chili in più e zero voglia di specchi… ci sono passata anch’io, in un certo senso, con i miei casini. Ma veniamo al punto: casa, palestra, o quel mix che stai provando – ognuno ha il suo ritmo, no?

Io sono quella fissata con il “cheat meal”, te lo dico subito. Un bel piatto di pasta o una pizza settimanale, e via, il metabolismo ringrazia e la testa non esplode. Casa per te è un campo minato di biscotti e gelati? Ti credo, il divano è un sirenetto bastardo che ti canta “stai qui con me”. Però, senti questa: il mio “carico” settimanale lo faccio a casa, un giorno fisso, e non è solo cibo. Mi sparo un allenamento leggero – tipo ballare come una pazza o fare qualche squat mentre Netflix va – e poi mi premio. Non serve disciplina d’acciaio, basta un filo di voglia. Il trucco? Quel cheat meal mi tiene sana di mente, mi fa sentire che non sto rinunciando a tutto.

La palestra, invece… capisco l’ansia, quel “oddio, mi guardano tutti” anche se magari non è vero. Io all’inizio ero uguale, un disastro tra tapis roulant e pesi, ma poi ho trovato il mio angolo e il mio ritmo. Non dico che devi correre lì domani, eh, ma se ci vai, prova a pensare che non sei sola a sentirti un pesce fuor d’acqua. E se non è il tuo posto, pace, l’importante è muoversi, come dici tu: barcollare è già qualcosa! 💪

Otto chili giù sono una vittoria, altroché, sudore o meno schifezze poco importa. La testa è il vero campo di battaglia, e lì il cheat meal aiuta: un momento per dire “ok, mi voglio bene lo stesso”. Non serve il tempio della palestra per vincere, hai ragione, ma non sottovalutare quel “non stare fermi”. Tu barcolli? Bene, continua così, magari con un bel piatto di carbonara una volta a settimana per festeggiare. 😉 Forza, che il peso non ti schiaccia se lo affronti a modo tuo!
 
Ehi, Suselov, o forse no, qui ognuno inciampa sulle parole e sulle storie degli altri, vero? Leggo quello che hai scritto e… cavolo, mi ci ritrovo un po’, anche se il mio viaggio è diverso. Quel tuo “casino del peso” dopo il divorzio, con quei 20 chili che ti sono piombati addosso, mi fa quasi tremare le mani mentre scrivo. Non è facile, lo so, e quella voglia di sparire… ci sono stata vicina pure io, anche senza un divorzio a farmi crollare. Però, aspetta, lasciami dire la mia, da una che barcolla pure lei, ma in mezzo a zumba e pilates.

Casa, eh? Ti capisco quando dici che è una trappola. Quei video su YouTube con le tipe perfette… io ci ho provato, giuro, ma dopo due saltelli mi ritrovavo a fissare il soffitto chiedendomi perché stessi sudando per niente. Il divano è un nemico subdolo, ti abbraccia e ti sussurra che va bene così. Una volta mi sono messa a fare plank davanti alla TV, tutta fiera, e cinque minuti dopo ero con un cucchiaio in mano a pescare gelato dal barattolo. Disciplina? Non proprio il mio forte, almeno non lì. Casa mi dà quella libertà di provarci, sì, ma anche di mollare senza testimoni, e spesso vince il mollare.

Poi c’è la palestra, e qui magari ti perdo un attimo, perché io sono quella che si esalta con il caos delle lezioni di gruppo. Non fraintendermi, le prime volte ero un disastro: inciampavo nei passi di zumba, sembrava che stessi litigando con l’aria, e in pilates mi sentivo un tronco rigido tra gente che si piegava come elastici. Però, sai cos’è? Quel ritmo, quella musica che ti entra dentro, e soprattutto le altre persone… mi spingono. Non è che mi giudicano – o almeno, se lo fanno, non me ne accorgo – è più che siamo tutti lì, a sudare e ridere insieme. Tipo ieri, in una lezione di boxe, ho tirato un pugno così scoordinato che l’istruttore ha detto “tranquilla, il sacco non scappa”. Mi sono sentita una scema, ma poi ci siamo messi a ridere tutti, e quella risata mi ha fatto andare avanti.

Non dico che devi buttarti per forza nei corsi di gruppo, eh. Il tuo mix mi sembra una strada vera, reale. Ballare come una scema con la musica alta a casa? Lo faccio anch’io, e funziona. Otto chili giù sono un traguardo pazzesco, altro che “piano” – è il tuo corpo e la tua testa che si parlano, no? Io ne ho persi 15 finora, ma non è solo la bilancia: è che mi sento meno… pesante, dentro. Le lezioni di gruppo per me sono come un ancora, mi tengono lì anche quando vorrei scappare sul divano con una pizza intera. Non è la palestra in sé, è il “noi” che mi motiva. Tipo, se manco, c’è sempre qualcuno che mi scrive “dove sei finita?” e mi sento meno sola in questa lotta.

Tu dici che stare fermi è perdere, e sono d’accordo, ma non credo ci sia una regola unica. La palestra non è il tempio della salvezza per tutti, e va bene così. Il tuo barcollare tra casa e pesi è già un passo, un casino bellissimo. Io ti direi di provare una lezione di gruppo, magari una tranquilla come pilates, giusto per vedere se quel “ritmo” ti prende. Non per forza per perdere chili, ma per sentire che non sei da sola a combattere. Però, se casa resta il tuo spazio, continua a ballare, continua a muoverti. La testa segue, piano piano, e quel peso che ti schiaccia… beh, magari un giorno lo prendi a pugni, no? Anche solo per finta, in una lezione di boxe.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa chi siete, tanto qui si parla di cose serie. Io sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha buttato giù 40 chili e non per magia, ma con sangue, sudore e qualche lacrima che non ammetterò mai. E sapete una cosa? Se non capite dove allenarvi, casa o palestra, rischiate di restare schiacciati dal vostro stesso peso, letteralmente. Io l’ho provato sulla mia pelle.
Quando ho iniziato, ero un disastro. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza sentirmi un fallito. Casa sembrava il posto perfetto: niente occhi indiscreti, niente abbonamenti da pagare, solo io e qualche video su YouTube. Ma vi dico la verità, a casa è una guerra persa se non hai disciplina d’acciaio. Ti distrai, c’è il divano che ti chiama, la cucina a due passi con quel pacchetto di patatine che ti fissa. Ho passato settimane a fare due flessioni e poi a crollare, convinto che “domani sarebbe andata meglio”. Non andava meglio. Il peso restava lì, come un macigno, e ogni giorno che passava mi sentivo più debole, non più forte.
Poi ho provato la palestra. All’inizio ero terrorizzato: tutti quei tipi muscolosi, le macchine che sembravano astronavi, l’odore di sudore e metallo. Ma sapete che c’è? Lì non puoi scappare. Una volta che entri, sei costretto a fare i conti con te stesso. Nessuno ti guarda davvero, sono tutti presi dai loro allenamenti. E quel rumore di pesi che sbattono, quel ritmo, ti entra dentro e ti spinge. Io ho trovato la mia salvezza lì: squat, stacchi, panca, giorno dopo giorno. Il peso ha iniziato a scendere, i muscoli a spuntare, e la testa… la testa ha smesso di essere il mio peggior nemico.
Non fraintendetemi, casa può funzionare, ma solo se siete dei dannati monaci guerrieri. Avete bisogno di un angolo dedicato, niente distrazioni, un piano ferreo e la volontà di non mollare mai, neanche quando il mondo sembra crollare. La palestra, invece, ti dà struttura, ti mette pressione, ti costringe a muoverti. E per uno come me, che partiva da zero, quella pressione è stata la chiave. Se restate a casa e vi lasciate andare, il vostro peso vi seppellirà. Se andate in palestra e non vi impegnate, sarà lo stesso.
Io ho scelto la palestra e non mi sono mai guardato indietro. Oggi sono un uomo nuovo, ma ogni tanto penso a quei giorni sul divano, con la bilancia che rideva di me. Non tornerei mai indietro. Voi, invece, che fate? Restate fermi e lasciate che il grasso vi schiacci, o prendete in mano la vostra vita? Decidete, ma sappiate che non c’è via di mezzo: o vincete, o perdete. E perdere, credetemi, fa schifo.
Ehi, scusate se mi intrometto così, ma il tuo post mi ha colpito dritto al cuore. Hai ragione, scegliere dove allenarsi non è solo una questione di comodità, è una battaglia con se stessi. Io sono uno che corre, nuota, pedala… Insomma, mi muovo tanto, ma non è sempre stato così. Qualche anno fa ero incastrato in quel loop di “ci provo a casa, ma poi mollo”. La tua storia mi ha fatto ripensare a quei momenti in cui mi dicevo “faccio due squat e basta”, e finivo per cedere al richiamo del frigo. Scusate, davvero, se sembro un po’ troppo sincero, ma a casa mi perdevo, non avevo la forza di essere costante.

Poi, come te, ho provato la palestra. Non fraintendetemi, non è che la palestra sia la soluzione magica, ma quel posto mi ha dato un ritmo. Mi scuso se sembra che voglia convincere qualcuno, ma per me è stato come trovare un alleato. Lì, tra tapis roulant e manubri, ho iniziato a sentirmi meno pesante, non solo nel corpo, ma anche nella testa. Però, lo ammetto, ogni tanto torno ad allenarmi a casa, quando voglio variare. Ho imparato a crearmi un angolino con un tappetino e qualche peso, ma solo perché ora so cosa significa essere disciplinato.

Scusate ancora, non voglio fare il saputello. Dico solo che, ovunque scegliate di allenarvi, l’importante è non lasciarsi andare. Io sto ancora lavorando su di me, per essere più leggero, più veloce nelle mie gare. E tu, che mi hai fatto riflettere con le tue parole, mi hai ricordato perché non devo mollare. Grazie, davvero. Voi altri, che ne pensate? Come vi trovate, casa o palestra?
 
Ehi Clydesider, complimenti, hai spaccato! La tua storia è un pugno nello stomaco, ma di quelli che ti svegliano. Io sono uno che mastica calorie e piani come se fosse un lavoro, e ti dico: casa o palestra, senza testa d’acciaio sei fregato. A casa mi alleno con corsi online, roba tosta che ti fa sudare sette camicie, ma se non ti chiudi in un angolo e ignori il frigo, è game over. La palestra? Un ring dove non puoi barare. Io mixo: corsi a casa per disciplina, palestra per sentirmi vivo. Tu hai scelto e hai vinto. Gli altri? Muovetevi o restate schiacciati. Punto.