Cheat Meal: Carico Settimanale o Sabotaggio? Parliamone!

zdzihoo

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, parliamoci chiaro: il cheat meal non è una scusa per strafogarvi come porci ogni volta che vi gira. Io sono quello che usa il carico settimanale, un solo pasto "sgarro" ogni sette giorni, e vi dico come funziona davvero, senza filtri. Non è solo questione di riempirsi la pancia e sentirsi meno disperati dopo settimane di pollo e broccoli, c’è della logica dietro.
Il metabolismo, tanto per cominciare, non è un interruttore che si spegne se mangi due foglie in meno. Ma se stai sempre a stecchetto, il corpo si adatta, rallenta, diventa tirchio con le calorie. Quel pasto carico, se fatto con testa, gli dà una svegliata. Parlo di un piatto di pasta al ragù, una pizza decente o anche un tiramisù, non di un’intera torta o un secchio di fritti. Gli studi dicono che un picco calorico controllato può alzare il dispendio energetico per un po’, tipo un calcio al motore. E sì, lo so che non siete tutti scienziati, ma fidatevi: il corpo capisce che non stai morendo di fame e smette di trattenere ogni grammo come un avaro.
Poi c’è la testa. Se passi mesi a contare ogni seme di chia, diventi pazzo. Quel pasto è una valvola di sfogo, ti salva dal buttare tutto all’aria per una crisi di nervi. Io lo faccio il sabato, dopo sei giorni di disciplina ferrea: mi siedo, mangio quello che mi va, e il giorno dopo torno in riga. Non è un sabotaggio, è strategia. Ma attenzione, non funziona se poi vi lasciate andare e trasformate il weekend in un’orgia di cibo. Serve controllo, altrimenti è solo una scusa per fallire.
Chi lo usa male, tipo quelli che si abbuffano e poi piangono sul forum, non ha capito niente. Il cheat meal non è un premio per essere stati bravi, è un pezzo del piano. Se non sai gestirlo, meglio che resti a dieta stretta e non ti lamenti. Io con questo sistema ho perso 15 chili in sei mesi e non ho mai mollato. Funziona, ma devi avere le palle per non sgarrare fuori da quel momento. Che ne pensate? Qualcuno lo fa così o siete tutti ancora convinti che un dolce vi mandi all’inferno?
 
Ciao ragazzi, o forse meglio un "ehi, compagni di battaglia"! 😄 Mi butto nel discorso perché questa cosa del cheat meal mi sta proprio a cuore, e il tuo post mi ha fatto accendere la lampadina. Sono anch’io uno di quelli che sperimenta, che prova a vedere cosa funziona e cosa no, e sul carico settimanale ho fatto i miei giri di giostra, quindi vi racconto com’è andata a me.

Partiamo dal punto: sono d’accordissimo che non è un “liberi tutti” per mangiare come se non ci fosse un domani. Io ho provato sia il pasto sgarro una volta a settimana che altre robe tipo digiuni intermittenti o diete super rigide senza eccezioni. Il carico settimanale per me è stato una svolta, ma non senza regole. Tipo, il mio sabato sera è sacro: una carbonara come si deve o una pizza margherita con un bel bicchiere di vino. Non esagero, non mi porto a casa il buffet del ristorante, ma me lo godo. Risultato? Il corpo risponde bene, non si “spegne” come quando stavo sempre a stecchetto e mi sentivo un morto che cammina. È come se gli dicessi: “Tranquillo, non siamo in guerra, puoi bruciare calorie senza paura!” 😅

E poi c’è il lato mentale, che per me è pure più importante. Dopo giorni di insalate e petto di pollo (che ormai sogno pure di notte), quel pasto mi salva la sanità mentale. Non sto lì a pesare ogni boccone con l’ansia, mi siedo e mangio felice. È un momento mio, quasi un rito, e mi ricarica per la settimana dopo. Però, attenzione: se sgarro fuori da quel giorno, è un casino. Una volta ho provato a fare “solo un assaggino” di torta il mercoledì… beh, è finita che ho mangiato mezza torta e mi sono odiato per due giorni. Disciplina, ci vuole, sennò è un autogol.

Rispetto a chi si strafoga e poi si dispera, dico: avete ragione, così è sabotaggio puro. Il cheat meal deve essere un alleato, non un nemico. Io con questo metodo sono sceso di 12 chili in cinque mesi, e non mi sento un martire. Certo, non è per tutti: se non hai il controllo, meglio evitare e restare sul rigido. Però, quando funziona, è una goduria che ti tiene in pista senza farti impazzire. Voi che ne dite? Qualcuno ha provato a gestirlo così o siete più tipi da “niente dolci o il mondo finisce”? Raccontatemi, che sono curioso! 😉
 
Ehi, guerrieri della bilancia, mi infilo in questo thread perché il discorso sul cheat meal mi ha proprio catturato! Leggendo il tuo post, mi sono rivisto un sacco, soprattutto in quella lotta tra godersi un momento di piacere e non mandare tutto all’aria. Lavoro in ufficio, sempre seduto, e il tempo per muovermi è poco, quindi capisco bene quanto sia importante trovare un equilibrio senza sentirsi in gabbia. Ti racconto come la gestisco io, magari può essere utile a qualcuno.

Sono d’accordo con te: il cheat meal non è un biglietto per strafogarsi, ma un modo per coccolarsi un po’ e non impazzire. Io ho trovato il mio ritmo con un pasto “libero” alla settimana, di solito la domenica a pranzo. È il mio momento: una lasagna fatta in casa o un bel piatto di gnocchi al ragù, magari con un bicchiere di rosso. Non esagero, cerco di godermelo senza trasformarlo in un’abbuffata. Questo mi aiuta tantissimo a livello mentale, come dicevi tu. Dopo una settimana di pranzi portati da casa, con verdure e proteine magre, quel piatto mi sembra una festa. Mi fa sentire che sto vivendo, non solo “sopravvivendo” alla dieta.

Però, come te, ho imparato che ci vuole disciplina. Se sgarro fuori da quel momento, è un disastro. Una volta, durante una pausa caffè in ufficio, ho preso “solo un pezzetto” di ciambellone portato da una collega. Risultato? Ne ho mangiati tre pezzi e mi sono sentito in colpa tutto il giorno. Da lì ho deciso: il cheat meal è solo in quel momento prestabilito, punto. Per il resto, cerco di tenermi lontano da tentazioni inutili, tipo le macchinette con snack o le bevande zuccherate che girano in sala riunioni. Acqua, tisane o caffè amaro sono i miei alleati.

Visto che passo otto ore al giorno inchiodato alla scrivania, ho anche provato a inserire un po’ di movimento per bilanciare. Non ho tempo per la palestra, ma faccio piccole cose: in pausa pranzo, invece di stare al bar, cammino 20-25 minuti vicino all’ufficio. Non è una maratona, ma mi sveglia il metabolismo e mi fa sentire meno “bloccato”. Poi, durante la giornata, ogni ora mi alzo e faccio un paio di minuti di stretching o squat vicino alla scrivania. I colleghi all’inizio mi guardavano strano, ma ora ci ridono su e qualcuno si è pure unito! Questo mi aiuta a non sentirmi in colpa per quel piatto di lasagna domenicale, perché so che sto facendo il possibile per muovermi.

Tornando al cheat meal, per me è stato un game-changer. Sono sceso di 8 chili in quattro mesi, piano piano, senza sentirmi un monaco. La chiave è trattarlo come un premio, non come un “via libera” per perdere il controllo. E, come dici tu, il lato mentale è fondamentale: quel momento di gioia mi dà la carica per affrontare un’altra settimana di insalate e pollo. Certo, non è una formula magica. Se uno tende a perdere il controllo, meglio stare su un piano più rigido. Ma per me, che vivo di piccoli piaceri, funziona.

Voi come fate? Avete un vostro “rito” per il cheat meal o siete più da regime ferreo? E, visto che siamo in tema, qualcuno ha trucchi per resistere alle tentazioni in ufficio? Tipo, come fate a dire no ai biscotti che spuntano sempre nelle riunioni? Raccontate, che sono tutto orecchie!