Ragazzi, qui si corre, si pedala e si nuota fino a sfinirsi, ma il peso? Quello resta lì, a guardarmi con un sorrisetto beffardo mentre io annego in un mare di sudore. Benvenuti nel mio mondo, dove l’obiettivo è ottimizzare il corpo per volare sui percorsi, ma la bilancia sembra sempre ricordarmi che forse amo troppo la carbonara post-allenamento.
Allora, vi svelo il mio “piano geniale” per il peso perfetto. Mattina presto, mi alzo e via di corsa, 10 km a digiuno perché qualcuno su internet ha detto che brucio più grassi così. Spoiler: brucio sì, ma soprattutto la voglia di vivere. Poi, passo alla bici, un bel giro di 50 km con salite che sembrano vendette personali del destino. E per chiudere in bellezza, una nuotata di un’oretta, giusto per sentirmi un pesce… un pesce molto stanco. Tutto questo con l’idea che il mio corpo diventi una macchina da gara, ma per ora sembra più una macchina da buffet.
Parliamo di cibo, perché qui casca l’asino – o meglio, casco io. Dopo essermi massacrato, mi dico “bravo, hai diritto a un premio”. E il premio è un piatto di riso integrale con petto di pollo che sa di cartone, seguito da un’insalata che sembra gridare “non sono abbastanza per te”. Ma tranquilli, ogni tanto cedo e mi sparo una pizza, perché la vita è troppo breve per contare sempre i grammi di proteine. La strategia è questa: mangiare poco, ma sognare tanto. Tipo, immagino bistecche mentre mastico broccoli.
E gli allenamenti? Duri, veloci, intensi. Roba che ti fa sudare anche l’anima. Corro intervalli come se scappassi da un leone, pedalo come se fossi al Tour de France (ma senza doping, giuro), e in piscina faccio vasche come se fossi un delfino con un sogno olimpico. Il tutto per perdere quei 2-3 chili che mi separano dalla gloria… o almeno da un personal best decente.
Insomma, il mio piano è un mix di masochismo e speranze malriposte. Funziona? Ni. Il peso scende lento come una tartaruga in salita, ma la resistenza aumenta e il fiato pure. Quindi, se anche voi correte, pedalate o nuotate inseguendo il mito del “peso perfetto”, ditemi: come fate a non morire di fame… o di noia? Io sono qui, tra un cronometro e una zucchina, a cercare la risposta.
Allora, vi svelo il mio “piano geniale” per il peso perfetto. Mattina presto, mi alzo e via di corsa, 10 km a digiuno perché qualcuno su internet ha detto che brucio più grassi così. Spoiler: brucio sì, ma soprattutto la voglia di vivere. Poi, passo alla bici, un bel giro di 50 km con salite che sembrano vendette personali del destino. E per chiudere in bellezza, una nuotata di un’oretta, giusto per sentirmi un pesce… un pesce molto stanco. Tutto questo con l’idea che il mio corpo diventi una macchina da gara, ma per ora sembra più una macchina da buffet.
Parliamo di cibo, perché qui casca l’asino – o meglio, casco io. Dopo essermi massacrato, mi dico “bravo, hai diritto a un premio”. E il premio è un piatto di riso integrale con petto di pollo che sa di cartone, seguito da un’insalata che sembra gridare “non sono abbastanza per te”. Ma tranquilli, ogni tanto cedo e mi sparo una pizza, perché la vita è troppo breve per contare sempre i grammi di proteine. La strategia è questa: mangiare poco, ma sognare tanto. Tipo, immagino bistecche mentre mastico broccoli.
E gli allenamenti? Duri, veloci, intensi. Roba che ti fa sudare anche l’anima. Corro intervalli come se scappassi da un leone, pedalo come se fossi al Tour de France (ma senza doping, giuro), e in piscina faccio vasche come se fossi un delfino con un sogno olimpico. Il tutto per perdere quei 2-3 chili che mi separano dalla gloria… o almeno da un personal best decente.
Insomma, il mio piano è un mix di masochismo e speranze malriposte. Funziona? Ni. Il peso scende lento come una tartaruga in salita, ma la resistenza aumenta e il fiato pure. Quindi, se anche voi correte, pedalate o nuotate inseguendo il mito del “peso perfetto”, ditemi: come fate a non morire di fame… o di noia? Io sono qui, tra un cronometro e una zucchina, a cercare la risposta.