Competizione o ossessione? La mia esperienza con i fitness challenge e l'impatto sulla mente!

  • Autore discussione Autore discussione Darg
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Darg

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, parliamoci chiaro: i fitness challenge possono essere una benedizione o una maledizione, e io ci sono dentro fino al collo da mesi, quindi so di cosa parlo! Mi sono buttata nei maratoni online per trovare motivazione, per spingermi oltre i limiti, e all’inizio sembrava tutto perfetto. Competere con gli altri, vedere i progressi, sentirsi parte di un gruppo… dà una scarica di adrenalina pazzesca! Ma ora? Ora non so più se sto davvero bene o se sono finita in un loop che mi sta fregando la testa.
Ho iniziato a segnare ogni cosa: calorie, passi, serie in palestra, ore di sonno. Tutto. E non lo faccio per "tenere traccia", lo faccio perché se non lo faccio mi sembra di fallire. La competizione con gli altri partecipanti mi ha spinta a migliorare, sì, ma a che costo? Mi sveglio alle 5 per allenarmi anche se sono distrutta, perché se non lo faccio poi passo la giornata a sentirmi una schifezza. E non è solo questo: guardo i risultati degli altri e mi sale un’ansia che non vi dico. Se qualcuno perde più chili di me, o fa più ripetizioni, mi sento una nullità. È normale? Davvero?
Non fraintendetemi, i challenge mi hanno dato una struttura, una routine, e i primi mesi ero al settimo cielo. Ma adesso mi chiedo: sto davvero facendo qualcosa per me stessa o sto solo inseguendo un’ossessione? La mia salute mentale sta andando a rotoli, e non so se è colpa mia o di questa mentalità da "o tutto o niente" che i maratoni ti ficcano in testa. Qualcuno di voi ci è passato? Perché io sto iniziando a odiare questa cosa, ma allo stesso tempo non riesco a smettere. È come se fossi intrappolata in una gara che non ho mai voluto correre fino in fondo. Ditemi che non sono l’unica, per favore.
 
Ehi, ti capisco fin troppo bene, sai? Leggendo quello che hai scritto mi sono rivista in tanti momenti della mia vita, soprattutto da quando ho iniziato a sperimentare un po’ di tutto per perdere peso. Io sono quella che prova massaggi, obbiettivi con la vacuum therapy, apparecchiature strane che promettono miracoli… e sì, anch’io mi sono buttata nei fitness challenge, quindi so esattamente di cosa parli.

All’inizio è una figata, vero? Ti senti carica, hai un obiettivo chiaro, e vedere i numeri che migliorano ti dà quella botta di energia che ti fa pensare “ok, ce la posso fare”. Io, per esempio, ho provato un mese di maratona online con un gruppo che si concentrava su dieta ipocalorica e allenamenti intensi. Pesavo tutto, controllavo ogni etichetta, e dopo ogni sessione di massaggio o di vacuum mi guardavo allo specchio cercando segni di progresso. E funzionava! Però, come dici tu, dopo un po’ qualcosa cambia. Non è più solo motivazione, diventa una specie di gabbia mentale.

Anch’io ho iniziato a contare ogni passo, ogni caloria, ogni minuto passato con quel rullo massaggiante sulle cosce. E quando vedevo che il mio corpo non rispondeva come quello di altre persone nel gruppo, mi sentivo uno schifo. Tipo, dopo un mese di obbiettivi con un apparecchio a ultrasuoni, ho perso solo un chilo, mentre un’altra ragazza ne aveva buttati giù tre. E lì parte il loop: “sto facendo abbastanza? Forse devo stringere di più con le calorie? O magari il massaggio non funziona perché lo faccio male?”. È estenuante.

La verità è che queste cose possono essere utili, ma solo fino a un certo punto. Io ho notato che i benefici veri dei massaggi o delle tecniche tipo vacuum ci sono – la pelle sembra più tonica, ti senti più leggera – ma se ti ci fissi troppo, finisce che il tuo cervello trasforma tutto in un’ossessione. Non è più “sto provando questo per stare meglio”, diventa “devo farlo altrimenti sono un fallimento”. E ti dirò, pure a me è capitato di svegliarmi presto per una sessione di allenamento o per prepararmi un piatto super controllato, anche se ero a pezzi. Non perché mi facesse piacere, ma perché mi sembrava di non avere scelta.

Non sei l’unica, credimi. Penso che tanti di noi ci caschino, perché questi challenge ti vendono l’idea che devi spingerti sempre oltre, ma nessuno ti dice quando fermarti. Io sto provando a rallentare, tipo usare i massaggi più per rilassarmi che per “risultati”, e magari mangiare qualcosa di leggero ma senza pesare ogni grammo. Non è facile, perché quella vocina che dice “stai mollando” resta lì. Ma forse dobbiamo ricordarci che non siamo macchine, no? Se ti va, dimmi come stai cercando di uscirne, perché anch’io sto ancora capendo come fare.
 
Ciao, leggere il tuo messaggio è stato come guardarmi allo specchio, ma con un filtro un po’ più consapevole, sai? Anche io mi sono ritrovata in quel vortice di fitness challenge, obiettivi da spuntare e promesse di risultati che ti tengono incollata a bilance, app e specchi. Capisco benissimo quel mix di euforia iniziale e poi quel peso mentale che arriva, quasi senza che te ne accorgi.

Io sono una che con il mindful eating ci sta provando da un po’, e ti dico subito che non è una bacchetta magica, ma mi ha aiutata a vedere le cose da un’altra angolazione. Tipo, quando parli di pesare ogni grammo o controllare ogni etichetta, mi ci rivedo troppo. Anche a me piaceva quella sensazione di controllo, ma poi ho capito che non controllavo più niente: era tutto un ciclo di “devo fare di più”. Con il mangiare consapevole ho iniziato a chiedermi: “ho davvero fame o sto solo riempiendo un vuoto?”. Non sempre è facile rispondere, ma già porsi la domanda mi ha fatto rallentare.

Sai cosa mi ha colpita del tuo racconto? Quel passaggio sui massaggi e le tecniche come la vacuum, che da strumenti utili diventano catene. Io ho fatto pace con l’idea che non tutto deve avere un risultato misurabile per essere valido. Magari un massaggio non mi fa perdere tre chili, ma se mi lascia meno gonfia o più rilassata, non è già qualcosa? Ho smesso di cercare il “prima e dopo” perfetto e ho iniziato a godermi il durante. Tipo, mangiare un piatto semplice, senza bilancia, solo ascoltando il mio corpo. Se sono sazia, mi fermo. Se ho voglia di un pezzo di pane in più, me lo prendo senza sentirmi in colpa.

Sul lungo periodo, tipo guardando indietro a un anno, il vero risultato per me non è stato un numero sulla bilancia, ma quanta pressione mi sono tolta di dosso. Non fraintendermi, ci sono giorni in cui quella vocina che dici tu, quella del “stai mollando”, torna a farsi sentire. Ma sto imparando a risponderle: “no, sto solo vivendo”. Forse è questo il punto: i challenge vanno bene finché non ci rubano la libertà di essere umane, con i nostri limiti e i nostri tempi.

Mi piacerebbe sapere se hai mai provato a cambiare prospettiva così, o se c’è qualcosa che ti sta aiutando a staccarti da quel loop. Io sono ancora in viaggio, ma condividere queste cose mi fa sentire meno sola, e magari può essere lo stesso per te.
 
Ciao, leggere il tuo messaggio è stato come guardarmi allo specchio, ma con un filtro un po’ più consapevole, sai? Anche io mi sono ritrovata in quel vortice di fitness challenge, obiettivi da spuntare e promesse di risultati che ti tengono incollata a bilance, app e specchi. Capisco benissimo quel mix di euforia iniziale e poi quel peso mentale che arriva, quasi senza che te ne accorgi.

Io sono una che con il mindful eating ci sta provando da un po’, e ti dico subito che non è una bacchetta magica, ma mi ha aiutata a vedere le cose da un’altra angolazione. Tipo, quando parli di pesare ogni grammo o controllare ogni etichetta, mi ci rivedo troppo. Anche a me piaceva quella sensazione di controllo, ma poi ho capito che non controllavo più niente: era tutto un ciclo di “devo fare di più”. Con il mangiare consapevole ho iniziato a chiedermi: “ho davvero fame o sto solo riempiendo un vuoto?”. Non sempre è facile rispondere, ma già porsi la domanda mi ha fatto rallentare.

Sai cosa mi ha colpita del tuo racconto? Quel passaggio sui massaggi e le tecniche come la vacuum, che da strumenti utili diventano catene. Io ho fatto pace con l’idea che non tutto deve avere un risultato misurabile per essere valido. Magari un massaggio non mi fa perdere tre chili, ma se mi lascia meno gonfia o più rilassata, non è già qualcosa? Ho smesso di cercare il “prima e dopo” perfetto e ho iniziato a godermi il durante. Tipo, mangiare un piatto semplice, senza bilancia, solo ascoltando il mio corpo. Se sono sazia, mi fermo. Se ho voglia di un pezzo di pane in più, me lo prendo senza sentirmi in colpa.

Sul lungo periodo, tipo guardando indietro a un anno, il vero risultato per me non è stato un numero sulla bilancia, ma quanta pressione mi sono tolta di dosso. Non fraintendermi, ci sono giorni in cui quella vocina che dici tu, quella del “stai mollando”, torna a farsi sentire. Ma sto imparando a risponderle: “no, sto solo vivendo”. Forse è questo il punto: i challenge vanno bene finché non ci rubano la libertà di essere umane, con i nostri limiti e i nostri tempi.

Mi piacerebbe sapere se hai mai provato a cambiare prospettiva così, o se c’è qualcosa che ti sta aiutando a staccarti da quel loop. Io sono ancora in viaggio, ma condividere queste cose mi fa sentire meno sola, e magari può essere lo stesso per te.
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